Domani a Lecco Chicco Testa parla di "Politiche energetiche: responsabilità e prospettive”
“Non esiste un’unica strada. Bisogna percorrerle tutte: dalle rinnovabili al nucleare, diversificando gli approvvigionamenti e riducendo i consumi"
E’ stato segretario nazionale di Legambiente, deputato per il Pci e il Pds; presidente di Acea, Enel, Sorgenia, Assoambiente e Assoelettrica; membro di Cnel, Wind, Gruppo Riello; ha lavorato per Charlyle Group, Rothschild Italia, Idea Capital Funds e Telit. E’ autore di numerose pubblicazioni come “Tornare al nucleare?”, “Chi ha ucciso le rinnovabili?” scritto con Patrizia Feletig con la quale poi ha dato alle stampe “Contro (la) natura”, “Troppo facile dire di no” con Sergio Staino e infine “Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico”. I suoi interventi si leggono con piacere anche su Il Foglio, Corriere, Sole24Ore oltre che su Twitter. Chicco Testa, 70 anni, bergamasco ma ormai romano d’adozione, laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano, è un attivista ecologista della prima ora, ma soprattutto un pensatore libero e senza pregiudizi. Sarà lui il grande protagonista dell’incontro “Politiche energetiche: responsabilità e prospettive” in programma domani, mercoledì 26 ottobre 2022, con inizio alle ore 21, presso la Sala conferenze di Confindustria Lecco e Sondrio, in via Caprera 4 a Lecco. Un incontro - organizzato da Libertà Protagonista e dagli Amici del Giornale di Lecco - che si annuncia decisamente stimolante.
Domani a Lecco Chicco Testa parla di "Politiche energetiche: responsabilità e prospettive”
Un tema quello energetico di strettissima e drammatica attualità. A partire dal caro bollette che sta impattando pesantemente su famiglie e imprese. “Un problema destinato a durare ancora lungo, almeno sino a quando non ci sarà un riequilibrio fra domanda e offerta sul prezzo del gas, verranno adottate misure efficaci e tempestive come collocare i rigassificatori a Piombino e Ferrara, individuate nuove soluzioni di approvvigionamento, ridotti i consumi senza penalizzare le industrie anche per evitare un aggravarsi delle recessione già in atto”, esordisce Chicco Testa, attuale presidente di Assoambiente.
Bisogna cambiare paradigma sul fronte delle rinnovabili?
“Oggi non mancano gli investitori, ma sono frenati dalla burocrazia, dalle autorizzazioni e spesso pure dai ritardati allacciamenti da parte di Enel, Terna, A2A… Lasciamo trascorrere troppi mesi inutilmente. Certo, ci sono i problemi paesaggisti ma bisogna scegliere il male minore soprattutto se per i pannelli solari, usiamo tetti di condomini, capannoni, centri logistici e fabbriche”.
Se si ragiona nel medio o lungo periodo come si pone rispetto l’opzione nucleare?
“Non sta rinunciando neppure la Germania, pur avendo centrali di vecchia generazione. Della Francia invece sappiamo bene il suo peso. Il nucleare fa meno danni del carbone, ma poi sei fuori dalla Chiesa ambientalistica”.
La soluzione non può essere una sola.
“Non esiste un’unica strada. Bisogna percorrerle tutte: dalle rinnovabili al nucleare, diversificando gli approvvigionamenti e riducendo i consumi. E ovviamente sfruttare i nostri giacimenti riprendendo le estrazioni di gas, a partire dall’Adriatico dove vi sono centinaia di miliardi di mc. La “politica del no” non funziona più. Ci siamo dimenticati la prima lezione: un Paese senza energia è un Paese morto. E’ un tema che si era posto negli Anni Cinquanta Enrico Mattei, tornato prepotentemente alla ribalta negli Anni Settanta durante lo choc petrolifero e ora si ripropone in termini ancora più drammatici”.
Di chi è la responsabilità?
“Di tutti, del nostre Paese e dell’Europa. Gli ambientalisti devono fare attenzione perché i loro temi rischiano di perdere consenso adesso che le persone stanno prendendo coscienza delle conseguenze del caro bollette, rischiamo che i temi ambientali passino in secondo piano. Non va bene. La transizione ecologica ha bisogno di consenso. Tutti dobbiamo svegliarci. Siamo un Paese di vecchi, conservatori, egoisti, faziosi, con poca cultura scientifica e che ama contrapporsi anziché fare squadra”.
Come giudica l’operato del ministro uscente Roberto Cingolani?
“Il ministro della Transizione ecologica ha fatto bene, è stato uno dei pochi che aveva presente la dimensione del problema e che si è mosso di conseguenza. Non certo paragonabile all’attività del predecessore che preferiva inseguire l’orso del Trentino; cosa importante per carità, ma non così strategica…”.
Cosa augura invece a chi raccoglierà l’eredità di Cingolani?
“Spero sia qualcuno che studi seriamente i dossier. Certo, erediterà una situazione molto, molto difficile e che avrà ripercussioni ancora più gravi di quelle lasciate dal Covid”.
Quest’inverno rischieremo di restare senza energia?
“Se dovremo rinunciare a tutto il gas che arrivava dalla Russia e se sarà un inverno freddo correremo rischi molto seri”.
Quali consigli si sente di fornire ai cittadini?
“Le bollette stanno facendo tremare i polsi a tutte le famiglie, ma non ho la bacchetta magica… Vedo che stiamo recuperando alcuni valori del passato, anche cose semplici come spegnere la luce quando non serve. Posso consigliare di fare un controllo alle caldaia, agli impianti di riscaldamento, ai serramenti: a volte basta poco per ridurre i consumi energetici, evitare di disperdere calore ed efficientare la propria abitazione. Le imprese invece mi sembrano più strutturate su questo fronte”.