Flash mob in piazza: “Salviamo l’ospedale di Merate”
Si è svolto nella mattinata di sabato 14 ottobre, quasi 200 le persone presenti
Flash mob in piazza Prinetti a Merate per “salvare il Mandic” e “difendere la sanità pubblica”. Sono stati queste le ragioni che hanno spinto Pd, Movimento 5 Stelle, Verdi e Sinistra Italiana ad organizzare nella mattinata di sabato 14 ottobre il presidio in centro città, al quale hanno preso parte quasi 200 persone.
Flash mob in piazza a Merate, catene per manifestare solidarietà
Il presidio, promosso a seguito delle recenti vicende che hanno riguardato in modo particolare l’ospedale Mandic di Merate, ha avuto inizio alcuni minuti dopo le 9.30. I partecipanti sono stati invitati a formare un cordone umano davanti a Palazzo Prinetti e a stringere tra le mani una catena a rappresentare i diversi operatori sanitari (primari, medici e infermieri) che negli ultimi tempi hanno rassegnato le proprie dimissioni o si sono licenziati dall’Asst di Lecco.
Proprio da qui è partito l'intervento di Mattia Salvioni, segretario del Pd di Merate. “Siamo qui per denunciare una situazione che ormai possiamo definire cronica e molto grave – ha sottolineato - Come Pd abbiamo promosso una raccolta firme che ha avuto molto successo. E’ stata la prima di una serie di azioni che intraprenderemo con l’obiettivo di far capire a Regione Lombardia e al territorio quanto il nostro ospedale sia importante e quanto la sanità pubblica sia al centro del nostro territorio”.
E’ seguito l’intervento dell’osnaghese Milva Caglio, rappresentante di Sinistra Italiana. “In Regione abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere conto del futuro del Mandic – ha esordito – Stiamo aspettando ancora oggi una risposta. Vogliamo subito la nomina di un nuovo direttore generale che elabori al più presto un progetto di rilancio del nostro ospedale”.
La parola è poi passata ad Eleonora Lavelli, di Imbersago, esponente di Azione. “I bandi indetti dall’Asst di Lecco ormai vanno quasi tutti deserti – ha spiegato – Il fatto che non si riesca ad attirare professionisti sul territorio è un problema molto serio. A farne le spese sono settori molto importanti e delicati come la psichiatria e la ginecologia. Azione c’è e vogliamo fare in modo che i professionisti sposino il progetto del Mandic”.
Una rappresentante lecchese del Movimento 5 Stelle ha evidenziato poi che “il nostro territorio non può essere dimenticato sulla partita della sanità”. A margine del flash mob 5stelle di Merate Pierluigi Bonfanti ed Elena Calogero hanno integrato l’intervento, sostenendo che “da fonti dirette – ha evidenziato Bonfanti – sappiamo che il Mandic diventerà un polo geriatrico, ed è preoccupante”. Calogero ha invece sottolineato che “l’articolo 32 della Costituzione definisce quello per la salute un diritto fondamentale: nient’altro nella carta costituzionale viene definito fondamentale”.
Presente in piazza Prinetti anche il senatore lecchese di Sinistra Italiana Tino Magni. “Questo governo ha ridotto la spesa sanitaria di 5 miliardi di euro – sono state le sue parole – Con un budget così, problemi come quelli del Mandic non potranno che aumentare”.
Onorio Rosati, consigliere regionale dei Verdi, ha sottolineato altri aspetti. “Ricordatevi tutti che ci è stata negata la possibilità di fare un referendum per chiedere ai cittadini un giudizio sulla sanità pubblica e privata – ha detto – Dobbiamo cambiare i criteri di come vengono prese le scelte. L’aspetto politico è più determinante di qualsiasi strategia possa seguire un direttore generale”.
A chiudere la carrellata di interventi il consigliere regionale del Pd Gian Mario Fragomeli. “I problemi del Mandic non sono i problemi della sanità pubblica, è un messaggio che non deve passare – Se tanti professionisti se ne sono andati vuol dire che i problemi sono specifici. Il direttore generale di questa azienda deve andare via. Serve qualcuno che abbia a cuore questo presidio come lo ha a cuore questo territorio”.