LA STORIA

Dopo un tumore e la cecità temporanea, la giovane mamma Luana Brivio è tornata a scrivere

Dopo dieci anni e l’arrivo della seconda figlia, un giorno come tanti, la passione ha bussato nuovamente alla sua porta

Dopo un tumore e la cecità temporanea, la giovane mamma Luana Brivio è tornata a scrivere

Ci sono storie che sembrano scritte dal destino, con pagine di dolore, di attesa e poi, finalmente, di riscatto. Quella di Luana Brivio, 35 anni, mamma di due bambini e praticante avvocato penalista di Colle Brianza, è una di queste: partita da una innata passione, quella per la scrittura, e proseguita intrecciandosi con una brutta malattia, la trama si è poi avviata verso un traguardo di rinascita e di soddisfazione.

Dopo un tumore e la cecità temporanea, la giovane mamma Luana Brivio è tornata a scrivere

Dopo dieci anni di silenzio creativo, infatti, Luana è tornata a scrivere. E non solo: il suo nuovo romanzo, «Exhos», pubblicato in self publishing su Amazon, è balzato nelle classifiche dei best seller, superando autori per lei «inarrivabili» come Donato Carrisi. Nel 2015, quando era incinta del suo primo figlio, Leonardo, la vita le è crollata addosso: «Avevo dei sintomi strani, neurologici. Ho dovuto aspettare il parto per fare una risonanza, poi la diagnosi: cavernoma orbitale, una massa dietro al nervo ottico».

Subito dopo, l’intervento, il ricovero al San Raffaele e due lunghissimi anni di degenza, vissuti letteralmente «al buio» a causa della cecità temporanea: «Hanno dovuto spostare tutti i muscoli oculari per arrivare alla massa. Non riuscivo più a muovere gli occhi. È stato come perdere me stessa».

Un vero e proprio tornado, quello che si è abbattuto sulla 35enne che, in tutto questo, ha perso la voglia di scrivere, di raccontare storie e condividerle con il mondo. «La passione per la scrittura è nata con me – aggiunge – Prima scrivevo poesie, racconti, storie. Sono stata quella bambina che quando scriveva un tema, veniva letto in tutte le classi. Dopo l’intervento, il nulla. La mia creatività era sparita. Non avevo più quella scintilla che mi faceva sognare. Ero diventata anche mamma, stavo aprendo un nuovo capitolo della mia vita, ma dentro di me qualcosa si era improvvisamente spento».

Dopo dieci anni, passati a scrivere al massimo atti giuridici senza parole «sue», e l’arrivo della seconda figlia Iris, un giorno come tanti, in un luogo tanto insolito quanto stimolante come un parco divertimenti, la passione ha bussato nuovamente alla sua porta: «A gennaio ero a Gardaland con mio marito Edoardo e i bambini. Guardavo i ragazzi della sicurezza nel loro lavoro e a un certo punto mi sono detta: e se scrivessi un thriller ambientato in un parco come questo in cui viene smarrito un bambino? È stato un pensiero semplice, ma ha riacceso tutto. Ho sentito di nuovo quella scintilla che non provavo da dieci anni».

Tornata a casa, Luana ha riaperto il computer e le parole sono arrivate di getto, una dietro l’altra. «Era come se dentro di me ci fosse un fiume in piena – racconta – in due mesi “Il parco delle ombre” era pronto». Oggi la 35enne sta vivendo un periodo d’oro, con altri due libri «scritti e finiti» in meno di dieci mesi: «La Collezionista di Origami», il suo secondo romanzo che lei stessa definisce «il suo miglior pezzo», seguito da un’agente letteraria che tratta con grandi editori, ed «Exhos», pubblicato su Amazon in self publishing.

In poche ore dalla pubblicazione, avvenuta solo una quindicina di giorni fa, il volume ha raggiunto inaspettatamente in poche ore la Top 100 generale degli ebook (80° posto) e la Top 10 di tre categorie: 1° tra i thriller tecnologici, di fantascienza e psicologici. Il tutto senza alcuna sponsorizzazione o pubblicità a pagamento.

«Io ancora non ci credo – racconta Brivio – Entro ed esco tutt ’ora dalla pagina per vedere se è tutto vero. Le classifiche sono volatili, lo so bene, ma il solo fatto di esserci entrata è una soddisfazione enorme per me». A chi invece le domanda a cosa sia dovuto questo riscatto personale, Luana risponde senza esitazioni: «al cosiddetto “fattore C”».

«Non so se vederla come un segno del destino o meno – spiega – Credo che la storia fosse già scritta e che la malattia l’ab b ia soltanto messa in pausa. Lo dico perché al momento non ho un feedback vero e proprio sui miei libri, per ora per me è davvero fortuna. Per questo, il mio riscatto, lo dedico all’algoritmo di Amazon » . Poi la chiosa: «Talento o destino che sia, sapevo che dovevo tornare a scrivere. Forse la vita mi ha solo fatto aspettare il momento giusto».