Il casotto di Pessina diventerà "luogo di memoria e resistenza"
Alle 20.30, nella chiesa di San Donnino a Giovenzana, sarà proposto un monologo teatrale tratto da «Cronache di una prigionia 1943-1945»

Il casotto di Pessina diventerà ufficialmente un «luogo di memoria e resistenza». Ad annunciarlo è l’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) che, con il Comune di Colle Brianza e il gruppo Alpini Campanone, organizza per sabato 12 aprile una rappresentazione sul tema de «La resistenza sul Monte di Brianza» oltre alla posa di una targa commemorativa in loco.
Il casotto di Pessina diventerà "luogo di memoria e resistenza"
Alle 20.30, nella chiesa di San Donnino a Giovenzana, sarà infatti proposto un monologo teatrale tratto da «Cronache di una prigionia 1943-1945» (le memorie di don Riccardo Corti) a cura di Stefano Pirovano e con Campsirago Residenza.
Nel settembre 1943, durante la Seconda guerra mondiale, l’allora parroco di Giovenzana, don Riccardo Corti, con l’aiuto della popolazione locale, dette rifugio a sette prigionieri alleati fuggiti da un campo di internamento di Ponte San Pietro e che attendevano il momento opportuno per varcare la frontiera della Svizzera. Il prevosto procurò loro un posto dove poter dormire: cinque furono ospitati in una casa rustica del paese, altri due nella baita, poco distante da Giovenzana, sfamati dalla popolazione per un intero mese. Fino a quando, il 10 ottobre 1943, alle 4 del mattino, il paese e la baita vennero circondati dalle truppe delle SS tedesche e della Guardia nazionale repubblicana che arrestarono il parroco, fucilando seduta stante i due spagnoli. I fascisti minacciarono poi di radere al suolo Giovenzana, colpevole di aver offerto rifugio e ristoro ai sette partigiani, ma il paese fu salvato dal sacrificio di don Riccardo, che si offrì di essere deportato nei lager tedeschi.