Graziano Caruso, 100 volte sulla Grignetta
Grande impresa per il manager di 49 anni. "Mi sono appassionato alla montagna per battere l’obesità"
Cento volte sulla Grignetta in un anno. Anzi, più precisamente in 342 giorni.
L’impresa, per Graziano Caruso, manager 49enne residente a Cremella, è arrivata infatti lo scorso 8 dicembre, nella giorno dell’Immacolata. In meno di un anno è riuscito a raggiungere cifra tonda di salite sui 2.177 metri della Grigna meridionale, meta di tanti appassionati alpinisti lecchesi e non solo. Residente in paese dal 2014, ha raccontato di aver scelto l’abitazione in cui attualmente vive proprio perché affacciata sulle sue montagne preferite.
Graziano Caruso le cento volte sulla Grignetta
«I requisiti della casa che cercavo era la vista sulle Grigne e che non fosse troppo lontana per raggiungerle – spiega - Il mio primo approccio con la scalata è piuttosto recente. Tutto è partito nel 2012. Venivo da una situazione di obesità e il consiglio del mio medico era quello di prendermi del tempo per fare delle passeggiate all’aria aperta. Quell’anno persi 20 chili. Così in poco tempo sono passato dal raccogliere le margherite ad appassionarmi seriamente alla montagna, dedicandomi con impegno alle scalate».
Con gli anni, Caruso è diventato sempre più esperto, riuscendo a toccare vette anche attorno ai 4mila metri, come nel caso delle recenti ascese al Lagginhorn, in Svizzera, e al Monviso.
«Dopo tanti anni di allenamento, quella della Grignetta risulta per me una passeggiata impegnativa, che comunque non invito nessuno a sottovalutare – ha proseguito il cremellese – La cosa più difficile, probabilmente, è stato trovare il tempo di salire e scendere tutte queste volte. Quando mi sono prefissato questo obbiettivo, ad inizio anno, mi sono detto che avrei trovato il tempo per farlo senza trascurare famiglia e lavoro. E così ho fatto. Certo, è stato utile anche lavorare in smart working per metà del tempo». L’uscita tipo, prosegue Caruso, è quella mattutina, con sveglia all’alba, oppure pomeridiana con il tramonto.
«Raggiungo i Piani dei Resinelli in auto e salgo - spiega - In estate, con un’attrezzatura molto leggera, impiego un’oretta, mentre d’inverno, essendo un po’ più pesante, circa un’ora e venti. Alcune di queste scalate le ho fatto con amici e conoscenti appassionati di montagna. Per 22 volte è venuto con me anche mio figlio Riccardo. Per me sono state 100 evasioni dalla vita di tutti i giorni, dagli impegni del lavoro e quant’altro. Questa è la sensazione che più di tutte vado cercando in tutte le mie salite».