L’ecografia da fare entro 10 giorni rimbalzata alle "calende greche"
Un abisso tra i tempi richiesti da medico e paziente, quelli prospettati da Asst Lecco e quelli reali per fare l’esame
L’ecografia da fare entro 10 giorni rimbalzata alle "calende greche".10, 365, 25, 60, 90, o addirittura... infinito. Non stiamo dando i numeri del lotto, anche se l’esperienza con la sanità pubblica lecchese ha tutto il sapore di una giocata alla lotteria. Una giocata senza dubbio vincente se si fa riferimento alla professionalità, alla competenza e all’impegno del personale sanitario, decisamente perdente se si pensa alle tempistiche. Sì, perché di fronte a una problematica urgente, la risposta è tempestiva, ma se si necessita di un approfondimento il rischio di andare alle «calende greche» è reale. Ne è un esempio quello vissuto da una nostra lettrice che a fronte di un importante dolore al collo e addominale si è recata al Pronto soccorso dell’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate.
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L’ecografia da fare entro 10 giorni rimbalzata alle "calende greche"
La donna è stata presa in cura nel tardo pomeriggio di sabato 10 luglio. Triage, accoglienza, assegnazione di un posto letto, esami del sangue, radiografia, visita specialistica: il tutto nel giro di qualche ora. Una prima diagnosi e la necessità di un ulteriore approfondimento fissata con uno specialista domenica mattina alle 9. «Poco prima delle 9 ero di nuovo in ospedale e nel giro di pochi minuti lo specialista era già pronto a visitarmi». Tutto liscio come l’olio. «I medici che mi hanno assistito sono stati davvero eccezionali, sia dal punto di vista umano che da quello professionale e per confermare l’ipotesi diagnostica mi hanno prescritto una serie di esami del sangue e due ecografie, una al collo e una all’addome».
E torniamo alla lotteria... e ai numeri.
Dieci sono i giorni di priorità entro i quali, secondo le prescrizioni dei medici, gli esami andavano effettuati. «Il lunedì ho telefonato al numero verde di Regione Lombardia per effettuare le prenotazioni e sono rimasta di stucco - racconta la lecchese - Per entrambe le prestazioni sanitarie il tempo di attesa, sia a Merate che a Lecco, era di un anno!».
E arriviamo così al secondo numero, 365. «Dal centralino mi hanno consigliato di provare una serie di strutture convenzionate e alla fine sono riuscita a trovare un posto alla clinica Mangioni di Lecco la prima settimana di agosto, quindi a circa un mese, 25 giorni di distanza... quindi rispetto all’attesa nei due ospedali sono stata decisamente fortunata!».
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Vero è che, con un rapido giro di telefonate, la nostra lettrice ha scoperto che per via privata tutti gli esami potevano essere effettuati nei tempi previsti: «Basta pagare, circa 300 euro in tutto. Per curiosità, però, sono andata a verificare sul sito di Asst i tempi di attesa per gli esami ai quali mi devo sottoporre e con mia grande sorpresa ho scoperto che, secondo la priorità che è stata disposta, viene dichiarata una media di attesa di circa una settimana, non di un anno».
Tempi di attesa prospettati e... reali per l'ecografia
Una discrepanza evidente, che ha spinto la paziente a provare a richiamare il numero verde regionale per le prenotazioni. «Giovedì ci ho riprovato e questa volta per l’ecografia addominale mi hanno prospettato tempistiche ulteriormente diverse».
E torniamo ancora una volta alla nostra riffa dei numeri: 60 e 90. «Il primo posto utile che mi è stato proposto in provincia di Lecco era a settembre a Casatenovo. Per l’ospedale Manzoni la prima data disponibile era a ottobre mentre per il Mandic... nessuna disponibilità in agenda, giammai».
Cosa sia intervenuto in pochi giorni per cambiare la disponibilità delle date non è dato sapere, mentre la differenza abissale tra i tempi di attesa dichiarati e quelli reali è stata motivata, dall’addetto alle prenotazioni, con poche, lapidarie parole: «Signora, c’è il Covid e i tempi di attesa si sono dilatati enormemente per l’emergenza sanitaria». L’invito è stato quindi quello di rivolgersi al Cup dell’ospedale di Lecco per tentare, eventualmente di trovare altre date utili. «Personalmente, ribadisco, mi ritengo fortunata ad aver trovato posto in una struttura convenzionata, ma quello che è successo dimostra che la pandemia ha creato delle problematiche collaterali evidenti anche a chi il Covid non l’ha preso».