Don Andrea Perego lascia l'oratorio per fare il prete nelle favelas
Il responsabile della pastorale giovanile di Casatenovo, originario di Lecco, lascerà la Brianza per il Brasile.
«Che dire... ho fatto uno scherzo da prete»: lo sa bene don Andrea Perego, 34enne responsabile della pastorale giovanile di Casatenovo, che la notizia della sua imminente partenza per il Brasile come missionario è giunta a Casatenovo come un fulmine a ciel sereno. Eppure, anche se non lo aveva anticipato a nessuno, quella decisione comunicata dal vicario episcopale durante le messe dello scorso fine settimana, è frutto di un lungo percorso.
Don Andrea Perego, una scelta molto forte
Il sacerdote, originario di Lecco, dalla fine di quest’anno si trasferirà nella periferia di Salvador de Bahia, città brasiliana con oltre due milioni e mezzo di abitanti, dove si occuperà di 16 comunità sparse nelle favelas. «Il desiderio di vivere un’esperienza da missionario giunge da lontano e in qualche modo proprio la mia permanenza a Casatenovo mi ha aiutato a maturarlo - ha raccontato don Andrea - da seminarista ero stato in Brasile per un mese, poi ci sono tornato nel 2013 per la Giornata mondiale della gioventù: tra l’altro con me c’era don Marco Sala, che proprio in quell’occasione ha iniziato a pensare di diventare sacerdote. Un’altra esperienza utile è stato il viaggio in Madagascar del 2020 a cui hanno preso parte diversi casatesi per consegnare i fondi raccolti per suor Adeline». E poi c’è l’esempio di suore e preti che hanno dedicato la vita alle missioni. «Lecco è città di grandi missionari, su tutti mi sono stati da ispirazione padre Roberto Donghi e don Tommaso Nava. Ma anche a Casatenovo ne conta tantissimi: ognuno di loro ha una storia esemplare, spero un giorno, quando farò ritorno dal Brasile, che dalla mia esperienza si possa trarre insegnamento».
Dopo l'estate lascerà Casatenovo
Don Andrea rimarrà a Casatenovo fino all’estate, quindi a settembre si trasferirà a Verona per iniziare un percorso di formazione. «Durerà circa due mesi, poi a novembre partirò per Brasilia: imparerò la lingua lì, in modo da apprendere anche alcune espressioni e l’accento tipici del posto per poter creare maggiore empatia con le persone con cui poi dovrò rapportarmi».
Sarà un’esperienza forte, a contatto diretto con la povertà più estrema. «Mi aspetta un compito difficile, lo so, ma è proprio quello che cercavo. Sapevo che questo sarebbe stato il mio ultimo anno a Casatenovo, perché dopo 11 anni un trasferimento è fisiologico: ho chiesto al vicario episcopale di poter vivere un’esperienza simile, inizialmente ero destinato a un altro luogo ma poi si è presentata questa necessità. Saremo io e un prete della diocesi di Cremona e ci occuperemo della gente delle favelas alla periferia della città».
Tra i ragazzi di Casatenovo si respira dispiacere, ma anche la voglia di rivolgere un grande in bocca al lupo a don Andrea. «A loro sono legatissimo, perché si è instaurato un rapporto personale, direi autentico anche nei confronti che a volte sono stati forti. Ora parto per una nuova esperienza ma sono intenzionato a tornare: sono certo che porterò con me un bagaglio di vita importante, che potrà ispirare qualcun altro a compiere la mia stessa scelta».