Messa in ricordo di don Isidoro Meschi a 30 anni dalla sua morte FOTO
La cerimonia si è tenuta questa mattina nella chiesa prepositurale di Merate.
A Merate una messa in ricordo di don Isidoro Meschi a trent'anni esatti dal giorno in cui venne ucciso.
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Oggi ricorre il 30esimo anniversario dall'uccisione di don Isidoro Meschi
A trent'anni esattati dalla sua morte, nella mattinata di oggi, 14 febbraio 2021, è stata celebrata a Merate una messa in memoria di don Isidoro Meschi. Nato in città il 7 giugno del ‘45, don Isidoro era entrato in seminario a soli 14 anni sulla spinta di una vocazione precoce e fulminante. Ordinato sacerdote nel 1969, venne nominato vicedirettore del seminario di Venegono Inferiore, poi coadiutore nella parrocchia di San Giovanni a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Negli anni ‘80 fondò la comunità per tossicodipendenti Marco Riva e nel 1990 venne nominato vice parroco a San Giuseppe. Morì a soli 46 anni il 14 febbraio 1991 per mano di Maurizio Debiaggi, psicolabile ed ex tossicodipendente che lo uccise con una pugnalata al cuore.
Il ricordo commosso in chiesa di don Luigi
La cerimonia di questa mattinata è stata celebrata in chiesa prepositurale da don Luigi Peraboni. "Una persona che ci ha dato una testimonianza autentica di cosa significa credere oggi in questo valore unico, caratteristico e rivoluzionario: la fede", ha dichiarato il sacerdote nella sua predica.
"Della sua testimonianza vorrei semplicemente ricordare tre aspetti - ha poi aggiunto - Il primo personamente: quando venne ucciso mi giunse voce della sua morte attraverso altri sacerdoti di Busto Arsizio. Un aspetto che ricordo in modo particolare è che tutti raccontavano la sua fede. Poi, avendo ascoltato le testimonianze, ho capito. Un altro aspetto lo ritrovo nei suoi scritti, nella sua intelligenza della fede ho raccolto la sua testimonianza come quella di un prete che ha sempre voluto dare ragione della fede che professava e testimoniava. Per ultimo penso che ciò che più di ogni altra cosa ha caratterizzato la sua vita sia stata la convenzione di mettere in pratica la fede attraverso l'attenzione concreta delle persone più fragili e povere. In quegli anni era presente in diverse città la piaga della droga e si veniva a conoscenza di giovani che buttavano via la loro vita: don Isidoro Meschi è stato uno dei sacerdoti che si è fatto carico di queste persone e le ha aiutate ad uscire dalla loro fragilità. Dopo trent'anni, ricordare questo sacerdote dev'essere per tutti motivo di lode al Signore. Abbiamo incontrato una persona che ci ha dato testimonianza autentica di cosa significhi credere oggi in questo valore unico, caratteristico e rivoluzionario. Siamo tutti fratelli!".