Professore senza vaccino e senza green pass: "Ricoperto di insulti"
Il docente: "Una posizione di principio necessaria a difesa della libertà di recarsi nel posto di lavoro ad esercitare la professione e portare a casa un misero stipendio per vivere".
"Si vax, No green pass. Ho già ricevuto le prime offese della mattina per questa intervista appena uscita sul quotidiano Repubblica di oggi. È necessario però assumersi le responsabilità civili soprattutto per chi svolge la mia professione". A parlare, o per meglio dire a scrivere è Valentino Di Carlo, 41 anni professore senza vaccino e senza green pass che è uscito allo scoperto suscitando un vespaio di polemiche. Dopo l'uscita dell'articolo infatti il docente si è sfogato in rete.
Lecco, professore senza vaccino e senza green pass: "Sono stato ricoperto di insulti"
Ma andiamo con ordine. Nel giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo per il personale scolastico, docente e non, di possedere ed esibire la certificazione verde (ricordiamo che chi chi non rispetterà la disposizione non potrà accedere alle strutture scolastiche e verrà considerato in assenza ingiustificata. Al quinto giorno il rapporto di lavoro verrà sospeso e il dipendente non percepirà più lo stipendio) Di Carlo ha infatti dichiarato di non essersi sottoposto al vaccino: "Vorrei vederci più chiaro e non fare la cavia: che poi sia utile vaccinare in questo momento storico per calmierare il contagio, lo capisco: però non mi si può chiedere un foglio per entrare al posto di lavoro" si legge nell'intervista.
Di più: il docente precario (ovvero non di ruolo) che ha insegnato Italiano all'Istituto Graziella Fumagalli di Casatenovo e al Liceo artistico Medardo Rosso di Lecco ha anche criticato, sempre nell'intervista, il costo dei tamponi (necessari per ottenere il green pass in caso non ci sia sottoposti a vaccinazione) "Il tampone costa adesso 15 euro, ne devo fare tre a settimana, per un totale di 45 euro a settimana. E solo per poter entrare nel posto di lavoro. Siamo l’unica categoria trattata così".
Come detto a seguito della pubblicazione il professore lecchese questa mattina, giovedì 2 settembre 2021, in rete ha "rincarato la dose".
"Le ragioni della riflessione sono mosse da una inutile e pericolosa tessera che ti tiene fuori dal lavoro solo per il comparto sanitario ( e posso capirlo) e quello scolastico che aveva già raggiunto circa il 90% dei vaccinati - spiega il docente sul proprio profilo Fb - Un accanimento spicciolo che non tiene conto di alunni e di famiglie a cui questo obbligo non è rivolto, dimenticando che comunque la trasmissibilità non è limitata dal vaccino, tuttavia forse le conseguenze si. Una posizione di principio necessaria a difesa della libertà di recarsi nel posto di lavoro ad esercitare la professione e portare a casa un misero stipendio per vivere".