Anniversario

Cinquant’anni fa a Casatenovo il sogno diventava realtà con Radio Nord Italia

Un’emittente che si faceva apprezzare dal pubblico per il suo stile informale, come se si ascoltasse un gruppo di amici al bar

Cinquant’anni fa a Casatenovo il sogno diventava realtà con Radio Nord Italia

«Eravamo dei sognatori e dei romantici. Oggi ci rimane un grande ricordo». Esattamente cinquant’anni fa a Casatenovo c’era un gruppo di ragazzi con un sogno che, uscito dal metaforico cassetto, ha preso forma e dato vita a un frammento di libertà che ha segnato una generazione e aperto la strada a tutto quello che oggi diamo per scontato come podcast, streaming, web radio. Nasceva mezzo secolo fa, proprio a Casatenovo, una voce giovane e libera, una delle primissime radio libere italiane: Radio Nord Italia Fm 102.800.

Cinquant’anni fa a Casatenovo il sogno diventava realtà con Radio Nord Italia

Era il 1975 e in quel periodo il Belpaese stava scoprendo l’etere dopo decenni di monopolio Rai. L’ispirazione arrivava da Milano, dove pochi mesi prima era nata la leggendaria Radio Milano International – 101 One-O-One: stile internazionale, musica moderna, libertà assoluta. Anche in Brianza l’aria stava cambiando: giovani con giradischi, vinili, mixer di fortuna e tanta voglia di libertà iniziarono a trasmettere da solai, scantinati e stanze di fortuna.

In questo contesto, in una soffitta di una cascina di Casatenovo, nacque proprio Radio Nord Italia. L’ispiratore e ideatore fu Tonino Verdirame, oggi residente a Lesmo. «Mentre ero studente lessi un articolo sulle radio e da lì mi venne l’idea di far nascere questo progetto. Grazie all’aiuto di un nostro amico antennista, Franco Confalonieri, che ci aiutò a recuperare il trasmettitore e l’antenna, e alla disponibilità di mia cugina Simonetta, che ci concesse la sua soffitta, riuscimmo a creare il nostro studio. Un grande aiuto ce lo diede poi anche mio cugino, Antonino Verdirame, che faceva l’avvocato. Per recuperare il resto del materiale abbiamo chiesto a Radio Milano, una delle più popolari dell’epoca, che ci diede una mano».

Grazie all’idea di Verdirame, quindi, nacque questo progetto, che coinvolse anche altri giovani come Pino Colgiachi, Carlo Milanoli e Adriano Vettore, oltre a Dj Gianni, storico volto del Pinewood di Calco. «Un po’ come chi oggi si butta nel mondo del web e dei social, noi provammo a entrare nel mondo della radiofonia – ricordano Colciaghi e Verdirame – A quei tempi dava una sensazione di libertà, qualcosa che non faceva parte del sistema. Volevamo ricreare in piccolo un qualcosa di grande, che faceva sognare tanti giovani del tempo perché era una situazione nuova. In poco tempo siamo diventati una squadra, abbiamo dato l’anima per questa radio facendo i salti mortali. Tra di noi poi eravamo tutti uguali: un gruppo di amici poco più che diciottenni che si distingueva per stile e spontaneità. La nostra radio era vera, perché eravamo veri noi. Con i nostri valori, la nostra ingenuità e un cuore grande quanto un’antenna sul tetto».

