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Compie 109 anni e si vaccina contro il Covid

Una vita, la sua, iniziata nel lontano 1912, che ha attraversato più di un secolo, tra guerre mondiali e pandemie, fino ad arrivare a oggi.

Compie 109 anni e si vaccina contro il Covid
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Compie 109 anni e si vaccina contro il Covid. Un compleanno che, di questi tempi, è un vero e proprio inno alla vita.  Carolina Cagnani, la cittadina più longeva di Galbiate, ha raggiunto il 23 gennaio la bellezza di 109 anni. Una vita, la sua, iniziata nel lontano 1912, che ha attraversato più di un secolo, tra guerre mondiali e pandemie, fino ad arrivare a oggi. Professoressa di Letteratura italiana, alle medie e alle superiori, ha vissuto sempre nel Torinese, ma quando nel 2005 è mancato l’amato marito si è trasferita a Galbiate dove ha raggiunto la figlia Paola. E quasi contestualmente al suo compleanno l'ultracentenaria è stata anche vaccinata contro il Coronavirus.

Compie 109 anni e si vaccina contro il Covid

«Sono nata a Torino il 23 gennaio 1912 – ha scritto nelle proprie memorie la professoressa – I miei genitori abitavano in una casa fuori città, a Grassino Torinese. Dopo le scuole medie frequentai l’istituto magistrale a Torino e appena diciottenne vinsi un concorso per insegnare nelle scuole elementari. A diciotto anni quindi feci la mia prima esperienza lavorativa anche per mantenere mia mamma che si era ammalata. Andai a lavorare in un paesino di montagna, sperduto in una frazione piemontese chiamata Bose, dove non c’era l’elettricità, né acqua corrente. Non avevano neanche il medico né il prete».

Paolo, l'amore della sua vita

Al lavoro a scuola è riuscita ad affiancare anche lo studio all’università di Torino, dove si è iscritta alla facoltà di Lettere. Qui conoscerà  colui che sarebbe poi diventato suo marito, Paolo Maltini. Nel 1941 decidono di sposarsi, ma poco dopo sono costretti a dividersi perché Paolo è stato arruolato, in quanto alpino, per la campagna di Russia. «Ci recammo a Roma e lo salutai alla stazione, lui diretto in Russia io di ritorno a Torino. In ritirata furono accerchiati in varie sacche ad  Arbusof, durante la sparatoria anche mio marito fu ferito da un proiettile che gli attraversò entrambe le cosce. Sapeva che i russi miravano alle cariche militari superiori affinché lasciassero il maggior numero di soldati senza comando. Mio marito ben ricorda di aver più volte detto al suo attendente di allontanarsi da lui, di tentare di salvarsi lontano da lui perché era un bersaglio sicuro. L’attendente che gli era affezionato non volle lasciarlo perché si dovevano salvare o morire insieme, invece un proiettile lo colpì alla gola e non ci fu nulla da fare. Mio marito ancora novantenne ricordava ciò con le lacrime agli occhi».

I ricordi ancora lucidi

La professoressa 109enne, oggi ospite alla Rsa Villa Serena, nonostante la perdita progressiva dell’udito e della vista ha mantenuto una buona memoria ricordando alcuni componimenti letterari a lei cari, in particolare di Leopardi.

«La cosa più bella che mi è capitata nella vita? Quando mi sono laureata. La cosa più dolorosa? Quando ho perduto la mia mamma» ricordava Carolina il giorno della festa, sabato scorso, per i suoi straordinari 109 anni organizzata dalle operatrici della rsa Villa Serena. In un tripudio di coriandoli e stelle filanti.

 

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