"Ha una grave forma di autismo, ma è il primo in Italia a diplomarsi" un titolo irricevibile, offensivo e profondamente ignorante. Implica che una persona autistica non possa aspirare a un diploma, e rafforza il cliché abilista del "miracolo nonostante la diagnosi". Ma soprattutto, usa l’espressione "grave forma di autismo" una formula senza base scientifica.
Non esiste un “autismo grave”. L’autismo non è una scala di gravità. Si tratta di una condizione neurodivergente che può manifestarsi in modi diversi, e ciò che varia è il livello di supporto necessario, non l’intensità dell'autismo. Inoltre, molte persone autistiche praticano il masking, cioè nascondono o compensano le proprie caratteristiche autistiche per adattarsi alle aspettative sociali. Questo le rende meno “visibili”, ma non meno autistiche.
Invece di alimentare una narrazione paternalistica, i media dovrebbero fare il minimo indispensabile: informarsi. E cosa c’è di meglio che confrontarsi con associazioni formate interamente da persone autistiche (es Brianza Autistica, attiva sul nostro territorio). Realtà come questa offrono divulgazione competente, rispettosa e centrata sulle esperienze reali. Coinvolgere chi vive la neurodivergenza è l’unico modo per evitare narrazioni distorte e offensive.
Basta parlare sull’autismo, iniziamo a parlare con le persone autistiche.