Sull'informatore

Il parroco di Monticello critica Matteo Salvini e il suo "non ci mancherà"

A seguito della morte di Moussa Diarra, 26enne originario del Mali in Italia da 8 anni come rifugiato politico

Il parroco di Monticello critica Matteo Salvini e il suo "non ci mancherà"
Pubblicato:
Aggiornato:

«Non ha senso incitare all’odio, in questo clima sociale in cui già moltissimi giovani provano una rabbia che non sanno come sfogare. Se a farlo, poi, è una persona in vista, che dovrebbe dare il buon esempio, penso che sia ancora più grave». E’ rimasto incredulo e profondamente deluso don Marco Crippa, parroco di Monticello, nel leggere il post che Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica italiana, nonché leader della Lega, ha pubblicato nei giorni scorsi sulla propria pagina Twitter a seguito della morte di Moussa Diarra, 26enne originario del Mali in Italia da 8 anni come rifugiato politico.

Il parroco di Monticello critica Matteo Salvini e il suo "non ci mancherà"

La vicenda risale a domenica 20 ottobre: attorno alle 7.15 del mattino, in stazione a Verona, ha aggredito con un coltello un agente della Polfer che gli aveva chiesto i documenti. L’agente ha estratto la pistola di ordinanza e ha sparato tre colpi: uno ha raggiunto al petto il 26enne e gli è risultato fatale, nonostante l’immediata chiamata ai soccorsi e i tentativi dello stesso poliziotto di rianimare il ragazzo.

Salvini ha postato sul suo account X (ex Twitter) il titolo del Corriere della Sera a riguardo - «Verona, straniero aggredisce gli agenti con un coltello: poliziotto spara e lo uccide» - con il commento «Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». Parole che hanno lasciato l’amaro in bocca a don Marco Crippa, tanto da spingerlo a scrivere un commento sull’informatore parrocchiale in proposito. «Eravamo vicini al giorno dedicato alla memoria dei defunti e mi ha dato molto fastidio che si dicesse che questo ragazzo non meritasse di essere ricordato come tutti gli altri - ha commentato il parroco - Mi è sembrata una grave mancanza di rispetto tanto nei confronti del ragazzo morto che verso il poliziotto che è stato costretto a ucciderlo e che ha anche cercato di rianimarlo. Non è una situazione da sottovalutare».

A infastidire il don, in particolare, il fatto che il commento sia arrivato da una persona in vista ed influente come Salvini. «Non serve incitare all’odio, viviamo già una situazione difficile, in cui tanti ragazzi sono pieni di rabbia. Sembra esserci una perdita di umanità e le parole di Salvini rappresentano proprio questo, quando invece bisognerebbe invitare alla solidarietà, alla serenità, all’aiuto reciproco. Mi ha dato molto fastidio questo modo di porsi nei confronti della morte di un uomo e tristemente molti commenti sotto il post di Salvini sono dello stesso tenore. Non abbiamo bisogno di qualcuno che faccia scuola di cattiveria».

Le parole del don sull'informatore parrocchiale

Sull’informatore parrocchiale, don Marco ha anche voluto sottolineare come quella di Moussa Diarra sia «una storia come tante, di cui sappiamo poco, ma di cui si parla tanto quando c’è bisogno di evocare l’emergenza immigrazione e farla diventare emergenza invasione. Una storia come tante di cui si parla meno quando intuiamo che grazie a storie simili c’è ancora qualcuno che raccoglie frutta e verdura per farli arrivare scontati nel nostro carrello della spesa o consegna pasti pedalando su una bicicletta nelle grandi città. Storie di uomini e donne a cui i contributi non vengono pagati, i cui salari sono tutti in nero, le cui condizioni di vita e di lavoro sono spesso degradati e degradanti e che aspettano anni una risposta per un permesso di soggiorno. Non solo mi stupisce, ma mi atterrisce che di fronte alla morte di Moussa Diarra, il ministro Matteo Salvini abbia voluto perdere l’occasione di tacere come si dovrebbe fare di fronte alla morte di un uomo e abbia voluto invece farci sapere che: “Con tutto il rispetto, non ci mancherà”».

Nelle parole di Salvini, ha continuato il don, «non c’è tutto il rispetto che la morte chiede. Non ce ne è neppure una briciola. Non c’è neppure una briciola di pietà umana. Non vedo e non capisco neppure il motivo di esprimersi così su una vicenda di cui in quel momento si sapeva proprio poco e che ancora adesso è da chiarire. Non capisco il motivo per esprimere un giudizio così tagliente sulla vita di una persona di cui non sapevamo quasi nulla».

Un commento, quello di Salvini, che potrebbe essere «pericoloso» sotto diversi punti di vista, secondo don Marco. «La situazione non è chiara, non sto dicendo che il ragazzo non abbia aggredito per primo i poliziotti - ha infatti sottolineato don Marco - Ma se si da seguito a quei pensieri che possono venire a chiunque, ma che devono essere messi da parte, pensieri come “Se l’è cercata”, si rischia di sconfinare in un territorio pericoloso. perché il passo poi è breve, tristemente, nel dar seguito anche a pensieri come “Se la ragazza aveva la minigonna, allora se l’è cercata”. Se quel pensiero fosse morto nella pancia dove certo è nato anche ad altri (i commenti che il post del ministro ha ricevuto lo confermano), non mi sarebbe mancato. Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni o anche solo autorizzi a disprezzare o a dar voce ai nostri pensieri peggiori».

Il parroco ha quindi invitato la comunità monticellese a rimanere fedele alla propria umanità, usando la ragione per «filtrate» i pensieri più impulsivi e «rispedirli al mittente». «Abbiamo anche una testa che quando è ben educata e accompagnata dal nostro senso morale, affinata da qualche buona lettura e buone frequentazioni, ci spinge, nella maggior parte dei casi, a rimandare quei pensieri al mittente, in basso, da dove sono venuti. Quando escono e ci fanno superare certi confini, è difficile poi tornare indietro. Non è perbenismo, non è buonismo o ipocrisia. Si chiama umanità, quella che a volte manca».

Il pensiero del parroco è andato quindi ai giovani: «Stanno capitando episodi gravi, in cui sono coinvolti proprio i ragazzi. In un clima così bisogna pensare bene a quello che si dice, soprattutto se si ha un ruolo nella società come quello di Salvini».

Le reazioni della comunità

Il commento di don marco Crippa sull’informatore parrocchiale non è passato inosservato e qualche monticellese lo ha anche chiamato per ringraziarlo delle sue parole.
«Temevo e forse un po’ mi aspettavo che sarebbe capitato l’opposto - ha commentato il sacerdote - Magari chi la pensa diversamente non ha osato chiamarmi o ha fatto finta di niente, non saprei. Però sono contento di aver trovato un buon riscontro nella mia comunità».

Un messaggio, quello di don Marco Crippa, che il religioso ha riassunto nel titolo scelto per il suo commento sull’informatore, in contrasto diretto con le parole scritte da Salvini: «Ci mancherà».

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali