Economia

Efficienza e qualità: le armi di Permedica per combattere la crisi

L’azienda specializzata in dispositivi medici fattura 25 milioni e occupa quasi 150 persone

Efficienza e qualità: le armi di Permedica per combattere la crisi
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La pandemia si combatte con riorganizzazione, innovazione e resilienza. Permedica di Merate  ha affrontato questo shock, drammatico e inatteso, adottando tutte le contromisure per continuare a lavorare in sicurezza, minimizzare le perdite e darsi una struttura ancora più snella ed efficiente in un mercato sempre più globalizzato e dominato da competitor internazionali.

Efficienza e qualità: le armi di Permedica per combattere la crisi

«La prima risposta è stata quella di permettere alle persone dell'amministrazione, del marketing, degli uffici tecnici e della direzione di lavorare in smart working - esordisce Federico Perego, Sales Manager di Permedica di Merate, una realtà globale specializzata in dispositivi medici, in particolare protesi ortopediche, che occupa quasi 150 dipendenti e realizza un fatturato di  25 milioni di euro - Subito dopo il primo lockdown abbiamo messo a punto un progetto IT particolarmente innovativo teso ad aumentare le performance aziendali: la nuova piattaforma infatti ci ha permesso di pianificare e ottimizzare meglio la produzione, riducendo al minimo i tempi morti, gli sprechi e migliorare la consegna dei prodotti. Ma non ci siamo fermati qui».

Federico Perego, Sales Manager di Permedica di Merate

Cosa avete fatto?

«Il 2020 è stato un anno molto critico per tutte le aziende: abbiamo assorbito lo shock, imparato a fare marketing digitale, dialogato con clienti e fornitori attraverso i webinar, minimizzato le perdite adattandoci a questo difficile momento, ma soprattutto ci siamo dedicati alla supply chain - aggiunge l'imprenditore meratese -  La nuova piattaforma ci ha permesso di migliorare le performance aziendali nella produzione, ottimizzare i processi, avere una catena produttiva più flessibile... Adesso questa piattaforma l'abbiamo estesa ai fornitori. Permedica ha circa 420 fornitori, che per noi sono essenziali anche se alcune lavorazioni nell'ultimo anno le abbiamo portate in casa per controllare meglio i processi. Oggi  tutto il management dispone di tutte le informazione necessarie per gestire meglio tutta la catena di distribuzione, cioè i fornitori core, il numero di spedizioni, la puntualità e i termini di pagamento, confrontare  i rapporti attuali con quelli del passato per individuare le aree critiche. Tutto questo ci permette di essere ancora più efficienti, precisi, tempestivi e di aumentare la qualità del servizio. L'imprenditore deve dedicarsi sempre più alla visione, mentre il management deve lavorare per  migliorare l'organizzazione attraverso strumenti che consentano loro di avere sotto controllo tutta la supply chain. Dopo la produzione e i fornitori tra qualche settimana inizieremo a lavorare sulla terza fase, cioè i clienti».

Quali sono i vantaggi di questa rivoluzione?

«Efficienza e qualità. L'efficienza ci permette di operare al meglio anche quando la domanda crolla o registra picchi elevati, proprio come è avvenuto nell'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle. Permedica opera in un mercato internazionale dove sono presenti grandi multinazionali: se vogliamo stare sul mercato dobbiamo essere efficienti come questi colossi,  avere un prodotto di qualità ed essere flessibili».

L'azienda negli ultimi anni si è molto internazionalizzata. Ci sono novità per quanto riguarda l'export?

«Nel 2020 siamo cresciuti molto e la quota export è arrivata al 50%. I mercati di riferimento di Permedica sono India, Svizzera, i Paesi dell'Est, Spagna, Francia e Portogallo.Quest'anno contiamo di incrementare ulteriormente la quota export perché entreremo anche in Corea del Sud e in Argentina. In Corea stiamo già lavorando da un anno, abbiamo superato tutti i test e le certificazioni richieste, che per un'azienda che opera nel comparto medicale come la nostra sono molto severi. Adesso siamo pronti per vendere i prodotti».

Come avete chiuso il bilancio degli ultimi dodici mesi?

«Nonostante la pandemia, il primo lockdown, la contrazione del mercato italiano che per noi è sempre stato nettamente il più importante il fatturato chiuderà con un segno negativo, ma con l'obiettivo di recuperare la perdita già nel corso del nuovo anno proprio grazie ai nuovi mercati esteri. Sempre nel corso del nuovo anno pensiamo di inserire anche nuove figure professionali in azienda».

Lavorare in un'azienda manifatturiera è sicuro anche in questa terza ondata della pandemia e in una "regione rossa" prima e "arancione" ora?

«Sì, teniamo molto alla salute dei nostri collaboratori. Abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza possibili, disponiamo dei tornelli per  misurare la temperatura, favoriamo il distanziamento, sanifichiamo regolarmente gli ambienti, disponiamo di tutti i Dpi necessari come mascherine, igienizzanti. Favoriamo lo smart working per tutte le persone che non lavorano nella produzione».

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