Carabiniere investito e ucciso da un ubriaco: il pirata a processo
Il cuoco di Sotto il Monte ha scelto la via processuale del rito abbreviato che, in caso di condanna, garantisce lo sconto di un terzo della pena.
Verrà celebrato domani, venerdì 14 febbraio 2020, il processo a carico del pirata che ha tolto la vita ad Emanuele Anzini, 41 anni il Carabiniere investito e ucciso da un ubriaco lo scorso giugno mentre stava effettuando un posto di blocco a Terno d’Isola. Alla guida dell’auto che falciò l’appuntato, che era in forza alla compagnia di Zogno di c’era Matteo Colombi Manzi, 34 anni, cuoco di professione residente a Sotto il Monte.
Carabiniere investito e ucciso da un ubriaco: il pirata a processo
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A novembre 2019 la Procura della Repubblica di Bergamo aveva chiuso le indagini. Per l’investitore il pm orobico aveva quindi chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza, dalla fuga e dall’omissione di soccorso. Colombi Manzi ha scelto la via processuale del rito abbreviato che, in caso di condanna, garantisce lo sconto di un terzo della pena.
Ucciso il giorno prima del compleanno
Drammatica la ricostruzione dell'incidente. Colombi Manzi dopo aver urato Anzini lo aveva lasciato a terra agonizzante in via Albisetti a Terno d’Isola. Si tratta della strada provinciale che da Terno conduce a Sotto il Monte. Subito il collega del carabiniere aveva allertato i sanitari: sul posto si erano precipitate due ambulanze e un’auto medica con a bordo gli uomini del 118 di Bergamo. Ma le ferite riportate erano troppo gravi. Anzini è morto il giorno precedente al suo 42esimo compleanno.
I drammatici precedenti dell’investitore
Le indagini poi avevano permesso di appurare che il cuoco di Sotto il Monte, quella maledetta notte di giugno, si era messo al volante nonostante avesse nel sangue una quantità di alcol ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. Il suo tasso era di 2,97 grammi per litro, quindi circa 6 volte sopra la norma. Ma non è finita qui. Anche i precedenti di Matteo Colombi Manzi hanno avuto un peso non ininfluente sull’inchiesta. Sì perchè il 34enne, al momento dell’incidente era tornato in possesso della patente solo da pochi mesi. La licenza di guida gli era stata sospesa sempre per guida in stato di ebbrezza.