25 aprile: Lecco celebra la Liberazione invocando la Pace
Avagnina: "In questo 25 aprile il giusto equilibrio tra il dolore del ricordo e la gioia della festa di Liberazione è sbilanciato verso un profondo senso di tristezza. I in segno di speranza dedichiamo questa giornata di festa a quelle donne uomini che in questi anni si sono impegnati e continueranno ad impegnarsi ad accogliere i profughi da tutte le guerre economiche e militari"
Resistenza e memoria, coraggio e sacrificio, ma anche e l'urgenza della Pace e lo stop ad una guerra che sta insanguinando l'Europa da 61 giorni: Lecco oggi, lunedì 25 aprile 2022 ha celebrato il 77° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo con uno sguardo non solo al passato, ma alla drammatica attualità che non può e non deve lasciare nessuno indifferente.
25 aprile, don Milani: "Dobbiamo seminare il seme della Pace"
Le celebrazioni sono iniziate alle 9.30 con la Santa Messa celebrata dal prevosto di Lecco monsignor Davide Milani al Santuario di Nostra Signora della Vittoria, accompagnata dai canti del Coro Grigna dell’Ana di Lecco. "Quella di oggi una celebrazione particolarmente importante anche per il momento storico che stiamo attraversando - ha sottolineato don Milani dal pulpito di fronte alle autorità civili e militari del territorio - Eravamo convinti che la guerra fosse qualcosa da dimenticare. Come i discepoli siamo tutti invitati da Gesù risorto a proclamare la Pace. La pace è un dono, dobbiamo guardare così alla nostra comunità, alla nostra Europa, se non seminiamo il seme della Pace essa non crescerà. E' necessario spegnere questi sentimenti di contrapposizione che non portano alla Pace. Rivestiamoci di umiltà per diventare nutrimento positivo per gli altri, per servire gli altri, non per il nostro tornaconto. Per seminare questa pace ed ognuno di noi porti il suo contributo umano e cristiano".
Al termine della funzione eucaristica le autorità sono scese nella cripta per deporre un omaggio floreale davanti alle lapidi dei caduti in guerra. Quindi dalla Chiesa della Vittoria è partito un partecipatissimo.
Il corteo partecipato come non mai
Cittadini e autorità, con in testa i musicanti della banda Alessandro Manzoni Città di Lecco hanno attraversati viale Costituzione, piazza Mazzini, piazza Garibaldi, via Cavour e via Volta, per raggiungere il monumento ai Caduti lecchesi della Lotta di Liberazione in largo Montenero per la deposizione delle corone d’alloro.
Rifondazione: "Fuori l'Italia dalla Nato"
Presente alla manifestazione una delegazione di Rifondazione Comunista con uno striscione non solo contro ogni guerra, ma che inneggiava all'uscita dell'Italia dalla Nato. Secco no anche all'aumento delle spese militari quello proclamato dagli esponenti della sinistra lecchese.
Da largo Montenero i partecipanti si sono infine spostati cortile del palazzo comunale per la celebrazione ufficiale, con gli interventi del Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, del Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, del vice presidente della Provincia di Lecco Mattia Micheli e del Presidente dell’Anpi Provinciale di Lecco Enrico Avagnina.
Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni
"Il 25 aprile rappresenta una festa per tutti gli Italiani: essa ricorda la Liberazione del nostro Paese da una dittatura, quella fascista, e da un’occupazione, quella nazista. Per questo non può creare divisioni, perché appartiene a tutti noi, così come appartiene a ciascuno di noi quella Carta Costituzionale, nostra garanzia di convivenza civile, fondata sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale.La Liberazione non avrebbe avuto luogo se non ci fosse stata la Resistenza. Come ha ricordato il presidente Mattarella lo scorso 22 aprile, “un popolo in armi si mosse per affermare il proprio diritto alla pace dopo la guerra voluta dal regime fascista”. Una lotta che è costata sacrifici, una Resistenza di uomini e donne contro l’invasione, una Resistenza a difesa della propria identità e di quella del proprio Stato - ha detto il primo cittadino di Lecco - Sul gonfalone della Città di Lecco brilla la Medaglia d’Argento al Valore Militare per la Lotta di Liberazione, conferita dall’allora Presidente della Camera dei Deputati Sandro Pertini, prima partigiano e poi Presidente della Repubblica. Tale riconoscimento ricorda che da noi la Resistenza la fece un popolo intero: dagli uomini delle brigate partigiane, sulle nostre montagne, fino alle suore dei conventi, dagli intellettuali agli sportivi, dagli imprenditori agli operai. L’ANPI ha riunito in un unico portale online oltre 2000 storie di partigiani lecchesi, così che possiamo far conoscere i nomi e le storie di chi ha contribuito alla lotta di Resistenza. Tra i tanti, desidero citare una figura, quella di Francesca Ciceri, nome di battaglia “Vera”, che all’indomani dell’8 settembre 1943 salì “per prima” ai Piani d’Erna di Lecco, dove venne costituita la banda partigiana “Carlo Pisacane”, formata da un piccolo gruppo di uomini: cominciò così la Resistenza lecchese.
Ma è impossibile celebrare oggi questo 25 aprile senza che la mente vada a quanto sta accadendo nel mondo. La Senatrice a vita Liliana Segre, Cittadina Onoraria della nostra città, ha affermato: “Sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno trovato l’invasor”. La vita di milioni di cittadini devastata dalla guerra.
Non giochiamo quindi sull’ambiguità circa la Resistenza italiana e ucraina, non piace un pacifismo che tentenna tra aggredito e aggressore. Lecco sa da che parte stare e la storia lo dimostra: se per il tiranno la democrazia è una degenerazione del potere, per noi democrazia è l’essenza della vita civile".
Un giudizio storico sulla guerra in corso lo potremo solo affidare al tempo e a un lungo lavoro documentale, scientifico e giuridico che scandaglierà ogni piega di questa guerra d’invasione nel cuore del nostro continente.
Oggi noi viviamo nella cronaca quotidiana, 61 giorni orrendi, un conflitto che non risparmia civili, uomini, donne, anziani, bambini. Oggi siamo testimoni di un incubo, osserviamo immagini che non solo fanno orrore, fanno paura, ma fanno vergogna!
Ecco!
Ai ragazzi delle scuole insegniamo la Storia perché da essa possiamo trarre la capacità di leggere l’oggi. Bene: proprio in questi giorni ribadiamo che solo la conoscenza può opporsi alla disinformazione, alla propaganda strumentale, al revisionismo storico utilizzato per commettere le più cruente atrocità.
L’articolo 11 della nostra Costituzione è la nostra bussola: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. A ciò si aggiunge l’impegno per favorire la pace e la giustizia tra le Nazioni cui anche il presidente Mattarella ci ha invitato: “Dal nostro 25 aprile viene un appello alla pace, non ad arrendersi di fronte alla prepotenza. A praticare il coraggio di una de-escalation della violenza, il coraggio di interrompere le ostilità, il coraggio di ritirare le forze di invasione. Il coraggio di ricostruire. Lottare contro la sopraffazione, in aperta violazione del diritto internazionale, scongiurare morti ulteriori e sofferenze ulteriori di un popolo aggredito, è una causa comune che ci interpella e ci vede impegnati”.
Come si può tradurre oggi questo impegno?
