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Fedeli, Opi Lecco: "Almeno un infermiere su due vittima di violenza"

L’OPI di Lecco (Ordine delle Professioni Infermieristiche), in occasione della giornata ha realizzato un breve video per sintetizzare i punti chiave del problema.

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Con la Legge 14 agosto 2020, n. 113 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” è stata prevista la celebrazione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari” il 12 marzo di ogni anno. Per violenza contro gli operatori sanitari e socio-sanitari si intende “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. 

Il fenomeno è, per diversi motivi, molto sottostimato, ma negli ultimi anni vi si sta ponendo maggiormente l’attenzione, indagandone la reale prevalenza e i fattori di rischio.

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Fedeli, Opi Lecco: "Almeno un infermiere su due vittima di violenza"


L’OPI di Lecco (Ordine delle Professioni Infermieristiche), in occasione della giornata ha realizzato un breve video per sintetizzare i punti chiave del problema. “Abbiamo recentemente condotto un’indagine a livello regionale con il Coordinamento degli OPI Lombardi, a cui hanno risposto circa 2400 infermieri” - spiega il Presidente OPI Lecco, Fabio Fedeli- “di questi circa il 50% afferma di aver subito almeno un episodio di violenza sul luogo di lavoro negli ultimi 12 mesi. Tanti inoltre non segnalano attraverso i canali formali, per paura di ritorsioni, per sfiducia o perché considerano tali episodi parte della quotidianità lavorativa”. Il problema però esiste e porta con sé conseguenze da non sottovalutare. “Questi ripetuti episodi causano stress, conducono al burnout, alimentano l’intenzione di abbandonare la professione e causano assenze dal lavoro dovute ai danni fisici e psicologici. A subirne le conseguenze sono anche i cittadini, con le ripercussioni sul sistema sanitario. Tempi di attesa maggiori, peggioramento della qualità dell’assistenza e un aumento della spesa sanitaria che si ripercuote sulle tasche di tutti.”

 

Come affrontare allora il problema? “I fattori di rischio sono diversi e vanno dalle lunghe attese, in pronto soccorso come negli ambulatori, il carico di lavoro che i professionisti devono affrontare, il comfort offerto dalle strutture ai visitatori e la carenza di personale. La presenza di personale di vigilanza e di Forze dell’Ordine riveste sicuramente un ruolo importante, ma è necessario intervenire su ognuno di questi fattori predisponenti in maniera proattiva. Per tale motivo, come Ordine delle Professioni Infermieristiche intendiamo sensibilizzare la cittadinanza e tutti gli stakeholder in questa giornata e stiamo lavorando per fornire ai nostri iscritti la possibilità di partecipare a una formazione specifica sulla prevenzione e la gestione degli agiti aggressivi. Nei luoghi di cura non deve esserci spazio per la violenza perché, citando lo slogan che accompagna la campagna informativa, la violenza non cura!”

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