Trapper arrestato a Bernareggio, parlano il padre e la vittima
Dopo i fattacci della scorsa settimana parla il nigeriano rapinato e minacciato, a cui il padre del giovane Jordan Tinti chiede scusa
Nei giorni scorsi ha fatto parlare molto di sé Jordan Tinti, alias Jordan Jeffrey Baby, il trapper di Bernareggio che la scorsa settimana è stato arrestato insieme all'amico Gianmarco Fagà, in arte Traffik, con l'accusa di aver minacciato e rapinato un nigeriano in Stazione a Carnate. A parlare, dopo i fatti, sono il padre e la vittima del 25enne.
Follia in Stazione a Carnate: parlano il padre e la vittima del trapper arrestato a Bernareggio
E’ un uomo piegato Roberto Tinti, ma non distrutto. Sulle spalle, il padre del trapper Jordan Tinti, sente il peso delle responsabilità per quanto fatto dal figlio, ma non per questo lo ha abbandonato. Anzi.
"Continuo a chiedermi dove possa aver sbagliato con lui, perché di certo io non gli ho insegnato queste cose - ci racconta l’uomo al telefono - Sono molto rammaricato, ma è pur sempre mio figlio e per questo continuerò a restargli accanto, perché credo che abbia bisogno di sostegno in questo momento più che mai. In fondo cos’altro dovrebbe fare un padre? In passato avevo provato a metterlo in guardia molte volte, ma mi rassicurava dicendo che non avrebbe mai fatto sciocchezze così grandi. E invece... Comunque ora come ora non posso che scusarmi con la vittima sia da parte mia che da parte di mio figlio"
Il ragazzo, difeso dall'avvocato Biagio Ruffo, si trova ora in carcere a Monza in attesa di capire se affronterà un rito ordinario oppure abbreviato. Il legale lo ha incontrato nei giorni scorsi e ha detto che il 25enne è tranquillo, ma teme "vendette" da parte di altri detenuti stranieri.
La vittima che ha denunciato: "Adesso ho paura"
Poche parole, ma tanto basta per capire come l’accaduto dei giorni scorsi abbia segnato in maniera profonda Francis Aliu Iyaogeh, la vittima di questa brutta faccenda. Il 41enne di origine nigeriana ha accettato di incontrarci nei giorni scorsi e raccontarci quello che ha vissuto sulla propria pelle.
"Temo che possa esserci qualche loro amico ad aspettarmi e farmi ancora qualcosa di brutto, per questo adesso se vengo qui in Stazione mi faccio sempre accompagnare da un amico - ha detto l'uomo, operaio nell'azienda BrianzaTende di Lesmo - Avevo appena finito di lavorare, sono venuto in treno a Carnate e nel sottopasso ho incontrato questi due ragazzi. Mi hanno inseguito con un coltello insultandomi per il colore della pelle. Dopo qualche minuto sono tornati indietro, hanno preso la mia bicicletta e il mio zaino, poi hanno gettato la bici sui binari e hanno tagliato le gomme. Ho denunciato tutto ai Carabinieri e adesso spero nell'intervento delle autorità"
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