Generazione Z

Fenomeno Taylor Swift, chi sono gli "swifties" meratesi

Oltre 150mila spettatori a San Siro per la cantautrice americana, tra cui anche tantissimi giovani meratesi: da loro ci siamo fatti spiegare il fenomeno Taylor Swift

Fenomeno Taylor Swift, chi sono gli "swifties" meratesi
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Fenomeno Taylor Swift: oltre 150mila spettatori in due giorni, sabato 13 e domenica 14 luglio, tra cui anche tantissimi giovani meratesi.

O meglio, swifties. Questo il nome che accomuna i fan più sfegatati della cantautrice americana Taylor Swift, la cui fama e il cui successo stanno ottenendo negli ultimi anni picchi planetari.

Fenomeno Taylor Swift, chi sono gli "swifties" meratesi

Ne sono una dimostrazione i due concerti tenuti nello scorso weekend allo stadio San Siro di Milano. Un appuntamento imperdibile, data la vicinanza, anche per i giovani  del nostro territorio.

Da loro ci siamo fatti raccontare in che cosa consiste questo «fenomeno Swift».

Sociologo e fan, parla Simone Ghezzi Colombo: «Funziona perché è versatile e intergenerazionale»

Al primo concerto non solo di Taylor Swift ma in assoluto, ha voluto concedersi il bis. Simone Ghezzi Colombo, 24 anni di Olgiate Molgora, dove è presidente della Consulta Giovani, a vedere la sua cantante preferita, lo scorso fine settimana, ci è andato due volte: la prima, sabato, da solo nel parterre, a pochi metri dal palco; la seconda, la sera successiva, accompagnato dall’amica Clarissa Stucchi e dal suo ragazzo Michele Magrin, consigliere comunale di Merate, un po’ più defilato sugli spalti.

Michele Magrin, Simone Ghezzi Colombo e Clarissa Stucchi al concerto

«Sabato ho seguito il concerto dalla seconda fila, domenica è stata un’esperienza più leggera, anche se è stato utile per poter cogliere tutto il lavoro e le scenografie che stanno dietro, impercepibili quando si è in parterre» racconta il 24enne, che nella vita è un sociologo. Per questo, dal suo ampio racconto dell'esperienza emerge una lettura più approfondita del fenomeno Swift.

«E’ affascinante osservare come numerosi fattori si siano allineati per catapultarla al rango dei più grandi artisti della storia - spiega - Da un punto di vista commerciale, è l'unica artista debuttante nel 21esimo secolo a entrare nella top 10 degli artisti più venduti di tutti i tempi. Il primo aspetto che emerge è la sua straordinaria versatilità musicale. La sua capacità di creare musica che attraversa vari generi le permette di attrarre fan di diversi gusti musicali. E' poi un fenomeno intergenerazionale. Ha iniziato a esibirsi a soli 11 anni, scrivendo canzoni a 12 e pubblicando il suo primo album a 16 nel 2006. Molti dei suoi fan la seguono da allora e ha la capacità di rimanere rilevante e affascinante anche per le nuove generazioni. Quindi oggi, a 34 anni, ha con sé un pubblico vasto, che spazia dai giovanissimi ai quarantenni. Ma ciò che veramente la distingue è la sua capacità di cantautrice: riesce a trasformare ogni emozione, anche quella più fugace, in canzoni».

A fare un resoconto che va un po’ oltre l’esperienza vissuta domenica sera è anche Magrin. «Tra le cose che mi hanno colpito di più c’è l’organizzazione della fan base più affezionata - spiega - Swift è sicuramente un’artista molto apprezzabile per la sua scrittura. Penso anche che l’attenzione che riesce ad attirare su di sé sia dovuta al fatto di essere una celebrità molto riservata e discreta, a differenza della maggior parte delle altre».

L'analisi sociologica del "fenomeno Swift"

Ecco quanto scrive ancora l'olgiatese Simone Ghezzi Colombo:

Il primo aspetto che emerge è la sua straordinaria versatilità musicale. La sua capacità di creare musica che attraversa vari generi le permette di attrarre fan di diversi gusti musicali. Ogni album di Taylor è collegato a una "Era" distintiva (il concerto si chiama infatti The Eras Tour), con una nuova estetica e un suono che lo rendono unico. Questo le ha consentito di costruire una discografia che spazia dal country al pop, dal folk all'indie, ognuno dei quali riesce a conquistare nuovi ascoltatori e a mantenerli coinvolti.

E' poi un fenomeno intergenerazionale. Ha iniziato a esibirsi a soli 11 anni, scrivendo canzoni a 12 e pubblicando il suo primo album a 16 nel 2006. Molti dei suoi fan la seguono da allora, e ha la capacità di rimanere rilevante e affascinante anche per le nuove generazioni. Quindi oggi, a 34 anni, ha con sè un pubblico vasto, che spazia dai giovanissimi ai quarantenni.

