Rincari

A Merate e Casatenovo morire... costa di più

Le Amministrazioni comunali hanno introdotto degli aumenti importanti

A Merate e Casatenovo morire... costa di più
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Un 2025 di rincari, in cui tutto costerà di più. Anche morire. A Casatenovo e a Merate, in particolare, le Amministrazioni comunali hanno introdotto degli aumenti importanti.

A Merate e Casatenovo morire... costa di più

Agli atti è riportata con la dicitura «diritti di segreteria per istruttoria amministrativa», ma nella pratica è una «tassa sul morto». Una spesa in più, di 50 euro, che dal 1° gennaio scorso il Comune di Merate ha iniziato a presentare alle agenzie funebri per ogni pratica di autorizzazione al trasporto di salme e ceneri aperta.

A ritrovarsela nel conto delle spese funebri del proprio caro, alla fine, saranno però i famigliari. Una disposizione che era passata sottotraccia lo scorso 18 novembre, quando la Giunta comunale determinò le tariffe per l'esercizio finanziario 2025, atto propedeutico all'approvazione del Bilancio, che negli scorsi giorni invece è balzata all'occhio ai consiglieri comunali del gruppo di minoranza «Prospettive per Merate», ultimamente piuttosto concentrati sulle manovre finanziarie al rialzo dell'Amministrazione comunale.

In principio era stato l'aumento dell'Imu sugli uffici, poi l'adeguamento delle tariffe della mensa scolastica, ora - lamentano i consiglieri del gruppo «Prospettive» - ci mancava solo la «tassa sul morto».

«Ennesimo balzello introdotto ai danni del cittadino - titola un intervento dello scorso 10 febbraio scritto a riguardo dal gruppo "Prospettive" via social - Da quest'anno costerà di più non solo vivere ma anche morire a Merate». «Un costo in più, mai esistito sino ad ora, che si decide di caricare sulle famiglie anche nei momenti più tristi» conclude l'opposizione.

Dal suo ufficio di Palazzo Tettamanti, il primo cittadino Mattia Salvioni ribatte spiegando che quei 50 euro di «diritti di segreteria per istruttoria amministrativa» sono motivati dalla presenza in città di un ospedale e di alcune case di riposo, che di fatto aumentano notevolmente gli adempimenti a cui devono far fronte i dipendenti dell'Ufficio Anagrafe.

«Altri Comuni applicano questo costo già da tempo - sottolinea il primo cittadino - Lecco, ad esempio, esercita una tassa più alta del doppio rispetto alla nostra. La stessa è prevista, per fare alcuni esempi, anche a Vimercate, Calolzio e Airuno, anche se in questo caso la disposizione è leggermente diversa. Non a caso anche in questi Comuni sono presenti ospedali e case di riposo. E' una scelta che ci è sembrata giusta perché i nostri Uffici hanno effettivamente molte pratiche in più per questo motivo».

Diametralmente opposta la posizione del capogruppo di «Prospettive per Merate» Massimo Panzeri. «L'ospedale e le residenze anziani ci sono sempre state ma nessuno aveva mai nemmeno avanzato l'ipotesi di applicare questa spesa - il commento di Panzeri - Pensiamo al periodo del Covid. Allora ero sindaco e so quanto l'Ufficio Anagrafe sia finito sotto stress per la situazione. Nessuno, nemmeno in quel caso, si è sentito in dovere di prevedere costi nuovi che andassero a ricadere sulle famiglie. Questo succede invece ora ed è un dato incontestabile».

«Motivare questa scelta, che corrisponde a una precisa responsabilità politica dell'attuale Amministrazione, facendo riferimento all'ospedale e le Rsa la trovo una giustificazione un po' debole» ha aggiunto. Restando sul tema dei servizi cimiteriali, dal 1° gennaio il Comune ha applicato anche un adeguamento Istat alle tariffe. Un aumento del 3,2% che aggiorna al rialzo il piano tariffario per quanto riguarda concessioni di loculi, ossari e tombe, servizi di sepoltura e illuminazioni votive.

La situazione a Casatenovo

Nei giorni scorsi la Giunta Galbiati ha  deliberato i ritocchi alle tariffe di diversi servizi erogati dal Comune, che si ripercuoteranno inevitabilmente sul portafogli delle famiglie e delle associazioni casatesi.

I più sensibili sono proprio quelli che riguardano le concessioni cimiteriali, che non venivano modificate dal mese di aprile del 2016 e che impatteranno sulle tasche dei cittadini per circa il 20% in più rispetto a oggi. Dal 1° marzo, ad esempio, la concessione di una tomba singola costerà 1.066 euro, ben 174 euro in più rispetto a quanto costava fino a oggi; un posto doppio 2.131 euro (348 euro in più); un colombaro 2.486 euro (406 euro in più). I rincari toccheranno anche le spese di riunione dei resti dei defunti e anche il prezzo al metro quadro delle cappelle del cimitero.

Importanti sono anche i ritocchi che riguardano altri servizi importanti e con un’incidenza maggiore nella vita delle famiglie rispetto alle concessioni cimiteriali. Il trasporto scolastico fino allo scorso anno aveva un’unica tariffa per tutti gli alunni, a partire dal 2025 i non residenti pagheranno di più: la famiglia di un alunno di Casatenovo che compie un solo viaggio quotidiano nel 2024 spendeva 160 euro, da quest’anno ne pagherà 180. I genitori di un non residente 190 euro.

Aumentano anche le tariffe del Centro ricreativo estivo: nel 2024, ad esempio, una settimana di Cre alla famiglia di un ragazzo di Casatenovo costava 50 euro, quest’anno costerà 55 euro; alla famiglia di un non residente nel 2024 costava 75 euro, quest’anno 80.

Importanti i ritocchi dell’affitto delle sale civiche: quelle più diffuse, ovvero quella di Campofiorenzo, Cascina Bracchi, Cascina Levada e Rogoredo, vedranno le tariffe giornaliere crescere da 60 a 80 euro; quella di Villa Facchi salirà da 80 a 100 euro. Gli aumenti, in proporzione, riguarderanno anche le tariffe agevolate e quelle annuali (dove previste).

«Un adeguamento era inevitabile - ha spiegato il vicesindaco Lorenzo Citterio - perché le tariffe erano ferme da molti anni e nel frattempo è subentrata l’inflazione. Sono rincari non trascurabili, ma per applicarli ci siamo basati sui coefficienti Istat». Impossibile, nell’argomentare le motivazioni di questi aumenti, non parlare delle difficoltà degli enti locali. «Purtroppo tutti i Comuni sono in difficoltà sulla spesa corrente perché a Roma si continuano ad applicare tagli che mettono in difficoltà gli enti locali - ha aggiunto Citterio - In diversi Consigli comunali abbiamo visto ritocchi all’addizionale Irpef o comunque rincari di diverso tipo. La nostra Amministrazione in questo momento ha deciso di intervenire solo su tariffe che erano ferme al 2016».

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