A mio avviso secondo quattro direttrici:
1) affermando che la guerra è una follia e la pace non è un concetto astratto ma un bisogno vitale da perseguire per via diplomatica: l’abbiamo ripetuto convintamente in Consiglio Comunale e aderendo come Comune di Lecco alla Marcia Straordinaria della Pace d’inizio mese e alla marcia Perugia-Assisi che si è svolta nella giornata di ieri;
2) praticare l’accoglienza e l’integrazione delle popolazioni in fuga. E permettetemi un ringraziamento a quanti generosamente hanno donato o hanno messo a disposizione risorse e denaro per la prima accoglienza. Un caro saluto e un sentimento di concreta vicinanza ai cittadini ucraini presenti in città, oggi impegnati nei riti della Pasqua ortodossa;
3) con la sopportazione delle conseguenze economiche, dirette e indirette, che ciascuno di noi dovrà sostenere nei prossimi mesi anche in seguito alle sanzioni internazionali. Siamo inoltre ormai consapevoli della necessità di una nuova politica energetica che potrà e dovrà contemperare esigenze di sostenibilità e benefici geopolitici;
4) con una ancor più convinta scelta europeista. L’Europa è il nostro presente! L’Europa è il nostro futuro! Se nel 1932 in piazza Duomo a Milano Mussolini veniva applaudito alla profezia aberrante “L’Europa sarà fascista o fascistizzata” (e sappiamo bene che tragedia ciò abbia comportato!), noi siamo riconoscenti alla Resistenza che, invece, ci ha condotto verso l’Europa di Ventotene.
Un comune ideale culturale, valoriale sociale e politico ci permette oggi di vivere in un’Europa dove sono state abolite le barriere tra gli Stati e dove ciascuno Stato, liberamente e consapevolmente, sta cedendo quote di sovranità a favore di un progetto comunitario: a partire dall’adozione della moneta unica fino ai programmi per la ricerca e la coesione sociale. Sotto la spinta degli eventi degli ultimi anni abbiamo potuto vivere, toccandola con mano, un’accelerazione straordinaria attorno a macro scelte europee: da quelle per la protezione della salute pubblica e la diffusione dei vaccini, ai piani di ripartenza (Next Generation EU) coperti da obbligazioni comunitarie (impensabili fino a 2 anni fa) e ora la sfida di parlare con una voce sola nella diplomazia internazionale, chiedendo la pace.
In conclusione, se la storia della Resistenza e della Liberazione ci ha insegnato qualcosa, se la manifestazione di oggi ha un senso e se non abbiamo fatto 77 anni di retorica, allora ci sentiamo tutti più impegnati per una società libera e democratica.
Siamo consapevoli da che parte stare e sappiamo bene su che basi vogliamo costruire il nostro futuro come italiani e come europei a partire dalla nostra comunità locale, accogliente e solidale. Questo è il grande valore che ci hanno consegnato i protagonisti della Resistenza che oggi ricordiamo.
Viva Lecco! Viva l’Italia e l’Europa! Viva il 25 Aprile!"
Il Prefetto Sergio Pomponio
Il neo prefetto Pomponio ha ringraziato tutti i cittadini lecchesi e poi, citando il Principe Lev Nikolàevič Myškin di Dostoevskij ha ricordati che la "Bellezza salverà il mondo"
"La difesa della bellezza è un pre condizione per la difesa della Pace e di tutta l'umanità quindi il rispetto dei valori della bellezza deve essere di stimolo per il dialogo tra popolazioni. La cultura, se è tale, impedisce le degenerazioni come la guerra. Il lavoro sulla cultura, che va fatto a partire dalle giovani generazioni, è un valore fondativo del benessere collettivo".
Il vice presidente della Provincia Mattia Micheli
"Porto il saluto di tutto l’ente Provincia e soprattutto della Presidente Hofmann che purtroppo oggi non è qui tra noi perché colpita dal Covid; a Lei mando un pronto augurio di guarigione, certo e convinto che si riprenderà al più presto - ha sottolineato Micheli - Il 25 aprile 1945 ha rappresentato per il nostro Paese la fine della tragica esperienza della Seconda Guerra mondiale, dopo anni di sofferenze. Le conquiste civili e politiche, lo sviluppo economico e sociale nel Dopoguerra discendono direttamente da quel punto di svolta, ottenuto grazie a quel ritrovato senso di comunità che è figlio del sacrificio di molti che si sono battuti per la Libertà".
