Due storie che fanno riflettere

L'altra faccia dell'8 marzo: rimane incinta e il lavoro sparisce

La denuncia di Nidil-Cgil Bergamo, che ha raccontato anche di una donna licenziata dopo aver chiesto il congedo per il figlio autistico

L'altra faccia dell'8 marzo: rimane incinta e il lavoro sparisce
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Per molte l'8 marzo sarà solo un altro giorno di difficoltà, dopo essere rimaste disoccupate perché donne.

Tra loro anche le due lavoratrici interinali la cui storia viene raccontata da Nidil-Cgil al sito Primebergamo.it, per esemplificare come il mondo del lavoro spesso discrimini e metta il bastone fra le ruote alle donne. Awa è stata lasciata a casa dopo che ha scoperto di essere incinta e Anna (entrambi i nomi sono di fantasia) perché aveva chiesto un congedo per assistere il figlio autistico.

Rimane incinta e il lavoro sparisce

Le due lavoratrici erano in somministrazione alle dipendenze a tempo indeterminato di due diverse agenzie per il lavoro di Bergamo.

Nell'aprile del 2023, Awa aveva appena frequentato un corso di formazione obbligatorio di dieci giorni e aveva concluso un affiancamento di due giorni in azienda quando ha scoperto di essere incinta: «Avrei dovuto iniziare a lavorare dai primi di maggio - racconta -, e sulla piattaforma online dell'agenzia da cui dipendo a tempo indeterminato era già pronto il contratto da firmare per cominciare una nuova missione in un'azienda metalmeccanica della provincia di Bergamo. A quel punto però ho scoperto di essere incinta e allora ho chiesto un incontro all'agenzia, per avvisarli. Mi hanno detto di aspettare a firmare il contratto e mi hanno fissato un consulto con il medico aziendale. Dopo la visita, mi hanno comunicato che per me quel lavoro non c'era più. Ma io stavo bene, volevo solo lavorare, ero solo di dieci settimane».

Francesco Chiesa, segretario generale di Nidil-Cgil Bergamo, sottolinea: «In agenzia hanno fatto in modo che sulla piattaforma online la possibilità di firmare il contratto scadesse, dicendo ad Awa di aspettare e facendo tecnicamente ricadere la colpa su di lei. Poi, senza spiegarle bene di cosa si trattasse, le hanno fatto firmare un'aspettativa non retribuita, cioè zero stipendio (nemmeno gli ottocento euro al mese dovuti anche quando non c'è una missione in corso). Noi successivamente abbiamo fatto annullare l'aspettativa. In sostanza, quello che è accaduto è che una grande agenzia che fattura milioni ha ingannato una lavoratrice in difficoltà, per risparmiare 800 euro al mese».

Chiede il congedo per il figlio autistico, viene licenziata

Diversa, ma con lo stesso triste esito anche la storia di Anna, assunta a tempo indeterminato in un'agenzia per il lavoro che da tre anni lavorava in un'azienda metalmeccanica che stava pensando di assumerla direttamente. «Quando i medici mi hanno comunicato che mio figlio era affetto  da autismo per me è stato uno shock - racconta -. Ho presentato una domanda di congedo straordinario con la legge 104 per occuparmi di lui, per organizzarmi e riprendermi dalla notizia».

Quel congedo, come sottolinea il sindacato, era un diritto di Anna. Tra l'altro, la sua retribuzione al cento per cento sarebbe stata a carico dell'Inps, dunque la questione non sarebbe ricaduta né sull’agenzia né sull’azienda metalmeccanica, tanto da portare Chiesa a chiedersi: «Non ci spieghiamo perché accanirsi sulla lavoratrice».

Torna a raccontare Anna: «La mia missione sarebbe scaduta nell’agosto del 2022. Ma quando ad aprile di quell'anno ho avvisato di aver chiesto all'Inps il congedo, mi è stato detto che non avrei più lavorato lì. Mi hanno pagato lo stipendio fino a fine missione, ma l'agenzia mi ha avvertito in malo modo che comunque non avrei mai più lavorato con loro, che a loro non interessavano i problemi di mio figlio».

Non solo: «Da settembre 2022 ho chiuso il congedo e sono tornata in disponibilità lavorativa, ma l'agenzia non mi ha mai più proposto nessun lavoro e alla fine nel maggio 2023 mi ha licenziata, sostenendo di non essere riuscita a trovarmi altra occupazione. Purtroppo siamo in tante nella mia situazione, con un muro davanti. Sono rimasta delusa dall’agenzia, non ho trovato comprensione, può capitare a tutti quello che è accaduto a me. Ora cerco un lavoro a giornata, faccio fatica, ma non mi do per vinta, so che alla fine lo troverò».

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