Marco Bonanomi morto in Brasile, resta fitto il mistero sulle cause
Il 34enne di Montevecchia è stato rinvenuto in una zona boschiva a ridosso delle spiagge di Pontal do Sul, località della costa meridionale del Brasile.
Resta fitto il mistero sulle cause della morte di Marco Bonanomi, 34 anni, di Montevecchia, rinvenuto in una zona boschiva a ridosso delle spiagge di Pontal do Sul, località della costa meridionale del Brasile.
Marco Bonanomi, morte misteriosa
E’ ancora avvolta nel mistero la morte di Marco Bonanomi, 35 anni da compiere il prossimo 21 marzo, residente in via dei Carpini a Montevecchia, raccontata in esclusiva sul numero di questa settimana del Giornale di Merate.
La Polizia brasiliana ha infatti avviato le indagini per far luce sulle cause della tragedia e la Farnesina ha aperto un'inchiesta per poter dare una risposta ai familiari, raggiunti dalla notizia venerdì 18 febbraio 2022 (alla loro porta, a Brugarolo di Merate, hanno bussato i Carabinieri di Merate su segnalazione del Consolato di Curitiba, in Brasile).
Il 34enne, che fino a poco tempo fa aveva lavorato all’Enel, a Montevecchia era nato e cresciuto, aveva frequentato le scuole e anche l’oratorio, dove la mamma era stata a lungo impegnata come volontaria durante le feste e le iniziative della parrocchia. Anche quando il resto della famiglia si era trasferito a Brugarolo, Marco Bonanomi era rimasto a vivere a Montevecchia, anche se in paese lo si vedeva poco. Di carattere timido e riservato, frequentava di tanto in tanto il bar «Il posto giusto» alle Quattro strade per una colazione o un caffè veloce prima di recarsi al lavoro.
A dicembre, a ridosso delle festività natalizie, era partito alla volta del Brasile, dove pare vivesse la sua compagna. Sarebbe stata proprio lei, stando a quanto è stato possibile ricostruire finora, a denunciarne la scomparsa.
Lo ha riconosciuto la compagna
Stando a quanto è stato possibile apprendere, Bonanomi deve essere deceduto all’incirca un mese fa. Le condizioni del corpo, a lungo esposto alla calura brasiliana, hanno reso difficoltosa l’identificazione. A riconoscerlo, grazie ad un tatuaggio, è stata la compagna.