La riscoperta dei valori profondi che hanno caratterizzato la nascita della nostra democrazia ci permette di ricordare oggi più che mai, soprattutto alla luce della recente cronaca internazionale e della tragedia che sta avvenendo in Ucraina, quanto sia preziosa e non scontata la nostra democrazia, quanto sia fondamentale quella Libertà ottenuta con sacrificio nel 1945 e che per decenni è stata assicurata al nostro Paese dall’adesione al Patto Atlantico. Libertà, uguaglianza e solidarietà, non sono sicuramente applicati uniformemente nell’Occidente, ma sono quei valori sui quali l’Europa unita ha trovato una visione comune e ha deciso di unirsi in un’istituzione l’Unione Europea che, nonostante le proprie imperfezioni, è un modello al quale in tanti, come abbiam visto recentemente, aspirano ad aderire. Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di vigilare sempre affinché quotidianamente vi sia una riconferma dei valori fondanti della democrazia per garantire così l’effettiva partecipazione di tutti all’organizzazione politica, economica e sociale del nostro Paese. Solo attraverso questo difficile lavoro di ogni giorno possiamo ridare speranza ai giovani affinché il futuro non sia così denso di nubi, come purtroppo appare in queste settimane a causa della situazione internazionale. La memoria degli eventi di tanti anni fa ci consegna storie di individui che diedero una risposta alta e nobile alla sfida dei tempi, donne e uomini che seppero interpretare valori profondi che sono stati scolpiti nelle nostre istituzioni. A tutti loro va la nostra riconoscenza e il nostro pensiero perché grazie al loro nobile sacrificio oggi, come allora, siamo dalla parte della Libertà".
Il presidente dell'Anpi Enrico Avagnina
A chiudere la manifestazione è stato il numero uno dell'Associazione Partigiani che dopo aver i martiri lecchesi della Resistenza, i partigiani, le staffette, gli operai deportati ha sottolineato che l'Anpi è stata tra i primi il 24 febbraio "a condannare l’invasione dell’Ucraina da parte della federazione russa. Da allora tuttavia siamo preoccupati nel constatare che tra le diverse risposte che l’Europa e poi l’Italia, benché illuminati dall’articolo uno, potevano dare, l’unica iniziativa che si continua a praticare rimane quella degli aiuti in strumentazioni militari senza conoscere se esiste una gradualità degli invii e soprattutto se si sono stabiliti limiti oltre i quali non è possibile spingersi. Con queste laceranti incertezze guidati, dalla nostra storia, non possiamo che invitare a ricercare riprendere con ostinazione altre strade sempre nella prospettiva indicataci dell’articolo 11 ovvero l’Italia promuove e favorisce le organizzazioni internazionali che assicurino la pace la giustizia tra le nazioni. Invitiamo quindi ad una ripresa e incentivazione della nostra azione azione verso una unità di intenti diplomatica dell’Europa dell’ONU. Chiediamo che l’Europa i suoi governi siano in prima linea nel richiedere l’immediata cessazione dello scontro militare e un tavolo di trattativa tra le parti".
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"In questo 25 aprile il giusto equilibrio tra il dolore del ricordo e la gioia della festa di Liberazione è sbilanciato verso un profondo senso di tristezza. I in segno di speranza dedichiamo questa giornata di festa a quelle donne uomini che in questi anni si sono impegnati e continueranno ad impegnarsi ad accogliere i profughi da tutte le guerre economiche e militari, a tutte le giovani donne uomini che nel solco tracciato da Alexander Langer continueranno nell’impegno a ricercare soluzioni innovative alternative rispetto a quelle attuali contro la guerra per un disarmo graduale ma incessante e continuo"
Mario Stojanovic