Terribile incendio di Malgrate: è morta Piera Spreafico, l'anziana ustionata e intossicata
Ancora ricoverato il marito della donna
Ha lottato per quasi due settimane tra la vita e la morte ma ieri, lunedì 18 gennaio 2021 il suo cuore ha cessato di battere. E' morta Piera Spreafico, l'anziana rimasta ustionata e intossicata nel tragico incendio di Malgrate, partito proprio dal suo appartamento al secondo piano situato in uno dei palazzoni di via Polvara lo scorso 6 gennaio.
Tragico incendio di Malgrate: è morta Piera Spreafico, l'anziana ustionata e intossicata
La donna, classe 1941, è deceduta all'ospedale Villa Scassi di Genova dove era stata ricoverata per essere sottoposta alle cure in camera iperbarica. Al momento la data dei funerali non è stata ancora ancora fissata.
Il tremendo rogo, che secondo le indagini dei Vigili del Fuoco e delle forze dell'ordine era partito dal salotto della casa di Piera Spreafico e del marito Giacomo Ceruti, si era sviluppato intorno alle 12 del giorno dell'Epifania. In poco tempo un fumo denso aveva saturato l'appartamento raggiungendo anche la tromba delle scale. Tanti i residenti, intrappolati nelle loro abitazioni, erano stati tratti in salvo dai Vigili del fioco dopo essersi rifugiati terrorizzati sui balconi.
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Diverse le persone che erano rimaste intossicate intossicate, tra cui due bimbi e tre donne, una incinta, oltre a Piera Spreafico e al marito. Subito però le condizioni dell'anziana erano apparse le più critiche. La pensionata, dopo essere stata intubata, era stata inizialmente trasferita al Sant’Anna di Como in elicottero. Da lì poi la pensionata era stata trasferita all’ospedale nell'ospedale ligure dove ieri, come detto, è spirata.
Ancora ricoverato il marito
Resta ricoverato il marito di Piera Spreafico, Giacomo Ceruti. L’uomo non era in casa al momento dell’incendio, si trovava a messa. Ma il tentativo di salvare la moglie lo aveva spinto ad entrare nell’abitazione e anche lui era rimasto intossicato. Al momento l'anziano si trova all'ospedale Manzoni di Lecco dove è stato nuovamente trasferito dopo un periodo di degenza trascorso al Niguarda di Milano.