9 in manette per la spirale di violenza tra gang di rapper. Gli impressionanti video delle aggressioni
Tra gli arrestati anche i due giovani già finiti in manette a Lecco dopo il blitz della Questura che aveva permesso di scovare 8 chili di droga e armi in un box di via Zanella, traversa di viale Turati
E' un quadro inquietante quello sul quale hanno alzato il velo i militari Compagnia Carabinieri Milano Duomo coordinati nelle indagini dalla Pm Francesca Crupi Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Un quadro di violenza inaudita che collega con una linea di sangue Lecco, Milano, Como e Bergamo, territori teatro delle aggressioni e anche casa dei giovani che sono stati arrestati all'alba di oggi, venerdì 29 luglio 2022. Si tratta dei alcuni dei membri di due "opposte" gang, bande o fazioni che dir si voglia, cappeggiate dai rapper Baby Touché e Simba La Rue che hanno dato vita ad una spirale di violenza che andava avanti (quantomeno) da mesi tra botte, minacce, ritorsioni, vendette e addirittura rapimenti.
9 arrestati per la spirale di violenza tra bande di rapper
Nove come detto gli indagati, tutti tra i 19 e 25 anni, residenti tra Lecco, Garlate, Verderio, Calolziocorte e Merone. Tra loro lo stesso Simba la Rue, all'anagrafe Mohamed Lamine Saida, 23 anni con casa a Lecco accusato insieme ad altri tre giovani, tra le altre cose, di sequestro di persona e lesioni su Mohamed Amine Amagour che altri non è che il rapper Baby Touché. Quest'ultimo il 9 giugno 2022 fu picchiato e tenuto dentro un’auto per 2 ore coi video postati sui social. Dopo il sequestro era poi stato liberato a Calolziocorte. Non solo ma poche settimane dopo Simba La Rue era stato aggredito in un parcheggio di via Aldo Moro a Treviolo in provincia di Bergamo, precisamente alle tre della notte tra il 15 e 16 giugno 2022.
Le indagini culminate con gli arresti di oggi però sono partite da un episodio ancor precedente avvenuto la notte del primo marzo scorso quando alcuni malviventi, con il volto travisato, avevano aggredito in strada un 22enne italiano e un 27enne pugile tunisino, sottraendo loro uno smartphone dopo averli colpiti ripetutamente con calci e pugni e accoltellato il pugile alle gambe. Per questa terribile aggressione sono stati identificati, quali autori della rapina, sette giovanissimi appartenenti al gruppo di “Simba La Rue”, 6 maggiorenni e 1 minorenne. Il movente? Una sorta di vendetta per una ancor precedente aggressione avvenuta il giorno di San Valentino, il 14 febbraio, contro un membro della gang mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Padova. Il giovane era stato circondato e ripetutamente colpito da una decina di giovani.
Una lunga scia di violenza, come detto, una spirale di aggressioni-ritorsioni-aggressioni che si autoalimenta e che, con il passare del tempo, produce crimini sempre più cruenti e pericolosi (dalle lesioni anche con armi da taglio, alla rapina e al sequestro di persona). Del resto, tutto il meccanismo pubblicitario costruito intorno ai comportamenti e alle azioni delle bande, attraverso le canzoni, i video e anche i social network, punta alla “imitazione” e alla “glorificazione” delle azioni delittuose moltiplicando gli effetti pericolosi delle azioni stesse ed è, inoltre, finalizzata ad acquisire, nell’ambiente trap, visibilità e potere.
Tra gli arrestati ci sono risultano due volti ben noti alle forze dell'ordine lecchesi: stiamo parlando di Christopher Alan Momo, 24 anni e Fabio Carter Gapea, che di anni ne ha 25. I due erano già stati arrestati lo scorso primo aprile dagli uomini della Questura di Lecco. Gapea (con passati precedenti rapina e lesioni e ed era stato coinvolto in una maxi rissa all'Orsa Mggiore) e Momo (che era invece incensurato) erano finiti in manette per detenzione illegale di armi da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Erano stati trovati in possesso di pistole e di una davvero ingente quantità di droga, circa otto chili tra marijuana, cocaina e hashish. Quest'ultima sostanza riportava sui panetti lo stemma di Superman, quasi una sorta di marchio di fabbrica. Droga che, secondo gli inquirenti, veniva venduta in tutta Lecco, a partire dal viale Turati. E non a caso proprio in un box di via Privata Zanella, traversa del Viale, gli inquirenti hanno fatto i maggiori sequestri (oltre che nelle abitazioni dei due arrestati).