Anniversario

Eluana Englaro, 15 anni fa l'addio. La Lombardia ammette la proposta di legge sul fine vita

Una vicenda che ha segnato la conclusione di diciassette anni di calvario privato, ma anche il culmine di una strenua battaglia pubblica, divisiva per un'intera nazione

Eluana Englaro, 15 anni fa l'addio. La Lombardia ammette la proposta di legge sul fine vita
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15 anni anni fa, il 9 febbraio del 2029 moriva Eluana Englaro.  Sono infatti trascorsi 15 anni da una vicenda che ha segnato la conclusione di diciassette anni di calvario privato, ma anche il culmine di una strenua battaglia pubblica, divisiva per un'intera nazione.

15 anni fa l'addio a Eluana Englaro

Da un lato la rivendicazione laica, dall’altro la negazione ispirata da principi di fede religiosa, ma anche di opportunità politica, del diritto all’autodeterminazione sul fine vita. Protagonisti di questa dolorosa  vicenda sono il lecchese  Beppino Englaro, un padre, e sua figlia, "Eluana", “un purosangue tornato libero” il 9 febbraio 2009, allorché la morte sopraggiunse nella clinica “La quiete” di Udine mettendo fine allo stato di coma in cui la donna versava.

Perché Eluana Englaro morì a Udine e non a Lecco?

L'allora governatore della Lombardia   Roberto Formigoni vietò la sospensione delle terapie su tutto il territorio regionale lombardo e ciò mise nelle condizioni il padre di Eluana, che da sempre aveva sostenuto che la volontà di interrompere l'alimentazione forzata della figlia non era una sua decisione personale ma semplicemente il rispetto di una volontà espressa palesemente da Eluana prima dell'incidente,  di trasportare la figlia in una clinica in Friuli. E non perchè lì non ci fossero regole da rispettare, ma per dare attuazione alla sentenza della Cassazione che autorizzava la sospensione del trattamento terapeutico e del sondino.

La Lombardia ammette la proposta di legge sul fine vita

A 15 anni di distanza, proprio nella settimana dell'anniversario della liberazione di Eluana,  l'Ufficio di presidenza della Lombardia ha giudicato ammissibile la proposta di legge per regolamentare il fine vita depositata al Pirellone dall'associazione Luca Coscioni. Una "coincidenza" temporale che ricorda, ancora una volta, l'estenuante battaglia compiuta da papà Beppino Englaro su questo tema. La proposta di legge regionale di iniziativa popolare è stata presentata al Pirellone, lo scorso 18 gennaio, forte del sostegno di 8mila firme di cittadini lombardi.     Adesso il progetto  verrà assegnato dal presidente del Consiglio regionale a una commissione competente e comincerà così l'iter di discussione.

"La decisione all'unanimità dell'ufficio di presidenza di Regione Lombardia sull'ammissibilità della nostra proposta di legge è un fatto positivo, che segue analoghi decisioni da parte della regione Veneto Emilia-Romagna Piemonte e Abruzzo" ha sottolineato Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, insieme a Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Liberi Subito a livello nazionale e Cristiana Zerosi, coordinatrice della campagna in Lombardia.

Si tratta di una proposta di legge che, aggiunge Cappato "si limita a dare dei tempi e delle procedure certe a persone che soffrono e che non devono essere lasciate per mesi, o in alcuni casi addirittura per anni, senza nemmeno una risposta. “La morte volontaria esiste già. Non è questa legge regionale a introdurla e non potrebbe essere Regione Lombardia a introdurla".

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