Ospedale Manzoni

Dal lavoro in corsia alla malattia, poi la guarigione: una storia commovente LE FOTO

Una storia di sudore, sacrificio, dolore, paura e ora di speranza.

Dal lavoro in corsia alla malattia, poi la guarigione: una storia commovente LE FOTO
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Dal lavoro in corsia in ospedale alla malattia e ora alla guarigione: è davvero commovente la storia di Marinella Battaglia, residente a Dervio, OSS dell'ospedale Manzoni di Lecco. Una storia di sudore, sacrificio, dolore, paura e ora di speranza che è lei stessa a raccontare in un lungo ed emozionante post di Facebook.

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Dal lavoro in corsia in ospedale alla malattia e ora alla guarigione: la commovente storia di Marinella

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Sono un OSS e lavoro al Manzoni di Lecco. Amo il mio lavoro e sono orgogliosa di quello che svolgo con passione e dedizione. Fino al 12 marzo, ho lavorato freneticamente con i miei colleghi per sconfiggere questo virus, così cattivo e sconosciuto, all'inizio eravamo impreparati, persone che arrivavano con vari sintomi e noi non eravamo pronti... "È solo un influenza si diceva" non avevamo i DPI adeguati e alla fine mi ci sono trovata dentro, come tanti miei colleghi mi sono ammalata. Ho iniziato la mia sorveglianza a casa, ma poi sono subentrati i problemi respiratori e il dolore toracico, mancava il fiato e ho pianto, ho pianto tanto in silenzio perché avevo paura... Quella paura che ti avvolge perché intorno a te vedi persone che muoiono in solitudine, che cercano i propri cari con lo sguardo e non li vedranno mai, se non hanno la fortuna che ho avuto io. Chiusa nella c-pap che ti fa sembrare un palombaro, dove sembra che il fiato ti manchi di più, dove non sento nulla perché l'aria ti soffia forte nelle orecchie, e senti solo i tuoi pensieri, non puoi neanche asciugati le lacrime che copiose scorrono sul volto. Emogas su emogas, prelievi arteriosi che fanno malissimo, pastiglie grandi come noci e la febbre che i primi giorni non scendeva mai... Ma poi piano piano il respiro ha iniziato a migliorare passando dalla c-pap alla maschera venturi, prima a 12 lt poi 6 poi 3 e poi con gli occhialini e poi me lo hanno tolto..e pregavo che la saturazione tenesse. Ho iniziato a respirare meglio, sono ancora tanto stanca, stremata perché si fa una fatica enorme, non sento ancora né sapori né odori, ma penso sia il male minore... Ora sto per tornare a casa e sono felice. Felice perché ce l'ho fatta a sconfiggere questo virus bastardo, purtroppo non tutti ci riescono o ci sono riusciti e per questo soffro, perché ci sono passata e so cosa significa. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in questi giorni, supportandomi con mille pensieri e parole di incoraggiamento. Dai miei cari, alla mia famiglia a tutti gli amici, ma un doveroso ringraziamento ai miei colleghi della medicina SOAP di Lecco perché sono stati una seconda famiglia...e vi prego RESTATE A CASA!!! NON VANIFICATE IL LAVORO DEGLI OPERATORI SANITARI!!

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