Carlo Gilardi, il Tribunale "rompe il silenzio": "Fatto tutto nel suo interesse eppure siamo stati linciati"
Sulla vicenda hanno preso posizione anche il Ministero della Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura
"Gli interventi assunti in relazione alla persona di Carlo Gilardi hanno riguardato la tutela della sua salute e della libera determinazione dello stesso, le cui fragilità dal punto di vista psichiatrico sono state esposte con ampie motivazioni dalla consulenza tecnica di ufficio, la quale monitora costantemente la situazione sanitaria di Carlo Gilardi". E' quanto emerge dalla risposta del Ministero della Giustizia all'interpellanza urgente presentata da alcuni Parlamentari sulla vicenda che da oltre un anno si trascina dopo il famigerato servizio della trasmissione tv Le Iene sulla storia del professore di Airuno ospite della casa di riposo Airoldi e Muzzi di Lecco. Una risposta che inoltre sottolinea che "dai contenuti evidenziati, risultanti dalla relazione dell'ufficio giudiziario interessato della vicenda, deve ritenersi che, allo stato, non vi sia spazio per attività ispettive o di natura disciplinare, posto che le decisioni adottate dall'autorità giudiziaria derivano dagli elementi raccolti dalle assistenti sociali, dalle Forze dell'ordine e dalle consulenze tecniche d'ufficio". In altre parole il Tribunale di Lecco, presieduto dal dottor Ersilio Secchi, che ha seguito la vicenda e che oggi, martedì 30 novembre, ha "rotto il silenzio" con una nota ufficiale, ha agito sempre e solo nell'interesse di Gilardi.
Carlo Gilardi, il Tribunale "rompe il silenzio"
Un documento lungo e articolato quello del Palazzo di Giustizia lecchese che richiama anche la delibera dello scorso 17 novembre del Consiglio Superiore della Magistratura a conclusione della pratica aperta a tutela dell'indipendenza e dell'autonomia del Giudice tutelare del Tribunale di Lecco. Il Csm infatti ha ritenuto che "vi siano stati plurimi comportamenti che hanno leso il prestigio della giurisdizione e hanno turbato la credibilità della funzione giudiziaria" e che "si siano travalicati i limiti di serena e obiettiva cronaca e critica dei provvedimenti giudiziari e si siano verificate plurime interferenze volte a condizionare il percorso ordinario della vicenda giudiziaria".
"Tutela della privacy di Carlo Gilardi scambiata per per imbarazzato rifiuto di confronto"
Una scelta quella della magistratura lecchese di parlare pubblicamente di questa vicenda, non facile. "Si deve tuttavia constatare con rammarico che la necessità di replicare, presso le sedi istituzionali, alle rappresentazioni ampiamente inveritiere e fuorvianti che si protraggono dal novembre 2020 quasi senza soluzione di continuità, ha comportato la pubblicizzazione di dati sensibili relativi alla condizione fisico psichica dell'amministrato e di vicende del suo vissuto quotidiano su cui lo stesso ha ripetutamente invocato, quasi implorandolo, il silenzio attraverso l'Amministratrice di Sostegno - si legge nella nota. Proprio per evitare la compromissione della privacy, il Tribunale ha fin qui osservato un profilo comunicativo estremamente sobrio affidato a due comunicati (il primo novembre a e il secondo a dicembre dello scorso anno, che tuttavia è stato scambiato per imbarazzato rifiuto di confronto o difficoltà di replica, finendo per amplificare attacchi in più occasioni diffamatori per i singoli e delegittimanti per l'istituzione giudiziaria".
Nessun imbarazzo, nessuna difficoltà di rispondere. Soli il desiderio di proteggere un uomo anziano che, come si legge ancora nella nota del tribunale, ha vissuto in una situazione di difficoltà e disagio.
