Bufera sull'associazione

Croce Bianca di Calusco, dimissioni in massa dopo il commissariamento

Da Milano è giunta la decisione di "azzerare" il direttivo a fronte di alcune iniziative considerate "non in linea con lo spirito associativo". La replica dell'ormai ex presidente Donadoni

Croce Bianca di Calusco, dimissioni in massa dopo il commissariamento
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Da ieri, martedì 1° luglio, cento volontari della Croce Bianca di Calusco d'Adda si sono fermati. Una decisione senza precedenti, un silenzio improvviso che rischia di spegnere un faro di solidarietà acceso da oltre un quarto di secolo. La Sezione, cuore pulsante del soccorso nel territorio dell’Isola, è stata infatti commissariata, il suo Consiglio sciolto da un giorno all’altro. E la reazione è stata decisamente clamorosa.

 

Croce Bianca di Calusco, commissariamento e dimissioni

Come riportato in esclusiva dal Giornale di Merate in edicola questa settimana, a fermarsi non sono solo uomini e donne, ma un impegno civile che ha salvato vite, costruito comunità e dato speranza.

 

«Tutto è cominciato con una convocazione arrivata per l’11 giugno da parte della Giunta Esecutiva di Croce Bianca Milano – spiega l’ormai ex presidente della sezione di Calusco, Alberto Donadoni – Ho chiesto se fosse possibile posticipare l’incontro, dal momento che avevamo già fissato una riunione interna con i nostri volontari il 16 giugno. Avevamo chiesto di proporre altre date, ma ci è stato detto che l’unica possibile era il 18 giugno. Peccato che quella data non fosse sostenibile per tutti: siamo volontari, con i nostri impegni personali e lavorativi. La nostra tesoriera, peraltro, aveva proprio quel giorno un corso organizzato dalla stessa Croce Bianca. Avevamo solo chiesto un’alternativa, ma la risposta non è mai arrivata».

 

Alberto Donadoni

Poi l’episodio che ha segnato un punto di non ritorno. «Il 12 giugno – prosegue Donadoni – la nostra tesoriera ha tentato di effettuare alcune operazioni bancarie e ha scoperto che il conto era bloccato. Telefonando in banca abbiamo appreso che le deleghe erano state revocate. Solo quella sera sono stato contattato dal presidente generale Marco Zema, che mi ha comunicato che la sera prima la Giunta si era riunita e aveva deciso all’unanimità il commissariamento della nostra sezione. Non c’ho visto più».

 

Secondo quanto riportato nel verbale ufficiale della Giunta Esecutiva, la decisione sarebbe motivata da «iniziative e opinioni» adottate dalla sezione di Calusco e considerate non in linea con lo spirito associativo.

 

Donadoni offre una possibile chiave di lettura: «Credo si riferiscano al nostro voto contrario durante l’ultima assemblea generale, quando abbiamo bocciato il bilancio dell’associazione che riportava una perdita d’esercizio di quasi un milione di euro. Ma ci sono altri punti critici. Ad esempio, la quota annuale che noi versiamo alla sede centrale di Milano è passata da 4mila euro del 2007 agli oltre 21mila nel 2024. Ho chiesto chiarimenti, senza mettere in dubbio la legittimità delle spese, ma perché ritengo giusto sapere cosa stiamo pagando».

 

A pesare, secondo Donadoni, ci sarebbero anche divergenze su scelte gestionali e operative.

 

«Ci era stato imposto un nuovo programma informatico di gestione, anche lì ho chiesto quanto costasse e quali vantaggi portasse, viste le problematiche che presentava, ma non ho ricevuto risposte. Nel tempo, si è venuta a creare questa macchina elefantiaca, che dice di doversi migliorare per stare al passo con i tempi, ma in realtà è lentissima e non dà risposte alle sezioni locali. Durante il Covid, per esempio, avevamo bisogno di spazi di sanificazione: abbiamo chiesto al Comune, che però non poteva aiutarci, allora abbiamo deciso di acquistare un modulo prefabbricato. Anche lì, la centrale temporeggiava, ma noi ci siamo imposti e lo abbiamo acquistato comunque. Nel 2023, stesso copione con le ambulanze: la Giunta voleva rallentarci, farci cambiare fornitore, ma noi avevamo già i fondi, raccolti sul territorio, e abbiamo comunque comprato tre mezzi. Lo stesso vale per il servizio dialisi, che volevamo potenziare con una nuova assunzione. Ci è stato concesso solo un contratto di prova di tre mesi...».

 

Grande è la delusione. E grande sarà anche il danno che si ripercuoterà sul territorio.

 

Nel frattempo, la sezione di Calusco ha presentato a Croce Bianca Milano una proposta di composizione consensuale. I punti cardine prevedono il reintegro del Consiglio, il ritiro delle dimissioni, il recesso volontario dall’affiliazione, il mantenimento delle attrezzature e dei servizi fino al termine delle convenzioni in corso e un versamento finale a titolo transattivo.

 

Ad oggi, infatti, tutti i mezzi e le dotazioni della sezione rimangono formalmente intestati a Croce Bianca Milano, come previsto dallo statuto. Per questo, i volontari hanno chiesto che vengano lasciati alla sezione almeno fino al termine delle convenzioni attualmente in essere, per garantire la continuità dei servizi, in particolare il trasporto dialisi, da cui dipendono quotidianamente molti cittadini. Ma, ad oggi, nessuna risposta ufficiale è giunta da Milano. Il territorio si è stretto intorno ai volontari, a partire dalla Consulta delle Associazioni di Calusco d’Adda che ha espresso il proprio sostegno.

Nel frattempo, i volontari hanno lanciato una nuova pagina social (@i_volontari_di_calusco) e un blog (https://volontari-soccorritori-calusco.blogspot.com) per aggiornare i cittadini e mantenere viva la rete.

Alessia Quaini

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