"Perderemo 80 miliardi, cioè il 4,6% del Pil"
Deloitte presenta il suo studio sugli effetti del Covid-19, turismo e Made in Italy fondamentali per la ripresa
Il Coronavirus potrà avere un impatto negativo di oltre 80 miliardi di euro, che in termini di Pil significa registrare circa – 5% ( -4,6%). Ad essere maggiormente colpito è il settore terziario: commercio di auto e moto, trasporti, e il turismo con particolare riferimento ai servizi di alloggio e ristorazione. Nel comparto industriale a pagare maggiore pegno sono soprattutto il manifatturiero, le costruzioni e le attività dell’immobiliare oltre all’industria del legno; di contro la farmaceutica sembra non subire particolari danni.
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"Perderemo 80 miliardi, cioè il 4,6% del Pil"
Lo sostiene un’articolata analisi di Deloitte “Covid-19: possibile evoluzione impatto economico”, condotta da un team di esperti coordinati da Marco Vulpiani, Senior Partner di Deloitte, nonché docente della Luiss di Roma. “La nostra ricerca parte dal fenomeno sanitario, analizzando l’andamento registrato dal virus in Italia e in Cina con l’obiettivo di comprendere l'evoluzione dell’epidemia - esordisce Vulpiani - I dati in possesso ci hanno permesso di stimare che in Italia la fine dei contagi potrà arrivare a luglio quando toccherà quota oltre 200 mila persone. La seconda parte dello studio riguarda invece l’impatto economico che ci ha portato a stimare un calo del Pil complessivo, al netto di un contro-shock di particolare ripresa attesa entro fine anno (specie per alcuni settori quali la ristorazione ed il turismo), del -4,6%. A tale stima si è giunto analizzando, settore per settore, l’impatto sulla produzione 2020 sui singoli comparti”.
“Stiamo pensando inoltre di trasformare lo studio in un Osservatorio permanente, cosa che ci permetterà di fare ulteriori e più specifici approfondimenti settore per settore, anche suddivisi per regione, partendo proprio dalla Lombardia che incide per il 22% sul Pil nazionale”, conclude il professore della Luiss.
Nuova realtà post Coronavirus
Sempre da Deloitte arrivano alcune idee per la ripresa economica alla luce della nuova realtà post Coronavirus. A parlarne è Antonio Cattaneo, 57 anni, di Oggiono, anch’egli Senior Partner di Deloitte, nonché commissario straordinario di grandi imprese (Mercatone uno). “L’invito è quello di ripensare i modelli della globalizzazione e della delocalizzazione produttiva in vari Paesi, modelli ispirati dal contenimento dei costi ma chiaramente entrati in crisi a seguito dello shock economico causato dalla pandemia - premette il top manager lecchese. In ambito nazionale, al Governo si richiede leadership, chiarezza, certezza, risolutezza e immediatezza nelle decisioni. Tra l’altro, i mercati finanziari riporranno fiducia nei piani del Governo di uscita dalla crisi solo se saranno chiare e credibili: la realizzabilità di tali piani; e la coesa e coordinata volontà politica, sociale e imprenditoriale che li sostiene. Ma la ripresa non sarà solo un problema italiano: serve sicuramente un Piano Marshall europeo”.
Il suggerimento è comunque quello di puntare immediatamente sui tradizionali punti di forza dell’economia italiana: turismo e Made in Italy. “Il turismo è quello che ha necessità di immediate e concrete misure compensative di supporto a breve termine (finanziario e politiche incentivanti per le strutture turistiche) e a medio termine (agevolazioni finanziarie e fiscali per interventi di manutenzione, ristrutturazione o ampliamento delle strutture ricettive, per progetti di innovazione tecnologica). Per il Made in Italy, invece, occorre focalizzarsi sulla promozione estera attraverso agevolazioni per la partecipazione a fiere internazionali e contributi e rimborsi per i costi pubblicitari”.
L’intervista integrale si può leggere sul Giornale di Merate, in edicola da martedì 21 aprile . Da pc c’è anche la versione sfogliabile (CLICCA QUI)