"In realtà gli atti del procedimento, aperto nel 2017 e seguito nel tempo da più Amministratori e Giudici Tutelari, attestano una situazione di crescente trascuratezza personale, di degrado ambientale e di malessere di Gilardi Carlo, aggravata da interventi e pressioni esterne spesso vissuti dall'amministrato con grave turbamento. I tentativi di intervento dei Servizi Sociali furono respinti; nessun badante fu accettato se non il sig. Brahim El Mazoury - prosegono da Palazzo di Fiustizia - A seguito di una CTU psichiatrica, regolarmente svoltasi nel contraddittorio delle parti, è stata accertata in capo all'amministrato una condizione patologica che spiega l'incapacità critica nei confronti di coloro che si approfittavano di lui e la tendenza a solidarizzare e difendere costoro. In questo contesto, sulla base di conforme indicazione della CTU, è stata valutata la collocazione in RSA, al fine di allontanare Gilardi Carlo da un ambiente insalubre, di garantirgli la necessaria assistenza fisica e morale, di recidere i rapporti con persone per lui nocive che altrimenti sarebbe inevitabilmente tornato a frequentare".
Il ricovero in casa di riposo
Il ricovero quindi, ribadisce il tribunale , è stato un provvedimento voluto a protezione dei Gilardi.
"La collocazione in RSA è stata accettata dal prof. Gilardi, gratificato da assistenza e cure erogate dalla struttura ospitante con elevata professionalità e umana vicinanza degli operatori che hanno riscosso il ripetuto riconoscimento di quanti hanno visitato il Gilardi e (ciò che più conta) dello stesso".
La vita nella Rsa
"Sebbene in alcune occasioni egli a parole esprima il desiderio di ritorno a casa, nei fatti non si può che evidenziare il buon andamento dell'inserimento. Egli infatti non soltanto non ha mai attuato propositi di allontanamento dalla struttura, ma anzi aderisce positivamente a tutte le iniziative e le proposte formulate nel suo interesse, sicché può affermarsi che egli stia ad oggi vivendo una condizione di ritrovato benessere".
Le difficoltà per un rientro a casa
Riguardo al progetto di rientro, per quanto gli organi della procedura abbiano valutato le varie possibilità, rimane l'ostacolo della lunghezza delle procedure giudiziarie in corso volte ad ottenere la liberazione dell'immobile del "Cere”, che peraltro richiederebbe una radicale ristrutturazione (essendo privo di riscaldamento e dotato di impianti e servizi obsoleti e non a norma), intervento a cui l'amministrato è contrario. La residenza in altre abitazioni è esclusa dallo stesso amministrato e comunque permarrebbe la difficoltà di garantire idoneo personale di assistenza e protezione che egli allo stato rifiuta categoricamente.
Carlo Gilardi ha lapossibilità di incontrare persone
Al Prof. Gilardi non è stata ovviamente mai negata la possibilità di vedere o contattare coloro che lo stesso ha chiesto o accettato di incontrare, essendo stato interpellato sulle richieste in tal senso di amici e conoscenti. Allo stesso modo non gli è stato mai imposto di ricevere chi non ha mostrato interesse a vedere ovvero chi lui stesso ha affermato di non volere incontrare.
Stoccata alle Iene e non solo: "Fatto tutto nel suo interesse eppure siamo stati linciati"
Una disamina dettagliata quella del Tribunale che si chiude con una amara constatazione:
Il breve resoconto illustrato sintetizza ciò che emerge dal fascicolo ed è stato oggetto di molteplici controlli e verifiche da parte delle Istituzioni competenti, anche sugli aspetti patrimoniali che sono stati oggetto di denuncia Si auspica quindi che gli elementi esposti, tutti facilmente riscontrabili sulla base di una semplice ricerca su internet, trovino adeguato spazio anche nella narrazione di quelle trasmissioni televisive che hanno costantemente reiterato, in modo unilaterale e qualche volta fazioso, accuse di illegittima privazione della libertà di Gilardi Carlo per appropriarsi del suo patrimonio, non curandosi di contribuire ad alimentare così un linciaggio mediatico del tutto ingiustificato ai danni delle Istituzioni e delle persone che vi operano.