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L'addio a Giulio Boscagli, il Cardinal Scola: "Quello che ha compiuto lo ha fatto col sigillo di Cristo"

Il figlio Giacomo: "Ti ricorderò nei miei fratelli e nelle mie sorelle: il tuo senso dell'umorismo in Carlo, il tuo sorriso in Francesco, la tua fede in  Giovanni, il tuo spirito riflessivo in  Vera e la tua certezza nella positività della vita in Sara".

L'addio a Giulio Boscagli, il Cardinal Scola:  "Quello che ha compiuto lo ha fatto col sigillo di Cristo"
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Sull'altare di un'affollata basilica di San Nicolò il gonfalone della città di Lecco e quello di Regione Lombardia, due istituzioni che nella sua vita ha servito come amministratore. In chiesa parenti, amici, compagni di Comunione e Liberazione, sindaci, assessori, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, l'ex governatore e cognato Roberto Formigoni. Sul pulpito un pilastro della Chiesa, un amico d'infanzia, il cardinale Angelo Scola.  Così, in una Lecco vestita a Lutto, sono state celebrate nella mattinata di oggi, mercoledì 17 gennaio 2024, le esequie di Giulio Boscagli, ex sindaco di Lecco e assessore regionale scomparso a 75 anni.

La solenne concelebrazione funebre è stata presieduta dal prevosto e Decano di Lecco Monsignor Davide Milani con alcuni presbiteri e parroci del decanato. A pronunciare l'omelia è stato invece l'ex arcivescovo di Milano Scola.

Nell'ultima lettera ai figli e alla moglie il testamento spirituale di Giulio Boscagli

Commosso addio a Giulio Boscagli, il Cardinal Scola: "Quello che ha compiuto lo ha fatto col sigillo di Cristo"

"La morte apre alla vita, a quella Eterna, che non è un infinito doppione del tempo presente, ma qualcosa di completamente nuovo - ha detto l'alto prelato -  - La moglie Annamaria e tutta la famiglia hanno voluto apporre questa affermazione di Benedetto sedicesimo all ' immagine ricordo del carissimo Giulio. Ancora una volta il Papa teologo ci mette di fronte alle due più profonde riflessioni sulla morte e su ciò che ci attende dopo la morte. Affidiamo alle braccia del Padre il nostro Giulio nella incrollabile convinzione che la morte apre alla vita Eterna , qualcosa di completamente nuovo, che dice la nostra personalità piena. Una vita nella casa dalle numerose porte aperte all'accoglienza di tutti quanti che non si sono opposti alla Misericordia della Trinità.  In un' altra affermazione  Papa Ratzinger ci è ancora di conforto in questo momento di dolore aprendoci ad una Speranza costruttiva. Essa risuona così   - Nella morte dovunque cadremo, cadremo nelle braccia di Gesù - . Giulio ha dedicato tutto se' stesso lungo il corso della sua vita a Cristo nella comunità della Chiesa. Le opere da lui compiute sono sempre state marcate dal suo sigillo. Lo ha fatto da bambino all'oratorio e poi  con entusiasmo, ha abbracciato questo stile di vita a partire dalle scuole superiori , all 'interno della nascente Gioventù Studentesca di don Luigi Giussani seguito da don  Colombo, ed infine, dopo la laurea, divenendo uno dei responsabili della realtà di Comunione e Liberazione. In questa fase rischiò  molto accettando di assumersi il compito di fondatore e responsabile dell'unità di transizione con la quale ,agli albori degli anni 70, il movimento a Lecco aveva tentato di delineare alcuni tratti di una rinnovata presenza Cristiana . Presenza necessaria di fronte al grande cambiamento che da poco aveva preso inizio, inaugurando un processo nuovo,non ancora del tutto concluso. All ' interno di questo tentativo arrivò per Giulio,il momento di entrare nell'agone politico . Molti mezzi di comunicazione hanno in questi giorni illustrato e descritto la natura delle responsabilità da lui assunte in questo campo. Conviene però aggiungere una parola più direttamente legata alla sua personalità. Un uomo mite e creativo, aperto quasi per natura al dialogo con chiunque, anche con chi non la pensava come lui. Appassionato alla realtà di Lecco, la cui trasformazione, forse non ancora compiuta, ha potuto vivere dal di dentro, come Sindaco. Ma anche con la percezione di quella novità assoluta che il cielo rappresenta. L'eternità, che ad essa siamo destinati. Per questo siamo chiamati ad un cammino ecclesiale comune. A condizione che sia integrale e che, come nel caso di Giulio ,incominci dalla semplicità  e alla immediata risposta alla sua chiamata.  Una vocazione  per accompagnarci ed approfondirsi attraverso i rapporti e le circostanze che la Provvidenza ha preparato per noi. Tra queste non possiamo tacere la domanda di perdono per le nostre fragilità. Da essa nasce la capacità di perdono verso tutti, condizione essenziale perché tra noi,e tendenzialmente con tutti, prevalga l'esperienza piena di luce, del vero amore".

Il Cardinale Angelo Scola e Monsignor Davide Milani

Don Milani: "Ha lasciato  apparire la propria appartenenza a Cristo senza compromessi"

Un omaggio all'uomo e al tempo stesso una profinda rifelssione sull'impegno poitico e sociale qualla prounciata da monsignor Milani.

"Persone come Giulio realizzano grandi cose buone nella famiglia, nella chiesa e nella società, capaci di lasciare segni permanenti di bene, un bene che discretamente dispiega i suoi effetti nel tempo, un bene ricevuto e quindi da donare, quando si è visti e quando non si è visti. A volte gli uomini definiscono grandi non le azioni di bene autentiche, ma quelle opere che sono spettacolari, che procurano consenso immediato. Perché si può dire che un uomo è grande? Per le cariche che ricopre? Abbiamo bisogno nel nostro tempo di donne e uomini che assumono responsabilità, che in prima persona si compromettono per l'utilità comune dimostrando che la Politica Può essere buona.Persone come Giulio, in ogni stagione della vita, spendono se stessi assumendosi il rischio e pagandone i prezzi per governare istituzioni e indirizzare settori dell'Amministrazione di una città o di un territorio perché riconoscono che bisogna costruire una comunità amica di tutti. Ma a volte gli uomini definiscono grandi non coloro che governano per servire, ma coloro che occupano il potere per accumulare altro potere. Un uomo è grande per la fede che dimostra? per i pensieri illuminati dallo studio e dalla riflessione? Abbiamo bisogno nel nostro tempo di donne e uomini che danno testimonianza della propria Fede non addomesticata in occasione dei temi scomodi. Persone che fondano il proprio giudizio sulla verità e non sulla convenienza della circostanza, che tendono in ogni situazione ad essere strumento della Provvidenza di Dio riconosciuta come presenza instancabile nella storia. Persone come Giulio, in ogni ambito della propria esistenza, lasciano Ma a volte gli uomini definiscono grandi non coloro che vivono abitati dalla verità, ma quelli che costantemente sanno indossare i panni del sentimento comune e basano il proprio agire su ciò che dalla maggioranza è ritenuto giusto. Uomini come Giulio sono grandi perchè fanno splendere davanti a noi la grandezza in cui il loro cuore spera, la bellezza che i loro occhi vedono, la tenerezza che le loro mani accarezzano, la verità che la loro mente abita. Uomini come Giulio sono grandi perché è grande Cristo accolto come costante compagnia di una vita intera".

Mario Stojanovic

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