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Al Mandic i bambini nascono ancora, anche in condizioni critiche

Dietro ai portoni bianchi del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Merate trovano conforto molte mamme

Al Mandic i bambini nascono ancora, anche in condizioni critiche
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Non avverrà ai ritmi serrati di altri nosocomi del Paese, magari più strutturati, anche se ovunque la denatalità costituisce un problema, ma all’ospedale Mandic di Merate i bambini continuano a nascere.

E dietro ai portoni bianchi del reparto di Ostetricia e Ginecologia, al quarto piano del blocco C, trovano conforto anche mamme meratesi che per svariate ragioni non possono fare altrimenti che sbrigare faccende famigliari e logistiche affidandosi soltanto ad una bicicletta.

"Ho solo una bici e non posso andare a Lecco: mi accogliete?"

Dire che la gestante in questione abbia raggiunto il presidio meratese a bordo di una graziella, magari nel bel mezzo del travaglio, non sarebbe corretto, oltre che verosimile. Tuttavia, proprio perché sprovvista di un’automobile, seppure in condizioni normali sarebbe stata indirizzata all’ospedale Manzoni di Lecco vista la candidatura al taglio cesareo e una patologia renale riscontratagli nel corso delle precedenti visite ginecologiche, la neo mamma ha chiesto ed ottenuto senza incontrare particolari ostacoli di partorire la sua bambina proprio nel punto nascite del Mandic.
La vicenda, avvenuta un paio di settimane fa, fornisce uno spunto valido per rivalutare su più fronti un reparto che troppe volte, negli ultimi anni, è stato messo in discussione.

I 276 parti collezionati nel corso del 2022, quasi la metà rispetto all’anno precedente, sono sicuramente poca cosa rispetto alla soglia minima di 500 nascite che un ospedale come il Mandic dovrebbe rispettare. La direzione, del fatto che i risultati non siano entusiasmanti, non ne ha mai fatto mistero, ma da quando ha inserito nell’organico del reparto la dottoressa Tiziana Dell’Anna, direttrice facente funzioni della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia di Merate, ha più volte espresso la volontà di rilanciare l’attività del punto nascite. I primi dati dell’anno sono in linea con quelli del 2022i: dall’1 gennaio ad oggi, al Mandic sono nati 43 bebè.

La nascita di due settimane fa, con i genitori impossibilitati a raggiungere il Manzoni di Lecco e accontentati rispetto alla richiesta di far venire al mondo la loro bimba al Mandic, indica che la strada tracciata dall'Asst, convinta di poter invertire le tendenze negative attraverso un migliore rapporto hub/spoke tra gli ospedali di Lecco e Merate con il primo dei due presidi più impegnato a gestire gravidanze gravi e il secondo quelle più fisiologiche, e un rafforzamento dell'attività nei consultori per intercettare il maggior numero possibile di mamme, è quantomeno rispettata. «Tutto quello che stiamo facendo per organizzare la realtà di Merate è pensato per raggiungere l’obiettivo principale, che è quello di mantenere e rilanciare il punto nascita – ha dichiarato il dottor Roberto Bellù, direttore del Dipartimento Materno infantile per l’Asst di Lecco – Applicare le regole secondo le quali è organizzata l’intera struttura sanitaria lombarda, favorendo l’interazione e la cooperazione tra punti hub e punti spoke, porta un vantaggio notevole soprattutto ai pazienti».

Le modalità con cui è stata accolta nel reparto la mamma che due settimane fa ha partorito al Mandic, sottolinea oltretutto come in una realtà tutto sommato raccolta come quella dell’Ostetricia meratese possa più facilmente offrire le condizioni affinché il primissimo rapporto tra la madre, il neonato e l’intera famiglia avvenga nella modalità più tutelante possibile.
«Proprio perché non è una realtà così grande, ma comunque organizzata e ricca di professionalità molto alte, l’Ostetricia di Merate è il posto ideale per accogliere le gravidanze fisiologiche, che costituiscono il 90% dei parti che vengono effettuati» ha proseguito il dottor Bellù.

Mandic, l'obiettivo è risollevare i dati

«Qui l’obiettivo è condiviso con la direzione strategica: siamo concentrati e focalizzati sul rilancio del nostro punto nascite – gli ha fatto eco la dottoressa Dell’Anna, primaria della Struttura Complessa dell’inizio dello scorso novembre – Lo siamo senza falso entusiasmo, consapevoli che tutti dobbiamo fare i conti con la denatalità. In reparto le nascite ci sono e a queste affianchiamo attività ginecologiche continue. Vorrei però ribadire che qui si lavora come fossimo una squadra unica con i colleghi di Lecco. Cooperiamo come in un grande ospedale. Qui concentriamo gravidanze fisiologiche e la cura di patologie benigne, mentre a Lecco i casi più critici. Questo porta un grande vantaggio anche dal punto di vista delle liste d’attesa, dove altrimenti le patologie benigne finirebbero sicuramente in coda a quelle più gravi».

Alberto Secci

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