L'intervista

Conflitto Israele-Palestina: "Vik ci direbbe di credere nei buoni"

Egidia Beretta, ex sindaco di Bulciago e madre dell'attivista Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza nel 2011, crede che la pace sia ancora possibile

Conflitto Israele-Palestina: "Vik ci direbbe di credere nei buoni"
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«Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana».
Erano parole di pace e speranza quelle con cui Vittorio Arrigoni, attivista e giornalista bulciaghese ucciso a Gaza nel 2011, raccontava il conflitto israelo-palestinese, fiducioso che prima o poi il suo appello a «restare umani» sarebbe stato ascoltato. Oggi, a 12 anni dalla sua scomparsa, è la mamma Egidia Beretta, sindaco di Bulciago per dieci anni, a portare avanti la sua parola con la Fondazione Vik Utopia e ad osservare con occhio attento e cuore dolente quello che sta accadendo in Medio Oriente.

Conflitto Israele-Palestina: "Oggi Vik è più attuale che mai"

«Sto vivendo molto male quello che sta succedendo in questi giorni. Sono angosciata e al tempo stesso esterrefatta da quello che Hamas è stato in grado di fare - si sfoga - Le parole di “Gaza. Restiamo umani” sembrano scritte oggi e io non posso far altro che provare una grande pena per le persone che sono state uccise, a prescindere dal fatto che siano palestinesi o israeliane».
Era il 2002 quando Egidia Beretta ha iniziato ad avvicinarsi alla questione israelo-palestinese attraverso gli occhi di Vik, che proprio in quell’anno era stato per la prima volta a Gaza. Diceva che la Palestina lo aveva chiamato e la Palestina diventò così la sua vita e in qualche modo anche quella della madre, che accoglieva i suoi racconti. «Per me fino ad allora quei territori erano sempre stati la Terra Santa, ma grazie a Vittorio, che chiamava Gaza “la summa di tutte le ingiustizie”, ho capito che lì accadevano ogni giorno cose che non sarebbero dovute accadere - spiega l’ex sindaco - Da quando lui non c’è più io ho portato avanti il suo messaggio: non ho una voce autorevole come la sua, ma per quel poco che posso continuo a raccontare la Palestina».
Proprio per questo le immagini al telegiornale fanno così male.

 

"Un dramma lontano dagli occhi e dai pensieri"

«Immaginavo la reazione di Israele dopo gli attacchi di Hamas. Purtroppo però per tanti anni il dramma della Palestina è stato tenuto lontano dagli occhi e dai pensieri, non se n’è parlato e siamo arrivati al punto in cui alle barbarie si aggiungono altre barbarie» prosegue Egidia Beretta, che in questi giorni ha dato sfogo ai suoi sentimenti anche a mezzo social.
«Chissà se l’eco del rave vicino alla Striscia arrivava alle orecchie dei giovani gazawi, nella loro prigione a cielo aperto. Ma non è con le uccisioni, il massacro, i rapimenti che si aiutano i loro sogni. Non è Hamas che li salverà dalla vita non vita che Israele con le durissime restrizioni impone loro. Così come non salverà i palestinesi in Cisgiordania che da anni e anni sopportano soprusi, occupazione delle terre, arresti, torture, negazione dei più elementari diritti umani. La strada verso la pace è altra e passa attraverso il riconoscimento della dignità di ogni popolo, il riconoscimento del diritto di chiunque a vivere una vita che non sia oppressione e soppressione della libertà» ha scritto in una toccante riflessione.

"Vik ci direbbe di credere nei buoni"

Non si tratta più di mediazione, c’è troppo rabbia, ma è sempre il momento giusto per ricordarsi che una via per la pace è ancora possibile. «Per estirpare il male non c’è altra soluzione che la giustizia. Non ci può essere pace dove non vengono garantiti i diritti di tutti gli uomini e di tutte le donne. Le potenze che si dicono amiche di Israele dovrebbero far notare gli errori, perché un buon amico se vede che sbagli te lo dice. Bisogna lavorare insieme per la pace».
E Vittorio cos’avrebbe detto vedendo un’escalation di violenza di cui non si può prospettare ancora una fine? «Avrebbe condannato Hamas, sarebbe andato a fondo della questione scavando con le sue parole e raccogliendo testimonianze». E poi? «Poi ci avrebbe detto di puntare sui buoni, sempre».
Gloria Fendoni

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