testimonianze

Giornata del Rifugiato: Bulciago promuove l'integrazione

La mediatrice culturale Amaka Ethel Nwokorie, ex vittima di tratta, ha raccontato la sua storia

Giornata del Rifugiato: Bulciago promuove l'integrazione
Pubblicato:

L’integrazione passa attraverso la conoscenza dell’altro. Ha fatto tappa a Bulciago, con la testimonianza della mediatrice culturale Amaka Ethel Nwokorie, «Conoscere per integrarsi», un progetto gestito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera per gli Ambiti di Merate, Lecco e Bellano in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato.

Giornata del Rifugiato a Bulciago

«Con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’accoglienza, delle migrazioni e dell’integrazione delle persone straniere, attraverso momenti di incontro, riflessione e festa, la serata a Bulciago, che si è tenuta venerdì 20 giugno 2025, è stata particolarmente toccante» ha esordito la vicesindaca Raffaella Puricelli presentando, all’interno della scuola primaria, la mediatrice.

Ospite della serata anche Davide Biffi, coordinatore del Sistema di Accoglienza e Integrazione della Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino, che ha sottolineato lo storico legame con il territorio bulciaghese, tra i primi Comini in Provincia di Lecco ad aderire al Sai: «ll legame con Bulciago è sempre rimasto forte, grazie alla presenza di amministratori che questa sera ritroviamo qui, tra il pubblico, a testimoniare un percorso di accoglienza che non è mai stato calato dall’alto, ma frutto di una scelta responsabile e condivisa. Un cammino costruito insieme, in cui al centro è stata posta la persona, prima di tutto».

La testimonianza di una vittima di tratta

La parola è poi passata a Amaka Ethel Nwokorie, che insieme a Duccio Facchini di Altraeconomia, ha ripercorso la sua reale esperienza di vittima di tratta e la sua rinascita attraverso lo studio e l’impegno sociale, ripresi anche nel libro “Le parole di mio padre”. «Il mio viaggio in Italia è iniziato nel 1995, quando sono partita dalla Nigeria spinta da una promessa e da un’opportunità che non mi interessava e che non ho cercato perché io volevo restare nel mio Paese a con la mia famiglia e continuare il mio percorso di studi ben avviato. Sono arrivata in un mondo difficile, sono stata vittima di sfruttamento, ma non ho mai smesso di lottare per riprendere in mano la mia vita e il mio futuro. L’italiano all’inizio era un nemico, odiavo quella lingua che rappresentava la mia sofferenza, ma poi è diventata la mia arma, il mio strumento di difesa e di rinascita. La mia storia non è solo dolore, è soprattutto speranza e forza di reazione. Ho voluto dare voce a chi troppo spesso viene ignorato o raccontato in modo distorto».

La vicesindaca: "Andiamo oltre i pregiudizi"

Una serata ricca di emozioni e di riflessioni che, come hanno ricordato Puricelli e il sindaco Luca Cattaneo, «ha colpito profondamente tutti i presenti, offrendo uno spunto autentico su cosa significhi davvero resistere, rinascere e dare voce a chi troppo spesso rimane inascoltato» e che ricorda «l’importanza di andare oltre i pregiudizi ed affiancare ai dati statistici il valore umano delle storie, senza però trasformare chi ha sofferto in vittima sacrificale o in oggetto di narrazioni comode che zittiscono le coscienze dell’Occidente».

Necrologie