Giornata mondiale contro il cancro, Silvia Villa: "Bisogna tutelare i più vulnerabili e i più fragili"
Nella giornata del 4 febbraio riflessioni e bilanci della presidente della sezione lecchese della Lega italiana per la lotta ai tumori
Di Silvia Villa, presidente della sezione lecchese della Lega italiana per la lotta ai tumori
Oggi, 4 febbraio 2022 si celebra la Giornata mondiale contro il cancro. Una ricorrenza che l’emergenza sanitaria ha reso, se possibile, ancor più significativa, viste le conseguenze provocate dalla pandemia non solo sul sistema sanitario ma anche sul mondo del volontariato, e a farne le spese, in entrambi i casi, sono state le persone.
La sospensione degli screening di prevenzione e diagnosi precoce, la diminuzione delle prestazioni diagnostiche e strumentali e la riduzione delle visite ambulatoriali dovute alla pandemia hanno infatti provocato un milione di diagnosi di neoplasia in meno in Europa (Esmo, settembre 2021).Inoltre entro il 2040 il numero dei casi crescerà del 21% anche perché il periodo di lockdown ha aumentato la diffusione di stili di vita errati in Italia: fumo (10 milioni di fumatori d’età superiore ai 14 anni) e consumo di alcol, ai quali si somma nel 35% degli adulti nessuna attività fisica.
Tutto questo inficerà per fortuna solo in piccola parte i risultati ottenuti dai nuovi protocolli di trattamento, sempre più efficaci quando sono precoci, sull’aumento della sopravvivenza, ma soprattutto inciderà sulla qualità di vita delle persone a cui è stata fatta una diagnosi tardiva, sia per i problemi esposti sopra che per la paura di molti a rivolgersi alle strutture sanitarie durante il periodo di pandemia per il pericolo di maggiori contagi.
Un altro problema che si è evidenziato prepotentemente in questo periodo è quello della solitudine e delle sue conseguenze. Problema che, come ci viene spiegato da più esperti, è trasversale a tutte le età, condizioni sociali e familiari.
Va sottolineata soprattutto la solitudine durante i ricoveri (gli accessi non sono permessi nei reparti Covid e sono contingentati nei reparti “puliti”) e per lo stesso motivo viene a mancare il supporto nelle decisioni sanitarie e anche sul proprio futuro.
Questi problemi sono stati affrontati nel periodo di emergenza con soluzioni di buona volontà e messe in campo senza un progetto studiato e condiviso. Una delle risposte a tutti questi problemi può essere l’utilizzo del volontariato anche per la sua capacità di unire le realtà sanitarie e il territorio che ben conosce nelle sue diversità da zona a zona.
Il volontariato possiede infatti la capacità di mettere al centro la persona e di prendersene cura rappresentando i bisogni dei cittadini e di costruire soluzioni.
Il Volontariato della Lilt Lombardia (più di 2.005 volontari attivi) tra le altre cose ha rappresentato storicamente uno degli attori principali delle politiche di educazione alla salute e di prevenzione, attuando, con risorse proprie, campagne e azioni promozionali rivolte sia all’intera cittadinanza che a fasce specifiche della popolazione.
La Lilt provinciale di Lecco ha partecipato fattivamente con i suoi 104 volontari attivi a tutte queste attività durante tutto il periodo della pandemia (ad esclusione del periodo di lockdown totale) con spirito di vicinanza e condivisione dei problemi con tutte le persone. Sono stati sempre applicati tutti i Dpcm, ma nessuno dei volontari ha rinunciato alla presenza ritenendo fondamentale garantire alle persone l’esserci.
Durante il 2021 sono state erogate 6.621 visite di prevenzione oncologica e di diagnosi precoce con un tesseramento di 4.256 soci.
Non si sono mai interrotti gli interventi educativi nelle scuole della provincia, anche da remoto, costringendo i nostri volontari a digitalizzarsi con grande partecipazione (con l’Istituto Greppi ci siamo classificati terzi a un concorso nazionale sulla vaccinazione Hpv).
Per questo attualmente la nostra associazione è coordinatrice di tutte le associazioni Lilt della Lombardia e delle venticinque associazioni della Consulta dell’Ambito Meratese Casatese.
Il sistema socio sanitario non si fa ancora totalmente carico della persona ammalata ma solo della sua malattia e c’è quindi la necessità di immaginare sistemi di cura che si occupino del paziente, dal suo luogo di vita e di lavoro.
Per tutto quanto illustrato le associazioni della Lega per la lotta contro i tumori Lombardia, con le altre associazioni della Consulta, hanno proposto all’assessorato al Welfare di Regione Lombardia l’istituzione di una task force di volontari formata in modo continuativo. In considerazione del blocco delle attività del volontariato e della possibilità di un ulteriore prolungamento dell’infezione da Covid e della prevedibile possibile insorgenza (legata alla globalizzazione) di nuove epidemie o pandemie.
Pensiamo che la nostra offerta di cooperazione (aperta ad altre associazioni del territorio per salvaguardare la specificità delle patologie) rappresenti un’opportunità per un nuovo sistema sanitario che sia veramente universale ed efficace nella sua azione, favorendo la tutela dei soggetti più fragili e vulnerabili.
Dottoressa Silvia Villa, presidente sezione lecchese Lega italiana per la lotta ai tumori