Vismara, ottimismo sul futuro: ok dei creditori al piano Pini-Ferrarini

Il piano industriale da cui dipendono le sorti del salumificio Vismara di Casatenovo piace alla stragrande maggioranza dei creditori della Ferrarini Spa. E per l'azienda casatese si aprono finalmente spiragli positivi in vista del futuro.

Ok dei creditori al piano Pini-Ferrarini

Nei giorni scorsi si è conclusa infatti la votazione dei creditori nei confronti del piano di ristrutturazione depositato al tribunale di Reggio Emilia e quasi il 72% dei creditori nel loro complesso ha espresso voto positivo: il piano industriale, che prevede l’ingresso nel capitale del gruppo Ferrarini del gruppo Pini, con Amco in veste di finanziatore supporting, è l’unico a garantire una continuità aziendale alla Vismara, le cui sorti dipendono inevitabilmente da questa vicenda.

«L’omologazione da parte del Tribunale di Reggio Emilia, che si confida possa avvenire entro la fine del 2022, è una tappa decisiva - ha commentato Sido Bonfatti, consulente legale del gruppo Ferrarini - È prossima quindi la conclusione di una procedura di concordato che si distingue come forse la più lunga di quelle che si ricordano».

Le sorti di Vismara legate alla casa madre

Se è ancora presto per cantare definitivamente vittoria, quella segnata nei giorni scorsi a Reggio Emilia è una tappa fondamentale per il futuro dell’azienda simbolo del comune di Casatenovo.

«Una conclusione che è stata resa possibile esclusivamente dalla circostanza che la gestione dell’impresa Ferrarini in questi quattro anni e mezzo ha generato utili, e non perdite, dimostrando oltre ogni possibile dubbio la capacità anche per il futuro di rimanere sul mercato e di salvaguardare integralmente i livelli occupazionali e l’importante indotto (di cui fa parte anche il salumificio Vismara di Casatenovo, ndr) - dichiara Alberto Guiotto, capo dell'Advisory Department di Agfm, lo studio di consulenza che affianca Ferrarini dal punto di vista societario - Indotto che ha creduto in Ferrarini anche nei momenti più difficili, tanto è vero che a favore del concordato si è espresso ben il 76,2% dei fornitori».