Le acque del Po limpide per cause naturali (e non in conseguenza del lockdown)
La trasparenza complessiva della acque NON dipenderebbe da un presunto giovamento derivato alla sospensione di molte attività industriali.
Nei mesi scorsi, nel periodo soggetto alle restrizioni governative conseguenti alla diffusione pandemica del virus Covid 19, l’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero dell’Ambiente ha avviato una ricerca scientifica volta ad analizzare la qualità delle acque del Fiume Po alla luce del mutato impatto ambientale.
L’impressione generale, alla luce del drastico calo delle attività civili e soprattutto economiche ed industriali, andava nella direzione di una ritrovata trasparenza e presunta purezza dell’acqua esaminata in alcuni tratti del Grande Fiume. Oggi grazie al Distretto, che ha coinvolto nel progetto alcuni tra i più qualificati partners con capacità immediata di effettuare campionamenti tecnicamente attendibili, si può finalmente tracciare un profilo quali-quantitativo più dettagliato e reale del generale contesto esaminato.
La qualità delle acque del Po prima e durante il lockdown
“I prelievi realizzati per testare l’impatto effettivo del lockdown sulla qualità della risorsa idrica hanno rivelato che la limpidità riscontrata nelle acque del Po è principalmente riconducibile ad una minor torbidità dovuta ad una ridotta movimentazione dei materiali sospesi come sabbie, fanghi e argilla. Le cause quindi sono da considerarsi per lo più legate alle scarsissime precipitazioni cadute nei mesi considerati e alla diminuzione dell’utilizzo della risorsa. Queste dunque le ragioni che hanno consentito la sedimentazione dei materiali sospesi, incrementando di conseguenza la trasparenza complessiva delle acque”.
Così si è espresso il Segretario Generale del Distretto Meuccio Berselli.
I luoghi analizzati
I luoghi geografici scelti dai ricercatori lungo l’asta del Fiume Po al fine di poter disegnare un quadro realistico dello stato delle acque sono stati sette e lambiscono anche le province lombarde: Castel San Giovanni (Piacenza), Roncarolo di Caorso (Piacenza), Sacca di Colorno (Parma), Boretto (Reggio Emilia), Salvatonica impianto Palantone di Bondeno (Ferrara), Pontelagoscuro (Ferrara), Serravalle di Berra Comune di Riva del Po e Delta del Po (Ferrara) in chiusura del bacino idrografico del fiume.