Ma ciò che veramente la distingue è la sua capacità di cantautrice: riesce a trasformare ogni emozione, anche quelle più fugaci, in canzoni. Questo, complessivamente, significa l’avere una vera e propria spalla a cui appoggiarsi in qualsiasi ambito e fase della propria vita: qualsiasi emozione si ha, Taylor ha sicuramente nel suo grande catalogo una canzone che saprà raccontare al meglio e farti rielaborare quello che provi.

Ha poi reso l’ascoltare le sue canzoni anche una battaglia etica, per i diritti dei cantanti. Nel 2019, i suoi primi sei album sono stati venduti per 300 milioni di dollari senza il suo consenso e senza darle la possibilità di riacquistarli. Ha iniziato allora una vera battaglia per far sì che gli artisti potessero essere i proprietari delle loro creazioni: ha deciso di creare e ri-rilasciare nuove versioni delle sue canzoni e album, denominate "Taylor’s Version". Quindi, l’ascoltare una canzone dei suoi primi 6 album denominata (Taylor’s Version), invece della versione senza questa dicitura, significa supportare lei direttamente come artista – ed opporsi ai grandi magnati dell’industria musicale.

Come ultimo motivo, penso che a partire dall’anno scorso è riuscita a scatenare un fenomeno talmente grande da essere paragonabile anche ad uno sport. Un fenomeno per persone che vogliono essere parte di una grande comunità, come quella di uno sport, ma con la differenza che è un fenomeno totalmente privo di quella competitività, di quella voglia di essere più forte e (aimè) di quella violenza che sono spesso tipiche del mondo, per esempio, del Calcio. Basti pensare alle risse fuori dallo Stadio, alle news anche troppo frequenti di fan di una determinata squadra che fregiano o non portano rispetto a determinati monumenti culturali… ecco l’Eras Tour rappresenta un posto sicuro per tutte le persone che vogliono sentirsi parte di qualcosa di più grande, ma basato su introspezione, cooperazione, inclusività e senso di comunità.

Questo fa di Taylor Swift non solo una pop star ma un simbolo di autenticità, creatività e resilienza – capace di unire persone di tutte le età e background in una celebrazione collettiva di musica e vita!

Il racconto di Clarissa Stucchi di Cernusco Lombardone

Ho 23 anni, sono di Cernusco Lombardone, ho frequentato il Viganò e mi sono laureata ieri in Bicocca in servizi giuridici.

Taylor l’ho sempre conosciuta ed ascoltata fin dalle medie, solo che mi limitavo ai singoli che andavano in classifica tipo Shake it off, 22, We are never ever getting back together, Look what you made me do, Blank space.

Simone, Clarissa e Michele

A fine 2021 ho guardato lo short film “All too well” che ha diretto e da lì ho scoperto che per capirla come artista non bastava limitarsi all’ascolto della canzone. Il concerto di domenica è stato il mio primo concerto in assoluto, sono andata con i miei amici Michele e Simone.

Fino a due mesi fa non sapevo neanche che ci sarei andata perché loro ed altri amici, un anno fa appena erano usciti i biglietti, ne hanno preso uno per regalarmelo per la mia laurea e hanno tenuto questa sorpresa in segreto per molti mesi. Infatti, io sono rimasta incredula e non smetterò mai di ringraziarli perché, oltre al fatto che mi piace l’artista, è uno spettacolo da non perdere: il palco che continua a cambiare aspetto ad ogni “era”, le coreografie pazzesche, il clima di unione che si percepisce tra i vari swifties nel pubblico, il fatto che ad ogni data del tour fa delle “surprise songs” per rendere ancora più unica l’esperienza.

Francesca Chiarappa di Merate: «Con Taylor ci sono cresciuta, la seguo dal 2009»

Fan della Swift lo è da tempi non sospetti, da quando – almeno in Italia – in pochi ancora la conoscevano. «L’ho scoperta più o meno nel 2009, tra l’uscita del 2° e del 3° album» spiega Francesca Chiarappa, 32 anni, tra le meratesi presenti lo scorso weekend al maxi evento di San Siro.

Il secondo concerto dell’americana, tra l’altro, al quale ha partecipato. «Ero già andata nel 2011 a vederla al Forum di Assago – spiega la giovane – All’epoca era conosciuta veramente poco qui da noi».

