Accoglienza dei migranti: la Prefettura di Lecco cerca 200 posti
Nuova manifetsazione d'interesse
200: è questo il numero di posti per i migranti richiedenti di protezione internazionale che la Prefettura Di Lecco sta cercando attraverso una nuova, l'ennesima, manifestazione di interesse che è stata pubblicata nei giorni scorsi.
Migranti a Lecco: servono 200 posti
L'ufficio territoriale del Governo in pratica sta cercando operatori economici ai quali affidare il servizio di accoglienza in centri collettivi di accoglienza con capacità ricettiva massima di 50 posti. Ciò con affidamenti diretti per una durata strettamente limitata al tempo necessario per l’inserimento dei cittadini nell’attuale Rete dei CAS.
A spiegare il motivo della nuova manifestazione d'interesse è la stessa Prefettura diretta dal dottor Sergio Pomponio: "Rispetto al 2022 si è verificato un incremento esponenziale del numero di richiedenti assegnati a questa provincia. Nonostante le iniziative di sensibilizzazione e di condivisione di queste problematiche emergenziali condotte dalla Prefettura in numerosi incontri, che si sono tenuti sia con gli enti locali sia con le associazioni che operano in provincia anche all’interno del Consiglio territoriale per l’immigrazione, non sono finora emerse disponibilità alloggiative per far fronte a queste situazioni".
Non solo ma sono risultati infruttuosi gli avvisi pubblici esplorativi che avevano l'obiettivo di trovare operatori economici per l’affidamento di servizi di gestione di centri di accoglienza pubblicati dalla Prefettura a marzo e a novembre del 2022 e pure e a marzo e ad aprile del 2023.
La Prefettura inoltre ha sottolineato la limitatezza dei posti disposizioni nelle forme di accoglienza in atto. Formule che "non sono in grado di soddisfare le accresciute necessità che sono state prefigurate con circolari ministeriali emanate a partire da febbraio di quest’anno e che riportano i piani di distribuzione di nuovi arrivi di profughi sul territorio nazionale che si susseguono pressoché quotidianamente".
Un quadro quello dipinto dagli uffici di Corso Promessi Sposi che "anche per le gravi criticità in ragione delle sue caratteristiche di emergenza umanitaria può causare conseguenze anche sulle generali condizioni della sicurezza pubblica e obbliga ad approntare soluzioni che, sebbene temporanee, sono comunque atte ad assicurare una prima assistenza volta quantomeno a fornire una sistemazione provvisoria e richiedenti protezione internazionale in attesa del loro trasferimento nei CAS".