Addio Giancarla Riva Pessina, baluardo dell'antifascismo
E' morta a 94 anni, era un pilastro della Cgil Lecco e soprattutto dell'Anpi di Lecco di cui è stata a lungo presidente
Addio Giancarla Riva Pessina, baluardo dell'antifascismo lecchese.
Mentre al primo piano di Palazzo Bovara si celebrano, attraverso una bellissima mostra, le donne partigiane lecchesi, Lecco perde una donna che è stata simbolo della Resistenza.
Non solo, una donna che dalla Resistenza ha tratto quella forza, quella convinzione, quella urgenza di fare in modo che l'orrore non si ripetesse e con il suo impegno concreto e quotidiano in favore della libertà si è battuta sino all'ultimo istante. Un vero e proprio baluardo dell'antifascismo lecchese.
E' morta a 94 anni Giancarla Riva Pessina, pilastro della Cgil Lecco e soprattutto dell'Anpi di Lecco di cui è stata a lungo presidente.
Addio Giancarla Riva Pessina, baluardo dell'antifascismo lecchese
Come riporta Prima Lecco, Giancarla Riva Pessina nasce nel 1930 a Pescarenico, rione di Lecco. È giovanissima quando la guerra entra nella sua famiglia, il giorno di Natale del 1939. I fratelli gemelli di Giancarla, appena diciottenni, ricevono la chiamata alle armi.
Alcuni anni dopo, nel marzo del 1944, assiste all’arresto degli operai lecchesi in sciopero per il pane e per la fine della guerra, molti di loro verranno deportati in Germania. Vedendo le camionette tedesche portare lontano gli operai lecchesi, la Resistenza assume per lei contorni nitidi. Non solo quella armata ma soprattutto quella delle donne del Soccorso Rosso senza cui la lotta partigiana non sarebbe mai sopravvissuta.
Dopo l’8 settembre 1943 i suoi fratelli salgono a Premana tra i partigiani. Arriva la Liberazione e la fine della guerra, è il 28 aprile 1945 e anche Lecco si riorganizza e Giancarla, con altre donne giovani e meno giovani, inizia il suo impegno nel sociale. Entra l’Udi (Unione Donne Italiane), battendosi nel sociale a favore del mondo femminile. Poi l'impegno con il sindacato, in politica, con l'Anpi.
Toccante il ricordo della Cgil Lecco: "La ricordiamo per il suo tenace antifascismo, acquisito dapprima in famiglia - il padre, commerciante, venne perseguitato dal regime e perse la licenza del suo negozio a causa delle sue posizioni politiche – e consolidatosi con il matrimonio con il partigiano Emilio Pessina. Con lei scompare una testimone diretta degli scioperi del 7 marzo 1944: quel giorno si stava recando al corso di avviamento professionale che frequentava quando, nei pressi dell’attuale Via Castagnera, vide alcuni lavoratori della Rocco Bonaiti (tra di essi Pino Galbani) legati e caricati sui camion dai fascisti, che li consegneranno poi ai nazisti per la deportazione nei campi di sterminio. Giancarla è stata una colonna della CGIL di Lecco fin dall’immediato Dopoguerra. La sua prima tessera sindacale è datata 1946, quando dovette avere l’autorizzazione dei genitori per iscriversi in quanto ancora minorenne. Ricoprirà poi per molti anni il ruolo di delegata sindacale alla File – Leuci e nel 1957, quando Giuseppe Di Vittorio arrivò a Lecco per l’inaugurazione della nuova Camera del Lavoro, ricevette da lui e da Pio Galli un diploma per meriti sindacali. Col suo sorriso, Giancarla ci è entrata nel cuore e si è conquistata l'affetto di tutti noi: una grande compagna, determinata quanto gentile e discreta nei modi, sempre rispettosi, verso tutti e tutte. Addio cara Giancarla, da tutta la tua Camera del Lavoro".
Profondo il cordoglio per una perdita che lascia un vuoto davvero grande.
Una donna che ha fatto dell'impegno e della testimonianza una bandiera . Nel 2018 Qui Lecco Libera e Anpi provinciale di Lecco la convinsero a chiacchierare davanti ad una telecamera, seguendo quel filo di ricordi che pere tutta la vita non l'hanno mai abbandonata.
Il risultato, grazie anche al contributo di Nicola Rota alle riprese, è una testimonianza divisa per capitoli, capace di ricostruire attraverso la rievocazione di piccoli gesti quotidiani e di impressioni la Lecco di allora.