Guerra in Ucraina, la preoccupazione di Confindustria
Duro il presidente Riva: "Confidiamo che tutto questo sia da monito a chi ancora continua a strizzare l’occhio al presidente russo".
La guerra in Ucraina preoccupa Confindustria Lecco e Sondrio. Nel nostro territorio, infatti, oltre alla preoccupazione delle famiglie che sono solite ospitare i bambini ucraini e bielorussi per l'emergenza umanitaria, si registra anche quella del mondo imprenditoriale che potrebbe subire un pesante contraccolpo sotto diversi punti di vista.
Guerra in Ucraina, la preoccupazione di Confindustria
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“Il precipitare degli eventi in Ucraina ci ha lasciati attoniti e concordo con quanto ha affermato il Premier Mario Draghi, che ha sottolineato come quanto sta succedendo riguardi tutti noi, “il nostro vivere da liberi, la nostra democrazia” - ha affermato Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio - Queste sono le prime e più importanti considerazioni che mi sento di fare a fronte di eventi che stanno provocando la tragica perdita di vite e grandi sofferenze nella popolazione, e richiamano alla necessità di una risposta unitaria da parte della Comunità Europea. In uno scenario evidentemente in evoluzione, l’annunciato pacchetto di sanzioni europee andrà a comprendere misure massicce e mirate, ma da quanto emerge in queste ore sembra che l’Europa non sia capace di unitarietà e stia invece dimostrando che, dopo tutti questi anni, la Ue non è una sola".
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Dramma umano ed economico
Grande insomma è la preoccupazione degli imprenditori lecchesi. "La preoccupazione sul fronte economico è quella che si possa generare una spirale ritorsiva che vada a penalizzare scambi e investimenti - ha continuato Riva - Siamo di fronte ad un dramma prima di tutto umano, che sta però inevitabilmente generando ripercussioni sul versante economico anche nel nostro Paese: non possiamo che sottolineare che come noto l’Italia è un Paese particolarmente esposto in primo luogo per quanto riguarda le importazioni di gas. Gli eventi di queste ore si stanno riflettendo, e non potranno che continuare a riflettersi, sul mercato energetico già provato dai pesanti rincari di quest’ultimo periodo, che sono andati ad aggiungersi a quelli delle materie prime, peraltro di difficile reperimento. Più volte in questi mesi e settimane il sistema produttivo ha lanciato l’allarme sottolineando come questi fattori si stiano trasformando in freni di grande influenza sulla fase di ripresa di un’economia impegnata ad uscire dalla crisi esacerbata dalla pandemia. Mentre attendiamo gli sviluppi, speriamo prima di tutto che la Russia fermi l’offensiva allontanando le conseguenze più drammatiche dal punto di vista umanitario e, condannando con fermezza quanto sta accadendo, confidiamo che sia da monito a chi ancora continua a strizzare l’occhio al presidente russo”.