Solidarietà

Il centro Fahasoavana in Madagascar si presenta alla Strapagnano

Il missionario Roberto Casiraghi, originario di Pagnano, vive da vent’anni sull'isola africana, dove si dedica a importanti progetti umanitari

Il centro Fahasoavana in Madagascar si presenta alla Strapagnano

L’edizione di quest’anno della Strapagnano ha visto il ritorno di una figura molto cara alla frazione: Roberto Casiraghi.

Originario di Pagnano, Casiraghi vive da vent’anni in Madagascar, dove si è dedicato a importanti progetti umanitari.

La corsa podistica è stata l’occasione perfetta per raccontare e condividere con la sua comunità d’origine il suo ultimo progetto: l’apertura di un centro medico in una delle zone più povere e isolate del Madagascar.

Il centro Fahasoavana in Madagascar si presenta alla Strapagnano

«Grazie a Pagnano abbiamo avuto un aiuto per poter costruire questo centro e devo dire grazie a tanta gente e a tante iniziative che sono partite anche da questo paese» ha spiegato il missionario.

Il progetto si è concretizzato nel dicembre 2024 con l’inaugurazione ufficiale del Centro «Fahasoavana», sorto a circa venti chilometri dalla città di Mahajanga, un centro moderno e attrezzato in un villaggio povero, che non godeva di alcun servizio medico nelle vicinanze.

«È stato pensato perché nella zona dove vivevamo, fuori dalla città di Mahajanga, non c’era alcun servizio medico. La gente doveva partire, farsi nove, dieci chilometri, a volte nel fango, per poter arrivare alle cliniche – racconta Roberto Casiraghi – Tante volte, le donne che dovevano partorire alla fine partorivano per strada».

Insieme alla moglie Rabarijaona Karinah, infermiera di professione e oggi direttrice del centro, Roberto ha cominciato a gettare le basi del progetto circa tre anni fa: «All’inizio pensavamo a una piccola casa, una piccola struttura, perché non avevamo grosse possibilità».

E’ stata la «Divina Provvidenza», secondo Roberto, che gli ha dato la possibilità di creare qualcosa di più grande, dando vita a un centro con una sala medica, un pronto soccorso, una sala parto, un reparto degenza e una farmacia. Il personale è composto da una decina di operatori sanitari: un medico, due ostetriche, due infermieri, un responsabile della farmacia, personale per pulizie e sicurezza.

Una struttura realizzata senza il sostegno di grandi associazioni, ma con il supporto di singoli donatori e conoscenti. Il centro è riconosciuto ufficialmente dallo Stato del Madagascar, che ha rilasciato tutte le autorizzazioni necessarie: «Siamo in perfetta armonia con la sanità malgascia. Non è un’iniziativa improvvisata, ma un centro vero e proprio».

Il legame di Roberto con il Madagascar è cominciato 20 anni fa, quando si trasferì per seguire da vicino i progetti dell’associazione italiana di cui ancora oggi è presidente, che opera in favore dei bambini nel mondo. «Mi ero trasferito per aiutare le persone, lavorando come subacqueo. I soldi che arrivavano all’associazione venivano utilizzati come aiuti» ha spiegato.

Dopo il periodo del Covid si è trasferito a Mahajanga, è lì che ha preso forma l’idea del centro. Da lì, ora, parte la speranza per persone che prima non avevano alcun accesso alle cure.

Arianna Vergani