Riva: "Finché non ci sarà un vaccino dovremo imparare a convivere con questo virus"
"Le attività devono riaprire, ovviamente rispettando in maniera rigorosa tutte le norme di sicurezza: mascherine, guanti, distanze di almeno un metro, regolari e costanti operazioni di bonifica e sanificazione degli ambienti di lavoro…"
“Il Decreto Liquidità che il premier Giuseppe Conte ha annunciato lunedì scorso è un intervento poderoso e che incontra il favore di Confindustria”. È positivo il commento a caldo di Lorenzo Riva, imprenditore della Electro Adda di Beverate di Brivio, ma soprattutto presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, nonché vice presidente della Camera di Commercio di Como e Lecco.
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Le prime anticipazioni sembrano in linea con le richieste del mondo economico.
“Il fatto che lo Stato sia disponibile a garantire i prestiti nella misura del 90%, in caso di mancato rimborso, è un aspetto molto importante. Questo significa immettere liquidità sul mercato in un momento particolarmente difficile. Con queste premesse anche le banche dovrebbero fare la loro parte e agevolare l’accesso al credito, privilegiando soprattutto le piccole e medie imprese che sono quelle maggiormente in difficoltà. Prestare soldi alle aziende grandi, solide, strutturate e con rating da tripla A è troppo semplice… Poi speriamo che il provvedimento non venga rallentato dalla burocrazia. Bisogna passare subito dalle parole ai fatti. Non c’è tempo da perdere”.
Tornando alle garanzie lo Stato sembra disponibile a coprire anche il 100% dei prestiti, soprattutto per le micro aziende e per le realtà che avranno anche la garanzia dei Consorzi fidi. Oltre a garantire procedure snelle per prestiti fino a 25 mila euro, anche se queste somme sono rivolte alle Partite Iva.
“Questo aspetto mi rendete particolarmente felice come vice presidente della Camera di Commercio: è una misura utile per le Partite Iva e le micro imprese. A proposito dell’Ente camerale, mi piace sottolineare che proprio lunedì abbiamo deciso di mettere a disposizione un milione di euro a favore delle aziende…”.
Il Decreto liquidità prevede pure la sospensione delle scadenze fiscali per i mesi di aprile e maggio: versamenti Iva, ritenute fiscali e contributi ai lavoratori. Un ulteriore sostegno...
“Una premessa: vanno bene i 400 miliardi, ma non si tratta di un regalo: i debiti vanno pagati, certo, a un tasso di interesse agevolato, ma vanno pagati. Va bene prorogare di qualche mese le scadenze fiscali a chi ha avuto un calo del fatturato, ma anche queste scadenze poi dovranno essere pagate. Va bene pure la moratoria sui mutui e sui leasing, ma è solo un rinvio. Con una ripartenza lenta dell’economia, queste scadenze dovranno inevitabilmente essere riprogrammate”.
C’è un aspetto che vorrebbe modificare del Decreto liquidità?
“Mi sembra eccessivo limitare il provvedimento delle relativo al posticipo delle scadenze fiscali alle aziende che hanno avuto una riduzione del fatturato del 33%, o addirittura del 50%. Personalmente suggerirei un tetto del 25%”.
Qual è lo Stato d’animo degli imprenditori?
“C’è una preoccupazione diffusa, ma anche tanta voglia di ripartire. Preoccupazione perché il danno economico di questo stop forzato sarà pesantissimo, perché c’è il timore che molte piccole e medie aziende possano non riaprire più, perché inevitabilmente aumenterà il ricorso agli ammortizzatori sociali e aumenteranno i disoccupati. E perché abbiano bisogno una data certa per la ripartenza. Dobbiamo pensare subito la fase due, alla fine del lockdown”.
Uno studio del Cerved dice che il 10% delle aziende è a rischio. Condivide?
“È una stima positiva. Se questa questo stop forzato dovesse perdurare ancora, le aziende destinate a chiudere saranno molte di più. Ecco perché sostengo che dobbiamo riaprire il più in fretta possibile, applicando severamente i protocolli anti-contagio”.
Lei quando vorrebbe ripartire?
“Martedì 14 aprile. Finché non ci sarà un vaccino dovremo imparare a convivere con questo virus. Le attività devono riaprire, ovviamente rispettando in maniera rigorosa tutte le norme di sicurezza: mascherine, guanti, distanze di almeno un metro, regolari e costanti operazioni di bonifica e sanificazione degli ambienti di lavoro… Stiamo verificando la possibilità di favorire l’attivazione dei test sierologici dei quali si sta molto discutendo al fine di poter riaprire in sicurezza, ovviamente quando verrà individuato lo strumento più consono dalla comunità scientifica”.