Il Consiglio comunale di Merate commemora Giulia Cecchettin
Diversi gli interventi pronunciati dagli esponenti della maggioranza e dell'opposizione
Un minuto di silenzio in Consiglio comunale di Merate dopo il femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta. Come era accaduto poco prima a Sirtori e settimana scorsa a Olgiate Molgora, anche in città l'Assise si è aperta con un momento di riflessione prima dell'inizio dei lavori dell'aula nella serata di venerdì 23 novembre.
Giulia Cecchettin, minuto di silenzio in Consiglio comunale a Merate
Prima di dare inizio al Consiglio comunale, il sindaco Massimo Panzeri ha chiesto a tutti i presenti un minuto di raccoglimento in memoria di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa e gettata in un canale dall'ex fidanzato Filippo Turetta lo scorso 11 novembre.
Subito dopo, a prendere la parola è stata la consigliera del gruppo "Cambia Merate" Patrizia Riva, la quale ha dato lettura della poesia di Cristina Torre Cáceres, architetta peruviana, diventata virale a seguito della drammatica vicenda.
Successivamente ha preso la parola il capogruppo della maggioranza di "Più Prospettiva", Alessandro Vanotti, il quale ha dato lettura di un suo intervento. In uno dei passaggi, Vanotti sostiene che per risolvere il fenomeno della violenza di genere "probabilmente è necessario partire dal pensiero degli uomini e dalla cultura della nostra società". "La società cambierà solo se per primi proprio gli uomini spiegheranno a tutti i giovani, che l'amore non è mai possesso, non è mai violenza, non è mai ossessione - prosegue - Crediamo però sia importante, al di la delle valutazioni che lasciamo ovviamente agli esperti, proporre qualcosa che vada al di là delle pur giuste e valide sollecitazioni, attuate attraverso dibattiti, dichiarazioni, confronti, iniziative".
Infine l'intervento della consigliera di maggioranza Norma Maggioni, che riportiamo integralmente:
La povera Giulia è l'ennesima donna uccisa perché inascoltata, perché le sue richieste di aiuto non sono state comprese e intercettate nemmeno da chi le stava più vicino.
Ciò mi induce ad una riflessione ancora più personale, come donna al pari di altre quattro colleghe di questo consiglio. Sono impegnata nella vita amministrativa e se vogliamo anche associativa della nostra città. Non basta attendere l'evento drammatico per poter esprimere a tutti il nostro essere donne, donne libere e capaci di esporsi assumendosi precise responsabilità.
A volte, può bastare anche una infelice espressione per mortificarci, per ridurci in un angolo, per ricordarci che siamo goffe, silenti e anche incapaci di svolgere un ruolo pubblico.
Questa è violenza, certo non fisica, ma morale che prende le viscere e ci fa piangere proprio come quelle donne che vengono picchiate o rinchiuse in casa.
L'esposizione alla mortificazione è l'essenza stessa della violenza, owvero, della sopraffazione gratuita finalizzata esclusivamente all'affermazione di una supremazia da "Big Jim" destinata a sgonfiarsi un secondo dopo la sua stessa comparizione. Non mi aspetto applausi, né, tantomeno, elogi, ma la solidarietà quella ce le meritiamo tutte noi sia in questo consiglio che nella nostra stessa società perché nessuno deve sentirsi legittimato a denigrarci. Ecco, questa sera ho fatto sentire la mia voce, l'ho fatto per Giulia e per tutte le donne, e più tardi farò anche un salto; lo devo a me stessa.