Un’emittente che si faceva apprezzare dal pubblico per il suo stile informale, come se si ascoltasse un gruppo di amici al bar. «La prima volta che trasmettemmo ricordo che eravamo molto gasati. Pensare che in giro c’erano persone che ci stavano ascoltando era bellissimo. Inizialmente trasmettevamo dalle 20 fino a mezzanotte, poi, dato che la radio cominciava a crescere e in pochi mesi ne sono nate tante altre sul territorio, abbiamo cominciato ad andare in onda dalle 9 di mattina sempre fino a mezzanotte. Col tempo ci siamo allargati a nuove persone che sono entrate a far parte del progetto, per cui ci siamo trasferiti in un appartamento per fare un salto di qualità. Ognuno di noi gestiva il proprio programma e nel suo spazio metteva la musica che preferiva. Quello che funzionava di più era quello delle dediche, con tante telefonate che arrivavano per far trasmettere dei brani scelti dagli ascoltatori. Con il tempo abbiamo poi iniziato anche a registrare alcuni programmi in differita per farli ascoltare anche di notte».

In pochi mesi il progetto di Radio Nord Italia si espanse, portando a Casatenovo diversi personaggi famosi del tempo o che sarebbero diventati conosciuti da lì a poco: «La nostra sede, sempre animata da un via vai di artisti, giornalisti e appassionati di musica, divenne in poco tempo un piccolo punto di riferimento per chi amava le note e le parole libere dell’etere. In quello stesso anno vennero a trovarci Il Giardino dei Semplici, allora reduci dai primi successi e protagonisti di un periodo d’oro della musica leggera italiana. Poco dopo arrivarono anche i Camaleonti, gruppo già affermato, che proprio nel 1975 aveva riscosso un grande successo con Piccola Venere. Non mancò poi Marcella Bella, che quell’anno portava in giro la sua intensa “E quando”, mentre tra gli amici più cari della nostra emittente ricordiamo anche Fausto Leali, che allora abitava a Lesmo e frequentava spesso i nostri studi. Sempre generoso, non mancava mai di sostenerci con una parola gentile o un consiglio. Oltre ai musicisti, passarono da noi anche tanti personaggi molto noti all’epoca. Uno su tutti Ambrogio Fogar, grande esploratore che compì memorabili imprese».

Molti gli interessanti e curiosi aneddoti di quegli anni che coinvolsero Radio Nord Italia: qualcuno si ricorderà quando a un certo punto circolò la voce che i Beatles fossero arrivati a Casatenovo. «A coordinare la nostra attività c’era il responsabile di testata Mauro Buffa. Sul giornale con cui lavorava pubblicavamo quotidianamente la programmazione di Radio Nord Italia con tutte le novità, le rubriche e le trasmissioni. Un giorno, però, accadde qualcosa di davvero curioso: in un numero del giornale uscì un comunicato che annunciava “Un pomeriggio con i Beatles”. Il titolo, pensato per presentare una trasmissione interamente dedicata ai dischi e alle storie del celebre gruppo di Liverpool, fu interpretato da molti lettori come un annuncio dell’arrivo vero e proprio dei Beatles alla nostra radio! Il risultato fu che, quel pomeriggio, un nutrito gruppo di fan si radunò nei pressi della sede di Radio Nord Italia, sperando di intravedere John, Paul, George o Ringo. Naturalmente non arrivò nessuno dei quattro, ma l’entusiasmo e l’atmosfera di festa di quella giornata rimasero impressi nella memoria di tutti noi. E non fu l’unico episodio degno di nota». Ovvero? «Un giorno si presentò in redazione un giovane autore, ancora sconosciuto ai più, con in mano alcune cassette autoprodotte contenenti i suoi brani. Ci parlò con modestia e convinzione, lasciando alla radio una copia del suo lavoro. Quel ragazzo si chiamava Franco Battiato e di lì a poco sarebbe diventato uno dei più grandi artisti della musica italiana».

Come molte esperienze nate dalla passione, anche Radio Nord Italia ebbe vita breve. Nel 1976, tra impegni personali, difficoltà economiche e mancanza di una struttura stabile, l’emittente fu ceduta e trasferita a Sesto San Giovanni, chiudendo così il suo primo e unico capitolo. «Eravamo dei sognatori e dei romantici. Il ricordo però è rimasto intatto: vivo, vero, trasparente come le voci che uscivano da quei microfoni artigianali».