La protesta

Autonomia, l'ex ministro Castelli in piazza per strappare la sentenza

Secondo il fondatore del Partito Popolare del Nord la Corte Costituzionale "non può legiferare"

Autonomia, l'ex ministro Castelli in piazza per strappare la sentenza
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Autonomia, l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli non ci sta.

Ha scelto, oggi sabato 21 dicembre 2024, la città di Lecco per inscenare la sua protesta contro la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime alcune parti della Legge Calderoli sull'Autonomia differenziata.

Autonomia, l'ex ministro Castelli in piazza per strappare la sentenza

Come riporta Prima Lecco, Castelli è arrivato alle 11.30 in piazza Garibaldi per strappare la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di alcune parti fondamentali della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. Militante della Lega dal 1987 fino a un anno e mezzo fa, ha fondato il Partito popolare del Nord. Con l’ex ministro erano presenti Domenico Comino, ex Ministro per le Politiche Comunitarie e Responsabile del Piemonte per il PPN, Francesca Losi, Vice Segretario del Partito e Consigliere Comunale PPN a Pontida, i responsabili territoriali del Partito e i Soci.

"In piazza per sensibilizzare la popolazione"

"Siamo in piazza per sensibilizzare i cittadini cominciando da Lecco su un tema che è stato completamente ignorato da tutti tranne che da noi: mi riferisco alla sentenza della Corte Costituzionale sull’Autonomia - l’esordio - Tutti hanno sottolineato quello che la Corte ha detto sulla Legge Calderoli. Ma noi non interveniamo su questo aspetto perché la Corte ha piena legittimità di cassare o di correggere le Leggi italiane".
Castelli interviene su un altro aspetto. "Se si va a leggere le motivazioni della sentenza, in un passaggio la Corte di fatto si mette a legiferare. I giudici della Consulta, infatti, in forza di assunti esattamente contrari rispetto ai principi sanciti dagli art. 116 e 117 della Costituzione, affermano che molte materie non possono essere affidate alle Regioni in autonomia. La Costituzione afferma infatti che si possono devolvere 23 materie, loro per vari motivi non sono d’accordo e quindi per esempio l’istruzione, la sanità, le grandi reti infrastrutturali e quelle energetiche non possono andare alle Regioni. Di fatto attraverso questa sentenza la Corte legifera e questo è gravissimo cosa che i giudici non possono fare perché spetta ai rappresentanti del popolo sovrano eletti in Parlamento. Si tratta di un grave vulnus alla democrazia. Noi siamo in piazza per dichiarare che se questa norma farà testo esautorerà il parlamento dalla sua facoltà".

Comino: "Fiero di essere piemontese"

Ha aggiunto Domenico Comino: "Ho deciso di presenziare per essere solidale con Castelli e gli amici del Partito popolare. Questa sentenza della Corte Costituzionale oltre ad esautorare il parlamento nella funzione legislativa, introduce un principio assai grave: ovvero la negazione dei popoli regionali. Affermando che esiste solo il popolo italiano, vuol dire che non esistono più i popoli piemontesi, lombardi, veneti, siciliani che pure hanno alle spalle una grande storia autonomistica. io sono piemontese e sono orgoglioso di esserlo".
Sabato il Partito popolare del nord è sceso in piazza anche a Brescia e nelle prossime settimane inscenerà la protesta in altre città del Nord Italia.

 

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