Il caso

Caccia alla nutria in Brianza, insorgono gli animalisti

Anche a Monza è stato approvato il piano provinciale  di contenimento ed eradicazione di questi animali, dopo l'entrata in vigore del piano regionale l'1 gennaio

Caccia alla nutria in Brianza, insorgono gli animalisti
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Un piano di eradicazione delle nutrie che prevede l'uso di trappole, fucili da caccia, armi ad aria compressa e carabine anche in Brianza.

Come riporta Primamonza.it, anche a Monza è stato approvato il piano provinciale  di contenimento ed eradicazione della nutria 2024-2026, dopo l'entrata in vigore del piano regionale l'1 gennaio. E le associazioni animaliste sono già insorte.

Caccia alla nutria in Brianza

Enpa Monza e Brianza ha già espresso la condanna della politica degli amministratori che governano la Regione Lombardia, "ritenuta miope e antiscientifica, che vede come unica soluzione per il contenimento di specie invasive la loro eliminazione fisica senza prendere in considerazione la via sicuramente meno crudele della sterilizzazione di massa".

Dove si trovano

Il piano, secondo Enpa Monza "si traduce in una caccia indiscriminata a questi roditori originari del Sud America. Si tratta di animali introdotti in Italia negli anni Sessanta per la produzione di pellicce che  hanno potuto riprodursi liberamente, grazie alla capacità di adattamento, alla velocità di proliferazione (le femmine possono partorire fino a 15 cuccioli l’anno) e all’assenza di predatori naturali. Le nutrie non sono pericolose per l’uomo (sono animali assolutamente vegetariani),  anche se spesso vengono confuse con grossi topi. Vengono accusate di scavare i cunicoli in cui si rintanano e di danneggiare gli argini dei corsi d’acqua e delle strade che li costeggiano. Nel nostro territorio le nutrie sono ancora poco diffuse: tra gli esemplari noti ci sono quelli che si spostano lungo il Lambro tra Monza e Villasanta, comune che in accordo con Enpa aveva fatto una scelta alternativa, cioè la loro sterilizzazione (ricordiamo che l’Unione Europea ha dichiarato valida la pratica di sterilizzazione e del rilascio in libertà di questi animali selvatici)".

Un destino segnato

Il provvedimento provinciale, entro 45 giorni dalla sua pubblicazione, sarà trasmesso alla Regione Lombardia, ai fini della verifica della conformità al Piano regionale da parte di Regione Lombardia entro 30 giorni dalla ricezione e successivamente sarà adottato da parte della Provincia di Monza e della Brianza. Le attività definite e stabilite nel Piano Provinciale prevedono il coinvolgimento in sinergia delle altre pubbliche amministrazioni presenti sul territorio (Comuni, Gestori di aree protette, in particolare Parco Valle del Lambro e Parco Adda Nord e il Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi).

Tra i passaggi più criticati da Enpa nel piano (visibile qui), il fatto che le nutrie finite in gabbia potranno essere uccise con un colpo di pistola ad aria compressa, considerato un metodo “estremamente rapido ed efficace e in grado di evitare inutili sofferenze e manipolazioni” o “tramite inalazione di monossido di carbonio in contenitori ermetici”. Dovranno, invece, essere liberati gli esemplari di altre specie catturati accidentalmente.

"La nutria non è purtroppo più tutelabile attraverso la legge sulla protezione della fauna omeoterma (legge 157/92), ma resta sempre tutelata dall’articolo 544 bis e ter del Codice Penale che sanziona il maltrattamento degli animali. "Per questo Enpa  si renderà parte diligente, anche attraverso le proprie Guardie Zoofile, nel denunciare all’Autorità Giudiziaria tutti i casi di maltrattamento che dovessero essere accertati durante le attività di contenimento previste dalla legge regionale e provinciale", ha fatto sapere il presidente Giorgio Riva.

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