Solidarietà

Fino all'ultimo respiro, nasce l'associazione in ricordo di Alessia

L'atto costitutivo firmato il 20 marzo, quest’anno primo giorno di primavera

Fino all'ultimo respiro, nasce l'associazione in ricordo di Alessia
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Ha vissuto «fino all’ultimo respiro», e non tanto per dire, e ora l’associazione costituita da familiari e amici in sua memoria è stata battezzata proprio così.
E’ nata ufficialmente il 20 marzo, quest’anno primo giorno di primavera, l’associazione in ricordo di Alessia Mantonico, giovane affetta da fibrosi cistica scomparsa nel novembre del 2020, a soli 24 anni.

Fino all'ultimo respiro, nasce l'associazione in memoria di Alessia

Durante la sua breve vita la ragazza, che abitava con i genitori Giuseppe e Nicolina e con le sorelle maggiori Francesca e Angela nella frazione di Bevera, si è sempre impegnata per sensibilizzare e far conoscere in maniera approfondita la sua malattia, raccogliendo anche fondi per la Lega Italia Fibrosi Cistica Lombardia tramite banchetti di dolci natalizi e pasquali.

La famiglia e gli amici di Alessia al momento della firma dell’atto costitutivo dell’associazione (al centro con i maglioni chiari le sorelle Angela e Francesca)

«Il nome dell’organizzazione “Fino all’ultimo respiro” fa riferimento allo spirito tenace con cui Alessia ha affrontato la sua battaglia, tanto da diventarne il suo motto - ha esordito Francesca - Per il logo, invece, è stata scelta una farfalla, simbolo di un ciclo vitale breve ma che, nella sua effimera condizione, diventa libera lasciando degli insegnamenti, un’importante eredità per il futuro. Le ali di questa farfalla ricordano dei polmoni, uno degli organi principalmente colpiti dalla malattia, mentre all’interno di esse sono raffigurati dei fiori e delle sponde d’acqua, entrambi simbolo di vita e di rinascita».
Proprio per simboleggiare la rinascita, l’atto costitutivo dell’associazione è stato firmato il 20 marzo. «Non è stato un percorso semplice, perché dar vita ad associazione e farla continuare è impegnativo. In tanti ci avevano detto che le associazioni in memoria di familiari o amici scomparsi sono numerose ma poi si spengono in fretta, invece abbiamo trovato l’aiuto del notaio Luciano Quaggia, che ha abbracciato la nostra causa, anche perché conosceva già la fibrosi cistica, motivandoci ad andare avanti» ha spiegato Angela, che nel sodalizio ricopre la carica di vicepresidente, mentre Francesca quella di presidente.
«Nel direttivo ci sono anche i nostri genitori, il fidanzato di Alessia Raffaele Bergantin, nostra cugina Annalisa Laganà, che sarà tesoriere, Leonardo Longhi, Isaco Mamputu Luntadila, Giulia Pirovano (segretaria), nostro cugino Lorenzo Prostamo e Luca Saini - prosegue Francesca - Il Attraverso l’attività dell’associazione, vogliamo continuare il percorso intrapreso da Ale, che per anni con passione e coraggio si è spesa a sostegno della lotta contro la fibrosi cistica aderendo alle diverse iniziative promosse da enti e associazioni già attive sul territorio lombardo e nazionale».

Il logo dell’associazione Fino all'ultimo respiro

Il secondo passaggio, poi, non limitato alla fibrosi cistica, sarà quello di offrire occasioni di confronto e riflessione sul tema del lutto, come spiega Angela: «E’ ancora un tabù e invece noi vogliamo abbracciare questo tema e magari creare anche una rete per mettere in contatto persone che hanno vissuto questo tipo di esperienza, magari organizzando degli incontri con esperti».
Insomma, le idee ci sono tutte e piano piano i familiari e gli amici di Alessia sono intenzionati a farle maturare. «Un passo alla volta - confermano le sorelle - Ale avrebbe voluto aprire una delegazione lecchese per la fibrosi cistica e sicuramente sarebbe stata felicissima di vedere questa associazione. Noi ci mettiamo il cuore e la ricordiamo con il suo motto».
Sabato 1° aprile Francesca, Angela e alcuni amici saranno fuori dal santuario di Bevera per la vendita dei dolci pasquali in favore della Lifc, dopo di che inizieranno a pensare alle prime iniziative come associazioni, probabilmente in estate.
Per ricordare la loro Ale, che nonostante il fiato corto e le limitazioni quotidiane della sua malattia, i pregiudizi e e le difficoltà ha davvero vissuto con il sorriso «fino all’ultimo respiro».

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