ITA punta sul green e la sostenibilità. L’area Foppe-Palude cambierà volto
Il progetto prevede la riqualifica di 25 mila metri quadrati per creare aree verdi per la popolazione

Un fiore che nasce dall’acciaio. Impossibile, o forse no, perché la I.T.A. SpA, Industria Trafilati Acciai, di Calolziocorte sembra volerci provare con un progetto che abbraccia la natura, il territorio e la socialità. Un progetto che vuole disegnare un verde futuro proprio di fianco a un’acciaieria.
L’azienda, fondata nel 1956, è una realtà tra le più dinamiche del settore, con costanti investimenti in ricerca e sviluppo volti alla massima soddisfazione del cliente per la fornitura di fili d’acciaio trafilati lucidi e zincati per armatura di cavi energia e telecomunicazioni, funi di sollevamento, funi per trasporto persone, funi pesca, applicazioni off-shore Oil & Gas, mining, armatura di rinforzo tubi, trasmissioni e produzione di molle e particolari piegati per il settore automobilistico e per la meccanica in generale.
ITA punta sul green e la sostenibilità. L’area Foppe-Palude cambierà volto
«Quest’idea ci è venuta durante la pandemia – racconta Andrea Beri, amministratore delegato della I.T.A. – Con il lockdown abbiamo visto come le persone abbiano iniziato a rivivere la natura, i sentieri e le zone verdi che non venivano più frequentate. Allora ci siamo chiesti: come poter sfruttare le zone verdi che abbiamo sulla nostra proprietà nel migliore dei modi? Abbiamo pensato a questo progetto che non ha fini aziendali».
Riqualificare un’intera area verde di 25 mila metri quadrati a proprie spese e poi concederla agli enti, ai Comuni, alle Amministrazioni, alle scuole e anche ai dipendenti. Un progetto unico che si suddivide in cinque punti.
Il primo è la sistemazione e il mantenimento del tratto di sentiero ciclo-pedonale-agricolo che da via alla Stanga costeggia le proprietà di I.T.A. SpA fino a ricongiungersi con via Lago Vecchio e all’imboccatura del Sic Palude di Brivio per arrivare all’osservatorio ornitologico dell’isola della Torre e dell’Isolone del Serraglio. Prolungando di fatto la ciclabile che dalla località Lavello termina con via Alzaia.
Il secondo è il recupero di un vecchio appezzamento dedicato alla coltivazione ortofrutticola ad uso amatoriale da destinare alle famiglie dei dipendenti dell’azienda e agli studenti delle scuole di Calolziocorte e Brivio per scopi didattici e naturalistici.
In collaborazione con Enci e il Gruppo Cinofilo Lecchese destinare un’area, adeguatamente attrezzata, per scopi educativi, formativi, ludici e ricreativi dedicata agli amici a quattro zampe, nonché per attività di Pet Therapy verso gli anziani e i più bisognosi.
Il quarto punto va ad arricchire anche la varietà arborea del Parco dell’Adda, infatti il progetto prevede la piantumazione di alberi con essenze autoctone e compatibili con l’habitat circostante, ma con funzioni di auto-sostenibilità a sostegno del progetto stesso. Ma non solo, perché la zona interessata sembrerebbe particolarmente favorevole per la piantumazione del tartufo nero.
E, infine, l’ultimo punto, ovvero la ristrutturazione di un immobile che diverrà luogo di divulgazione del patrimonio naturalistico del Parco Adda Nord, con una sala corsi e possibilità di visita delle scuole. La sua gestione verrà affidata al Corpo di vigilanza e alle associazioni naturalistiche per la promozione e la didattica inerenti alla tutela del territorio e potrebbe essere inoltre in parte dedicato a “nido aziendale” per le famiglie dei dipendenti oltre a comprendere un’area giochi esterna, con una stazione di ricarica per E-bike di pubblico utilizzo.
«All’estero ci sono acciaierie che investono considerevoli parti degli utili nel sociale, vogliamo farlo anche noi – ha continuato Beri – È un investimento non a scopo di lucro, ma benessere: vorrei una condizione per la quale i nostri lavoratori entrino in azienda orgogliosi di quello che stanno contribuendo a fare». E in questa partita l’azienda di Calolziocorte non sarà da sola. «Ci teniamo a mettere in evidenza l'impegno etico e sociale delle aziende associate – ha commentato Marco Piazza, direttore di Api Lecco Sondrio – e ci faremo coordinatori con l'azienda per superare tutti gli aspetti burocratici. Questo potrebbe essere un modello di welfare e questa filosofia potremmo proporla ad altre aziende o gruppi di aziende».