Lavoro nero: in provincia di Lecco regolarizzate 735 persone
Il settore che ha visto il maggior numero di domande di regolarizzazione presentate è quello del lavoro domestico con 916 richieste di emersione.
Lavoro nero: a Lecco regolarizzate 735 persone. Si avvia infatti alla conclusione, nella provincia di Lecco, l’intera procedura di emersione dei rapporti di lavoro per la regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale. Su un totale di 1146 istanze di emersione presentate, 895 sono state definite (735 i contratti conclusi e 160 i provvedimenti di rigetto).
Lavoro nero: a Lecco regolarizzate 735 persone
Il settore che ha visto il maggior numero di domande di regolarizzazione presentate è quello del lavoro domestico con 916 richieste di emersione. 550 quelle che hanno avuto esito positivo e 134 quelle rigettate mentre le pratiche tutt'ora in fase di istruttoria sono 132. Non solo "colf": anche 216 lavoratori e lavoratrici impegnati nel campo dell'assistenza delle persone, come ad esempio badanti o baby sitter, hanno presentato richiesta di regolarizzare la propria posizione lavorativa. In questo caso i rigetti sono stati 17, 181 le posizioni regolarizzate e 18 quelle ancora in istruttoria. Per quanto riguarda il lavoro subordinato le domande sono state in tutto 14. Questo è l'unico settore in cui le richieste rifiutate, 9 in tutto, sono state maggiori di quelle accolte che sono state 4 (una posizione è ancora al vaglio).
Il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa
"Lo Sportello Unico per l’immigrazione, rinforzato temporalmente dall’innesto di 8 lavoratori interinali, ha raggiunto un risultato significativo - sottolinea soddisfatto il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa - Voglio ringraziare, oltre al personale della Prefettura, anche l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e la Questura di Lecco per la solerzia e la professionalità con cui ci hanno supportato nella gestione della procedura di emersione in un momento in cui anche il lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni è pesantemente condizionato dalle difficoltà causate dalla pandemia”.