Preti no vax nell'Isola Bergamasca, una petizione per farli trasferire
Dopo la presa di distanze della Curia e la condanna pubblica dei sindaci, ora a chiedere provvedimenti sono i parrocchiani.
L’opuscolo negazionista intitolato “Covid-19 i conti non tornano” scritto da don Emanuele Personeni, don Alessandro Nava e don Andrea Testa, sacerdoti di Ambivere, Mapello e Valtrighe, ha scatenato un’ondata di reazioni e di polemiche che, a distanza di circa quattro mesi, non accenna a placarsi.
Dopo la condanna dei sindaci Silvano Donadoni e Alessandra Locatelli, seguito da un odine del giorno approvato dal consiglio comunale di Ambivere in cui si chiedeva di contrastare la diffusione di notizie false sui vaccini e di «censurare l’invasione di campo nella salute pubblica di soggetti privi di specifica professionalità», adesso sono gli stessi parrocchiani a puntare il dito contro i tre preti, chiedendone l’allontanamento.
Preti no vax nell'Isola Bergamasca
Un gruppo di cittadini riunito in quello che è stato chiamato “Comitato per il trasferimento dei preti Mapello-Ambivere” ha infatti lanciato oggi (4 febbraio) una petizione sulla piattaforma change.org (QUI IL LINK) sottolineando come uno dei sacerdoti no-vax sia attivo nella comunità da ben diciassette anni. Nonostante i parroci della Diocesi di Bergamo si fermino in una parrocchia per nove anni: «Altri preti vengono spostati molto prima», si legge nella petizione.
All’epoca della pubblicazione del libretto, accompagnato dall'appello ad aderire a un “fondo tamponi” creato per finanziare i test di non voleva vaccinarsi, il vescovo Francesco Beschi aveva ribadito la linea pro-vax della Diocesi. Prendendo le distanze da don Emanuele Personeni, don Alessandro Nava e don Andrea Testa, la Curia aveva specificato che si era trattata di «un’iniziativa privata» e che «vaccinarsi è un atto di amore». Più tiepida, invece, era stata la reazione del vescovo davanti alle richieste dei parrocchiani che chiedevano un allontanamento dei tre sacerdoti dall’Isola Bergamasca. Un invito che, per il momento, pare non essere stato accolto.
L’anno scorso il vicario generale della Diocesi li avrebbe contattati per un possibile trasferimento, ma «ovviamente loro non hanno accettato in nome dell'obbedienza che loro citano sempre – conclude la petizione -. Le comunità sono sempre quelle che subiscono i pruriti di questi preti».