Dalla parte dei giovani: più di 2 milioni di italiani vittima di revenge porn. A rischio gli adolescenti
Quali i rischi più comuni per i ragazzi di oggi? Lo sveliamo in questa rubrica che proseguirà fino a a gennaio 2025

Ragazzi, attenzione ai rischi che la vita quotidiana ci riserva, il più delle volte per inesperienza. Sono infiniti, nascosti, ma sempre dietro l'angolo, bucce di banana dalle quali, scivolati una volta, diventa difficile rialzarsi. Iniziamo questa rubrica online, intitolata "Dalla parte dei Giovani" e sviluppata in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, in sinergia con Giornale di Lecco e Giornale di Merate. Un appuntamento settimanale dedicato ai rischi più comuni ai quali si può andare incontro in questo scorcio di millennio, che inauguriamo affrontando lo spinoso tema del revenge porn.
Revenge porn, reato in ascesa
Il revenge porn è un fenomeno che, negli ultimi anni, ha raggiunto proporzioni preoccupanti e continua a crescere. I casi di cronaca e gli studi sul tema mostrano che nessuno è immune, ma sono soprattutto gli adolescenti a rischiare di più. Qualche numero dovrebbe fare squillare più di un campanello d’allarme: si stima, infatti, che 1 utente dei social media su 8 sia colpito da revenge porn, con percentuali ancora più alte tra gli under 18. Per le vittime un vero calvario: secondo i dati il 51% di queste ultime avrebbe preso in seria considerazione l’ipotesi del suicidio.
L'evoluzione in Italia
In Italia, si calcola che le vittime siano oltre 2 milioni e che 14 milioni di account abbiano visualizzato immagini diffuse senza consenso. L’Osservatorio Permanente di PermessoNegato ha inoltre rilevato 13.152.000 account di utenti non unici registrati sui gruppi Telegram italiani dedicati a questo fenomeno. I dati sono del 2022 e c’è da credere che negli ultimi 24 mesi non si siano certo registrate inversioni di tendenza.
Il 4% degli italiani vittima di revenge porn. Le cause? Il Covid-19...
Un altro studio sempre di PermessoNegato indica che il 4% degli italiani è vittima di revenge porn e quasi il 9% conosce almeno una persona coinvolta, suo malgrado, nel fenomeno. Inoltre, 1 italiano su 6 ha prodotto immagini o video intimi e la metà di questi li ha condivisi con altre persone. Come mai questo reato è esploso particolarmente negli ultimi anni? Secondo gli esperti una gran parte della responsabilità è da attribuire alla pandemia da Covid-19. I lunghi mesi di lockdown, infatti, avrebbero contribuito alla crescita del fenomeno, modificando le abitudini comunicative e le relazioni interpersonali, nonché consolidando nuove modalità di espressione dell’affettività.
Le origini del fenomeno
Se il Covid ne ha accelerato la diffusione, l’emersione del fenomeno stata, tuttavia, di gran lunga precedente: era il 2014, infatti, quando numerose celebrità di Hollywood, tra cui Jennifer Lawrence e Kate Upton, furono vittime di violazioni dei loro telefoni e diffusione di contenuti intimi. Cosa succede quando le vittime si accorgono dell’esistenza di un proprio video intimo online? Le conseguenze immediate dell’esposizione delle immagini intime possono includere molestie sessuali e minacce, per non parlare delle forti ripercussioni psicologiche sulle vittime. Molti minori che inviano foto intime sono costretti o subiscono forti pressioni. Ragazze e persone non binarie (che non si identificano esclusivamente come maschio e femmina) ricevono le maggiori pressioni (77,5% e 77,8%), seguite dai ragazzi (68,4%).
Cosa fare quando si scopre di essere vittima di revenge porn? Prima di ogni altra cosa bisogna contattare le Forze dell’Ordine.
Il fatto di cronaca
La storia di Anna: brutta sorpresa online
Anna (nome di fantasia) ha 17 anni ed è innamorata del proprio ragazzo. Così innamorata da non riflettere correttamente sui rischi ai quali va incontro nel momento in cui lui le chiede di poterla filmare in atteggiamento intimo. «Dai Anna, fammi un regalo», la implora. «Dai Anna, giuro che terrò il video solo per me, ln un posto sicuro, protetto, inaccessibile... Non potrà vederlo nessuno, solo io». Anna cede, è troppo innamorata del suo Luca per pensare che, anche solo lontanamente, lui possa farle del male in qualche modo...
Un giorno, però, accade l’imponderabile. Anna e Luca litigano: lei ha scovato per caso, sul cellulare del suo ragazzo, la foto di una comune amica semi nuda. Emerge una tresca ed è inevitabile che alla fine la storia d’amore s’interrompa bruscamente... D’altronde succede, nulla è infinito e l’amore, soprattutto quando si è giovani, non sfugge a questa regola. Anna si rifà una vita, dopo anni sta per sposarsi, un sogno che si avvera. La sua è una favola meravigliosa finché un giorno il suo futuro marito le manda un link cliccando sul quale ritrova, in un canale pornografico di una popolare applicazione di messaggistica istantanea, quel video che lei aveva girato pur controvoglia per esaudire il desiderio del suo ex. Anna denuncia Luca e ora lui è a processo. Ma la vita di entrambi è rovinata per sempre, a prescindere dalle decisioni del Tribunale.
I consigli del Maresciallo
❶ Chi diffonde una foto intima senza il tuo consenso commette un reato grave punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 5mika a 15mila euro (art 612 ter codice penale).
❷ Non accettare richieste di amicizie sui social (Facebook, Instagram, Tik Tok, ecc.) da persone che non conosci nella vita reale e soprattutto non inviare mai tue foto intime a nessuno, neanche a persone di cui in quel momento ti fidi.
❸ Se ricevi foto intime di altre persone, non inviarle a tua volta e non contribuire ad ulteriore diffusione.
❹ Se vieni a conoscenza che tue immagini (foto o video) sono state diffuse, rivolgiti alle Forze dell’Ordine per denunciare o anche solo per sapere cosa fare. Non temere il giudizio e non provare nessuna vergogna. Il personale è preparato e potrà darti un prezioso supporto.
➎ Se sei un genitore o un familiare e cogli segnali di disagio del minore, puoi rivolgerti alle forze dell’ordine per capire come affrontare la situazione.
❻ In ogni caso, ragazzi e familiari hanno la possibilità di interagire con professionisti quali psicologi, medici di base, specialisti che possono intervenire a supporto del singolo e se serve anche della famiglia.