Francesca Chiarappa

Francesca racconta anche dell’attesa, palpitante, che ha contraddistinto le ultime settimane che la separavano dall’appuntamento con il suo idolo. «Sono stata in agitazione per almeno una settimana: era da un anno che avevo preso i biglietti e aspettavo da tanto questo momento» prosegue. C’è poi l’aspetto dei particolari: curati nel minimo dettaglio tanto dall’artista quanto dai suoi fan più affezionati. «Abbiamo delle piccole "tradizioni" e una è quella di vestirsi a tema dalla propria "era" (ogni era è un album) – ha spiegato la 32enne - Ognuna ha dei colori caratteristici. Io, per il concerto, mi sono ispirata all’era dell'album Speak Now, quindi ho recuperato un vestito viola e ho preparato accessori e trucco sempre a tema. Altra tradizione è quella di preparare i "friendship bracelets" (la tradizione arriva da una frase di una sua canzone) che sono in pratica dei braccialettini che si fanno con le perline con le lettere e di solito ci si scrive titoli di canzoni, di album, frasi».

Anche per questo, spiega ancora Francesca, «l’atmosfera che si respirava al concerto è stata veramente bellissima, accogliente, direi "pacifica". Si faceva facilmente amicizia e conversazione con tutti. Mi sono emozionata tanto, è una delle artiste con la quale sono cresciuta».

Poi ancora sullo spettacolo in sé: «E’ stato pazzesco, curato nei minimi dettagli. Sono abituata a concerti un po' più "spartani" e sono rimasta spesso e volentieri a bocca aperta per le scenografie, le luci, le coreografie in tutto lo stadio».

Chiara Ghezzi di Merate: «Lei una performer al 100%, è stata un’esperienza unica»

«Una performer al cento per cento, è stato veramente emozionante». Probabilmente ha ancora addosso l'adrenalina provata sabato sera, quando per la prima volta ha potuto assistere al concerto della sua cantante preferita.

Chiara Ghezzi

Chiara Ghezzi, 20 anni di Merate, una «swiftie» lo è dal 2021. «Sono diventata sua fan quando ho visto la sua esibizione ai Grammy's. Mi aveva particolarmente colpita e perciò avevo deciso di ascoltare qualche singolo. Da lì non mi sono più fermata, ho scoperto la sua intera discografia e così ho iniziato a seguirla con regolarità» racconta la giovane meratese.

Poi ancora sul talento che Taylor Swift esprime nei suoi concerti e sull'atmosfera che si è respirata. «Sul palco riesce a trasmettere veramente tutto, è stata un’esperienza unica. Anche l’atmosfera è stata meravigliosa, perché sai che tutte le altre persone che sono lì hanno un tuo stesso interesse. Ho fatto amicizia con tre ragazze con cui ho condiviso il concerto ed è stato piacevole, dato che avevo deciso di andarci da sola» ha concluso.

Matilde e Martina di Olgiate Molgora: «Bello condividere un momento che aspettavamo da 13 anni»

Anche Matilde Gatti e Martina Zanier, due studentesse di 20 anni residenti a Olgiate Molgora hanno preso parte allo show di Taylor Swift. Le due ragazze hanno infatti realizzato il loro sogno di vedere per la prima volta la cantante americana insieme il 13 luglio a San Siro e Matilde ha inoltre assistito anche al concerto del giorno successivo.

Matilde e Martina di Olgiate Molgora

Da quando Matilde era riuscita a prendere i biglietti per lei e l’amica esattamente un anno prima, il 13 luglio 2023, le due ragazze non aspettavano altro. «Ascolto Taylor Swift da quando ero piccola e da marzo 2023 ho iniziato a vedere i video del suo tour negli stadi e sono rimasta molto colpita, non ho potuto fare a meno di acquistare i biglietti - ha raccontato Matilde, che ha visto le sue aspettative pienamente soddisfatte - Sono già stata a tanti concerti anche di artisti internazionali, ma un concerto con una scenografia, un palco, un corpo di ballo e costumi del genere non li avevo mai visti».

Anche per Martina il concerto è stato «indimenticabile» e sentire le sue canzoni live è stata «un’emozione unica, anche perché la sua discografia è così ampia che è sempre possibile trovare una canzone che rispecchia il tuo stato d'animo». Riguardo al costo dei biglietti, non bassissimo, le due hanno concordato che fosse però pienamente giustificato per la lunga e completa performance a cui hanno assistito. Martina ha inoltre affermato che «grazie alla presenza di maxi schermi e alla disposizione del palco non c’era un posto da cui non fosse possibile godersi lo spettacolo».

Le due hanno infine raccontato dell’atmosfera magica che si è respirata in ogni momento, dalle canzoni, ai momenti in cui la popstar ringraziava il pubblico in italiano, fino ai giochi di luci. «E’ stato bellissimo condividere questa emozione con tutti i fan che aspettavano Taylor da 13 anni, che partecipavano attivamente e sapevano tutte le canzoni» ha concluso Matilde.

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