In pensione lo storico custode del cimitero
Enrico Sala, 62 anni, è stato omaggiato dal sindaco Pellegrini con una targa.
Il pensionamento è visto come un periodo di grande attesa e di riposo, ma non per Enrico Sala, 62 anni, che ha svolto la mansione di operaio in fabbrica per 30 anni dedicandosi poi con molta passione al Comune di Calusco in qualità di custode e manutentore del cimitero per altri 11.
In pensione lo storico custode del cimitero
Nato il 26 giugno 1958 e residente a Calusco, il 21 dicembre Sala ha ricevuto dal sindaco Michele Pellegrini una targa di riconoscenza per il lavoro profuso con tanta dedizione. «Sono rimasto molto sorpreso, contento ed emozionato perché onestamente non me l’aspettavo» ha raccontato il dipendente, in pensione ufficialmente da domenica 27 dicembre.
«Non c’è mai stato un giorno in cui non volessi andare al lavoro» ha svelato, fermato in così tanti anni soltanto da qualche giorno di influenza e poco più. Sala ha inoltre raccontato di essersi trovato benissimo con i suoi colleghi, che mercoledì 23 dicembre gli hanno organizzato un rinfresco per salutarlo e ringraziarlo di tutti questi anni di lavoro.
Il custode ha sottolineato poi, in modo particolare, il rapporto instaurato con il suo responsabile, l’ingegner Giuseppe Barbera: «Un capo davvero in gamba, una persona favolosa e con la quale poter discutere di tutto - ha affermato - con lui i problemi si risolvevano».
Enrico Sala non ha ancora realizzato pienamente di andare in pensione e adesso la sua vita sta per cambiare proprio come se fosse un nuovo inizio. Con maggiore tempo libero a disposizione, d’ora in avanti le sue giornate saranno scandite da hobby e passioni, tra i quali la sua amata pesca. La dedizione al lavoro, inoltre, non poteva che lasciar spazio alla sua volontà di aiutare gli altri, confidando di voler intraprendere la strada del volontariato.
"Ricordo con dolore il primo lockdown, continuavano ad arrivare bare"
Un’esperienza che sicuramente lo ha segnato in questi 11 anni da custode, dato il periodo difficile che stiamo vivendo, è stata la pandemia, che ha inciso e non poco sulla sua vita, anche lavorativa. «Durante il primo lockdown mi sono spaventato molto e tutto quello che è successo mi ha segnato nel profondo - ha confidato - Arrivavano al cimitero anche 6 bare ogni giorno nei primi 15 giorni, fino ad avere 60 morti circa nel mese di marzo». Un duro periodo per Sala, che l’ha definita un’esperienza molto toccante e nello stesso tempo pesante da sopportare psicologicamente, vedendo arrivare al cimitero anche i feretri di alcuni conoscenti defunti.
L’ormai ex custode del cimitero ha voluto sottolineare infine il buon lavoro e la buona organizzazione del Comune di Calusco D’Adda e quanto senta già la mancanza del suo amato lavoro. La domanda sorge ora spontanea: chi sarà in grado di raccogliere le redini di Enrico? «Forse ci sarà un concorso», ha ipotizzato lui. Di sicuro non sarà facile trovare qualcuno con la sua stessa passione per il lavoro e in grado di rimboccarsi le maniche con tanta naturalezza.
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